domenica 22 giugno 2025

Implementare: uso consapevole di un forestierismo legittimato

 

Il verbo implementare ha conosciuto una diffusione crescente nel linguaggio contemporaneo, soprattutto in ambito tecnico, amministrativo e informatico. Benché la sua origine non sia italiana (dall’ingl. (to) implement), è oggi registrato nei principali repertori lessicografici e ampiamente adoperato in determinati contesti specializzati.

Nel suo significato proprio, implementare equivale a "rendere operativo ciò che è stato concepito", con particolare riferimento a processi, sistemi e strumenti tecnici. Si implementa un ‘software’, un’interfaccia, un protocollo: in questi casi il sintagma verbale ha un valore preciso, condiviso e non equivoco, pienamente giustificato dalla necessità di indicare operazioni complesse e strutturate.

Più discutibile – secondo chi scrive - è il suo uso al di fuori del campo tecnico. In documenti aziendali, progetti istituzionali, piani strategici e contesti manageriali, implementare tende (talvolta) a sostituire verbi italiani come attuare, applicare, realizzare, mettere in opera. Questo ricorso sistematico, spesso ispirato da una volontà di apparente modernità espressiva, rischia però di impoverire la lingua e di generare un tono artificioso.

L’uso indiscriminato di tale verbo può facilmente scivolare nella caricatura, come quando si cerca di nobilitare un’azione ordinaria con una parola altisonante. Dire che si sta implementando un regolamento interno o una nuova abitudine lavorativa può suonare, a ben vedere, come un eccesso di zelo lessicale.

Per questo è consigliabile riservare implementare al dominio informatico e tecnico, dove il suo uso è pienamente legittimo. Negli altri casi è bene prediligere alternative italiane più trasparenti, eleganti e adatte al contesto, evitando così sovrapposizioni di significato o effetti di ridondanza.

Chi desidera coltivare una lingua sobria ma ricca, precisa ma non pretenziosa, farà bene, dunque, a usare implementare con misura e discernimento. Non è questione di purismo, ma di stile e senso della (buona) lingua.

 

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Flagranza e… fragranza

Si faccia attenzione ai due lessemi perché spesso si confondono. Hanno significati totalmente diversi. Si veda  flagranza e fragranza.  


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La lingua “biforcuta” della stampa

Come mai la segreteria di Letizia Ortiz si è già licenziata (dopo solo 15 mesi)?

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Ecco un’altra “prova provata” di quanto sosteniamo. I “massinformisti” non rileggono quanto scrivono, ma anche se rileggono i loro scritti...











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