lunedì 30 settembre 2019

Ecco perché "metereologia" è grafia errata

L'azzurro viene battuto in una volata a tre dal danese dopo una giornata metereologicamente durissima.
     Questo titolo di un "autorevole" quotidiano in rete mette in evidenza - ancora una volta, qualora ve ne fosse bisogno - la "biforcutaggine" della lingua della stampa.
     La grafia corretta è meteorologicamente perché viene da meteora, come tutti i derivati, la cui base lessicale è, appunto, meteor: meteorologia, meteorologo, meteoropatico ecc. 
   Lo strafalcione, purtroppo, si trova anche in scritti di gente di cultura. La forma dilagante scorretta metereologia (e tutti gli altri termini errati) si deve al fatto - probabilmente - che la sequenza -eoro-  in lingua italiana è poco comune e tende a essere sostituita dalla più frequente -ereo-, che si trova in parole come stereo, sidereo, aereo, cinereo, funereo, venereo ecc.
   Chi ama il bel parlare e il bello scrivere, dunque, non cada in questo madornale errore. E a proposito di meteora, il derivato meteorite è un sostantivo di genere femminile. Alcuni vocabolari, però, lo attestano come ambigenere: la meteorite, il meteorite.

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Insistiamo: i titolisti dei quotidiani in rete (ma anche di quelli cartacei, non essendoci  piú la "rete" dei correttori di bozze, spesso capri espiatori degli strafalcioni dei giornalisti) rileggono quello che scrivono?

Sullo ius culturae: "Non è un priorità". Franceschini: parole non impegnano maggioranza. Per la prima volta c'è Italia Viva

 

sabato 28 settembre 2019

Sgroi - 31 - E perché "se/cento" e "se/mila"?

di Salvatore Claudio Sgroi *

1. Regola-1 delle neoformazioni e Regola-2 dei latinismi nei composti con "-enne"
          Nel precedente intervento di lunedì 23 sett. Perché 'sei/enne' e 'se/enne'? abbiamo spiegato l'oscillazione della cancellazione della "i", come oscillazione tra la Regola-1 produttiva delle neoformazioni (es. cinqu/enne 1865) e la Regola-2 dei latinismi tri/enne 1598 e bi/enne 1855.
          E analogamente l'oscillazione del composto ventise-enne / ventisei-enne.

          2. Documentazione storica di Sei-enne/se-enne e Ventisei-enne/ventise-enne
          Per un aggiornamento delle prime attestazioni delle due coppie di varianti finora fornite dai testi istituzionali (il Grande dizionario del Battaglia e il De Mauro), è possibile far ricorso a una ricerca in "Google libri".

 2.1. Sei/enne e se/enne voci otto- e novecentesche
          L'es. se/ienne, -- datato genericamente av. 1910 col Dossi delle Note azzurre [1870-1907] "un bimbo seienne vede suo fratello baciare una bimba" nel Battaglia-Sanguineti (e nel De Mauro) e poi 1946 nel Batt. --, può essere retrodatato come agg. o sost., solo a partire dalla prima metà dell'800:

 Ignazio Cantù 1840: "Il cavaliere Schnetz [...] giunse in Italia per assumere la direzione seienne della reale accademia di Francia sedente in Roma" (Cronaca ossia collezione di notizie contemporanee su le lettere, le scienze, la morale, l'arte e l'industria, Milano, t. I, p. 64).

1842: "Principio morto seienne è in Roma nella collezione kirkeriana" ("L'amico cattolico", Milano, p. 140).
    
 La variante Se/enne (senz'alcun es. nel Battaglia) è invece successiva, risalendo solo a partire dall'inizio del '900 con vari ess., tra cui:

 1904:‎ "a proposito d'una bimba seenne affetta da dilatazione della flexura sigmoide" ("Il Policlinico: Sezione pratica", vol. 11, p. 353).

1906: ‎"manderà Alfonso seenne, primogenito suo, in ostaggio a Faenza" ("Archivio storico italiano", G. P. Vieusseux, p. 34).

1918: "e senza museruola un cane che, avventandosi, in Piazza Olmo di quel Comune, contro il ragazzo seenne Giuseppe Nocella, lo addentò al dito indice della mano destra, cagionandogli una lesione che gli produsse malattia per 12 giorni" ("La giustizia penale" p. 705).

1924: "s'inginocchia l'Imperatore Ottone I con la moglie Adelaide ed il figlio circa seenne che divenne poi Ottone II" (Dedalo. Rassegna d'arte,  Parti 1-6, p. 283).

conte Giuseppe Lando Passerini 1924: "come che gli Accademici della Crusca dichino 'seenne', senza però adunar altro esempio" ("Il Giornale dantesco", vol. 27, p. 183).

1927: "Il 18 agosto 1925 una vettura tramviaria di questa città, guidata dal conduttore Grasso Giuseppe, investiva, uccidendolo, il seenne Giuseppino Guglielmino, figlio dell'insegnante elementare Orazio, di anni 38" (L'eloquenza. Antologia, critica-cronaca, Roma, 1927, p. 855).

1927: "Un processo polioencefalitico che [...], produce [...] in un bambino seenne una oftalmoplegia esterna in forma stazionaria semplice" (Il manicomio. Archivio di psichiatria e scienze affini, p. 49).

 2.2. Ventisei/enne e ventise/enne voci già ottocentesche
          Quanto al lessema ventise/(i)enne, datato come novecentesco (1932) nel De Mauro (assente nel Battaglia), la forma Ventisei/enne è invece documentata come agg. e s.m. solo a partire da metà '800:

 Cesare Cantú 1855: "L'esercito si tolse a capo Annibale, figlio d'Amilcare, giovane ventiseienne, che poteva dirsi straniero alla patria, dalla quale era uscito a tredici anni" (Storia degli italiani, Torino, Utet, p. 294).

Francesco Regli 1860: "Tutti ne risentirono un gran danno, e lo sa il ventiseienne Pirata, uno dei pochi che proseguirono imperterriti il loro corso, come nel 1848 (Dizionario biografico dei più celebri poeti ed artisti ...,Torino, p. 405).

G. Sorgato 1863: "Francesco Cuoghi giovane di belle speranze di specchiati costumi rapito ventiseienne all'affetto de' suoi il IV novembre MDCCCLXIII" (Memorie funebri antiche e recenti raccolte dall'ab. Gaetano Sorgato, Padova, p. 32).

 Invece la variante Ventise/enne agg. e s.m. è attestata solo a partire dalla fine dell'800:

 R. Giovagnoli 1882: "suo fratello Magone, valorosissimo e bellissimo giovine ventiseenne, dalla altissima statura" (Opimia, Milano IV ed., p. 239).

Michele Scherillo 1883: "Metastasio, il ventiseenne poeta del dramma" (Storia letteraria dell'opera buffa napolitana dalle origini,Tip. e stereotipia della Regia università, p. 105).
         
           1888: ‎"giungeva a Genova un domenicano torinese, di ritorno dalla capitale dell'impero ottomano, ove, ventiseenne d' età, esercitato aveva l' ufficio di parroco" (Atti della Società ligure di storia patria, vol. 20, p. vii).
         
            1895: "‎Confrontate ora questo secondo ammalato, ventiseenne, con quello che ho finito di presentarvi". ("Gazzetta degli ospedali e delle cliniche", p. 173).

3. La Regola-3 per Se/cento (vs sei/cento) e Se/mila (vs sei/mila)
         Il "piuttosto raro oggi -- e solo nell'uso letterario o toscano -- secento invece di seicento" (così L. Serianni nella sua Grammatica, § VI.23.d, e "RE[gionalismo] tosc." in De Mauro), è databile col Batt. e col DELI fine sec. XIII Novellino, rispetto al più corrente sei-cento databile av. 1363 M. Villani.

Il composto se/mila ("ant. o letter." in Batt.; assente in De Mauro e nel DELI) è in B. Giamboni av. 1292 e nel Convivio 1304-1308 di Dante, mentre il corrente sei/mila risale all'Ariosto av. 1533.
         Se il problema della quarantina di composti formati da "Numerale terminante in voc. + -enne" analizzati nel precedente intervento del 23 sett., riguardava la possibile cancellazione della vocale dinanzi ad altra vocale (Regola-1 e Regola 2, a/b), come spiegare invece, accanto ai comuni sei/cento e sei/mila, le forme antiche o letter. se/cento e se/mila con la cancellazione della semivocale "i" di sei dinanzi a una consonante (come la "c" e la "m")?
         Alla fine, una terza Regola alla base di queste due forme toscane antiche a cui è possibile richiamarsi è la tendenza del toscano a ridurre i dittonghi discendenti p.e. /ei/ in /e/ come nelle preposizioni articolate de' dei', ne' 'nei', ecc.

    Sommario
      1. Regola-1 delle neoformazioni e Regola-2 dei latinismi nei composti con "-enne"   
      2. Documentazione storica di Sei-enne/se-enne e Ventisei-enne/ventise-enne
        2.1. Sei/enne e se/enne voci otto- e novecentesche
            2.2. Ventisei/enne e ventise/enne voci già ottocentesche
      3. La Regola-3 per Se/cento (vs sei/cento) e Se/mila (vs sei/mila)



* Docente di linguistica generale presso l'università di Catania






giovedì 26 settembre 2019

Il plurale di "portabandiera"


Se non cadiamo in errore tutti i vocabolari dell'uso attestano il sostantivo portabandiera ambigenere e invariabile: il portabandiera, la portabandiera; i portabandiera, le portabandiera. 
     Dovrebbero specificare che il predetto sostantivo (e gli altri simili) essendo un nome composto di una voce verbale (portare) e di un sostantivo femminile (porta)  non cambia nella forma plurale solo se si riferisce a un maschile: Giovanni è il portabandiera della squadra; Giovanni e Rossano sono i portabandiera delle rispettive squadre; varia al plurale quando si riferisce a un femminile: Lucia è la portabandiera; Lucia e Monica sono le portabandiere designate dalla società. Avremo, pertanto, il battistrada e i battistrada; la battistrada e le battistrade, il portinsegna e i portinsegna; la portinsegna e le portinsegne ecc. 
     Ovviamente attendiamo gli strali dei soliti "linguisti d'assalto", se si imbatteranno in questo portale. Si veda anche qui.


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La lingua "biforcuta" della stampa

Alessia, la torinese "speciale" diventata campione del mondo di bocce
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Ci pregiamo informare i redattori titolisti di un "prestigioso" quotidiano in rete che in lingua italiana esiste il femminile campionessa.


mercoledì 25 settembre 2019

Un manuale di ortoepía


Crediamo di far cosa gradita alle gentili lettrici e gentili lettori, amanti della lingua italiana, segnalando loro questo "manuale di ortoepía". L'ortoepía è la "scienza che si occupa della corretta pronuncia delle parole".

martedì 24 settembre 2019

La corretta collocazione dell'avverbio

Il 20 agosto scorso abbiamo visto la "mal coniazione" di alcuni avverbi, oggi vogliamo spendere due parole sulla corretta posizione dell'avverbio nella proposizione.
     In linea di massima l'avverbio (o modificante) si pone accanto al termine cui si riferisce e che deve modificare (donde il nome "modificante", appunto);  di solito precede l'aggettivo e segue il verbo: quel ragazzo è straordinariamente intelligente; Paolo è veramente encomiabile perché lavora intensamente. All'avverbio si può dare anche un "valore enfatico" collocandolo prima del verbo, invertendo, cioè, l'ordine "naturale": incredibilmente ha vinto l'ultimo in classifica.
     Gli avverbi  cosí detti di valutazione o di giudizio (sí, sicuro, sicuramente, certo, certamente, ovviamente, davvero, esatto, esattamente, appunto, di sicuro, per davvero, per l'appunto, di certo ecc.) devono essere collocati - secondo la legge grammaticale - all'inizio della proposizione: sicuramente Lino e Marta questa sera andranno al cinema.
     Da notare, infine, che l'avverbio di quantità "assai" nella parlata del centro-nord precede, di solito, l'aggettivo: Giovanni è assai povero; in quella meridionale, invece, molto spesso segue l'aggettivo: Giovanni è povero assai.

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Due parole sul verbo "appetire" perché può essere adoperato transitivamente e intransitivamente, cambiando di significato. In alcuni tempi, innanzi tutto, si coniuga con l'inserimento dell'infisso "-isc-" tra il tema (o radice) e la desinenza: io appetisco, noi appetiamo. Usato transitivamente sta per "bramare", "desiderare vivamente": tutti appetiscono una vita agiata. Adoperato intransitivamente significa "piacere", ma soprattutto "destare appetito" e nei tempi composti può prendere sia l'ausiliare avere sia l'ausiliare essere: quel particolare cibo mi ha/mi è sempre appetito.

 

 

lunedì 23 settembre 2019

Sgroi - 30 - Perché "sei/enne" e "se/enne"?

di Salvatore Claudio Sgroi *

1. L'evento linguistico
          Fausto Raso nel suo intervento "Seenne o seienne?" ha acutamente individuato, come tante altre volte, un aspetto anomalo o contraddittorio della lingua italiana, casi non di rado sfuggiti ai linguisti, soffermandosi da grammatico normativista sul problema dell'accettabilità (corretto/errato).

 2. Analisi strutturale dei composti sei/enne e se/enne
         Da grammatici 'laici', può essere teoricamente intrigante individuare le diverse Regole alla base delle due forme Sei/enne e Se/enne, ampliando l'analisi a tutte le parole del paradigma lessicale formato dalle voci in -enne/-ienne.
     
Il Dizionario di De Mauro 2000 registra la voce -enne, etichettata "confisso" (in altri dizionari come lo Zingarelli o il Devoto-Oli "secondo elemento"), col significato lessicale di "anno", derivante "dal lat. -ĕnne(m), cfr. annus", presente "in parole composte indicanti l'età", per es. "sedicenne, diciottenne", ecc., attestate dal '300 in poi.

          2.1. Il paradigma dei composti in -enne, latinismi e neoformazioni, dal '300 al '900
          Grazie al CD-Rom del De Mauro 2000 è possibile individuare 44 lemmi in -enne attinenti ai numerali (compresi maggior-enne, minor-enne per enne), etimologicamente sia latinismi che   neoformazioni. Storicamente i 44 lemmi sono documentati come latinismi a partire dal '300 (decenne, perenne "dal lat. perĕnne(m)" 'che dura tutto l'anno', comp. di per- 'attraverso' ed -ennis '-enne'), nel '500 (trienne "dal lat. tardo triĕnne(m)"), nel '600 (settenne).
      E poi soprattutto nell'800 ci sono 7 latinismi (bienne "dal lat.  biĕnne(m)", centenne, dodicenne, novenne, ottenne, quinquenne, sedicenne), e 20 neoformazioni (cinquenne "comp. di cinque e -enne", diciottenne, duecentenne, maggiorenne, millenne, minorenne, novantenne, ottantenne, quarantenne, quattordicenne, quindicenne, seicentenne/secentenne, sessantenne, settantenne, tredicenne, trentenne, undicenne, ventenne, venticinquenne, ventisettenne).
        E nel '900: 12 neoformazioni (cinquantenne, diciannovenne, diciassettenne, plurienne "comp. di pluri- ed -enne", seienne/seenne, ventiduenne, ventinovenne, ventiquattrenne, ventiseienne / ventiseenne, ventritreenne, ventottenne, ventunenne) e un latinismo (sessenne "dal lat. sexĕnne(m)").

         3. La Regola-1: cancellazione della vocale nella neoformazione dei composti
         Dagli esempi di cui sopra emerge dominante la Regola-1 nelle neoformazioni dei composti, la cancellazione cioè della vocale finale (-a, -e, -i, -o) del primo elemento dinanzi alla vocale iniziale del secondo elemento -enne, ess.
        novantenne "comp. di novanta ed -enne", cinquenne "comp. di cinque ed -enne", ventenne "comp. di venti ed -enne", ventottenne "comp. di ventotto ed -enne", ecc.

 3.1. Regola-2: latinismi senza cancellazione della vocale
         Le apparenti eccezioni alla cancellazione della vocale si spiegano in quanto presenti in latinismi e non già in neoformazioni, così nel caso di trienne 1598 "dal lat. tardo triĕnne(m)" e non già *tr-enne; bienne 1855 "dal lat. biĕnne(m)" e non gìa *b-enne. È la Regola-2 dei latinismi o cultismi latini.

3.1.1. Regola-2a: neoformazioni senza cancellazione della vocale tonica
          La cancellazione non si applica ancora nel caso di vocale tonica, così nell'es. ventritreenne 1965: "comp. di ventitré ed -enne", anziché *ventritrenne. È la Regola-2a.
 
3.1.2. Neoformazioni senza cancellazione sul modello dei latinismi (Regola-2b)
  Qualche neoformazione non presenta tuttavia l'attesa cancellazione della vocale, così nel caso di plurienne 1906: "comp. di pluri- ed -enne", anziché il logicistico *plur-enne. Una spiegazione plausibile è che in questo caso deve aver agito la presenza dei latinismi tri-enne 1598, bi-enne 1855. Per il Diz. etim. della lingua italiana (DELI) di Cortelazzo-Zolli (1999) "Plurienne è formato sul modello di decenne", ma il rinvio a decenne è poco plausibile, considerata l'assenza della vocale -i".

         3.1.3. Composti oscillanti tra analogia dei latinismi (Regola-2) e Regola produttiva delle neoformazioni (Regola-1)
         Riguardo alla neoformazione sei/enne av. 1910, da cui abbiamo preso le mosse, in quanto "comp. di sei ed -enne", la mancata cancellazione della vocale -i, si può spiegare, come nel caso di pluri/enne, con l'analogia esercitata dai latinismi tri/enne 1598, bi/enne 1855. Il DELI spiega questa volta analogicamente la -i di sei/enne: "è formato sul modello di bienne".
       E non diversa è la spiegazione del composto ventisei/enne 1932 "comp. di ventisei ed -enne". (Il DELI omette tale lemma).
       Ma questi stessi due composti presentano anche la variante con cancellazione della vocale /i/: se/enne, ventise/enne. Ovvero agisce la Regola-1 delle neoformazioni produttive.

 4. Frequenza delle due varianti?
         Quanto a verificare quale delle due varianti -- sei-enne / se-enne, ventisei-enne, ventise-/enne   -- sia la più frequente, il lettore paziente potrà sbizzarrirsi con Google (libri).

  Sommario
1. L'evento linguistico
2. Analisi strutturale dei composti sei/enne e se/enne
  2.1. Il paradigma dei composti in -enne, latinismi e neoformazioni, dal '300 al '900
3. La Regola-1: cancellazione della vocale nella neoformazione dei composti
3.1. Regola-2: latinismi senza la cancellazione della vocale
3.1.1. Regola-2a: neoformazioni senza cancellazione della vocale tonica
3.1.2. Neoformazioni senza cancellazione sul modello dei latinismi (Regola-2b)
3.1.3. Composti oscillanti tra analogia dei latinismi (Regola-2) e Regola produttiva delle neoformazioni (Regola-1)  
4. Frequenza delle due varianti?   


* Docente di linguistica generale presso l'università di Catania

                         










domenica 22 settembre 2019

Ancora un "test" sulla conoscenza della grammatica italiana




Gli amanti/amatori della lingua italiana possono "misurare" la loro conoscenza della grammatica italiana… "misurandosi" con questo "test".

venerdì 20 settembre 2019

Concordare...

Ciò che stiamo per scrivere - siamo certi - non avrà l'imprimatur di qualche cosí detto linguista d'assalto se si dovesse imbattere in questo sito. Ma tant'è. Intendiamo parlare del pronome "ognuno" e del verbo "concordare".
     «Ognuna delle sue parole avrà un peso non indifferente sull'opinione pubblica, anche se non concordo con quanto detto dal ministro». Queste parole pronunciate da una "firma" del giornalismo in un "salotto televisivo" ci hanno fatto sobbalzare sulla poltrona. Perché?, vi chiederete. È presto detto.
      "Ognuna" è il femminile del pronome ognuno, che significa "ogni persona", "ogni uomo", non si può riferire, quindi - a nostro modo di vedere -  a una cosa. Le parole sono persone?  Non crediamo proprio. "Ognuna delle parole", se non proprio un errore ci sembra, dunque, un uso improprio del pronome che, alla bisogna, può essere sostituito con "ciascuna": ciascuna delle sue parole. Ciascuna, oltre tutto, al contrario di ognuna, avendo un valore distributivo distingue maggiormente ogni singola unità: ciascuna parola, vale a dire "parola per parola" esaminata singolarmente.
     E veniamo al verbo concordare, altro "errore" o uso improprio. Questo verbo, dunque,  può essere tanto transitivo quanto intransitivo. Nel primo caso ha i significati di: “stabilire una cosa di comune intesa” e “riuscire a mettere d’accordo persone che sono tra loro in dissidio o in urto”, quindi  “comporre divergenze”, “superare contrasti” e simili:  dopo lunghe trattative le varie fazioni hanno concordato un periodo di tregua; Giovanni e Mario hanno finalmente concordato un comune piano d’azione.
      Nel secondo caso assume il significato di coincidere: le tue idee concordano, vale a dire coincidono con le mie. In questo esempio il verbo concordare è costruito in modo corretto con la preposizione con. Quando, però, il predetto verbo sta per “convenire”, “essere d’accordo” si deve costruire con la preposizione (semplice o articolata) su: concordo con te su quanto hai detto, sono, cioè, d’accordo con te sulle tue idee. Si è d’accordo (si concorda), insomma, su una cosa, non con una cosa. Quest’ultima preposizione si adopera esclusivamente con le persone: concordo con Luigi su quanto ha esposto.     

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Seenne o seienne?

Anche in questo caso ci attireremo gli strali dei "linguisti doc" (sempre che  si imbattano in questo sito) perché condanniamo la grafia "seienne", ritenuta corretta da buona parte dei vocabolari dell'uso. "-enne", leggiamo dal Devoto-Oli, designa il «secondo elemento di composti formati modernamente, nei quali indica l'età specificata quantitativamente in anni dal primo elemento. Dal latino –ennis di (bi)ennis, (dec)ennis e simili».
    Questo elemento si aggiunge al numero cardinale togliendo la vocale finale: ottantaquattro, ottantaquattr> enne, ottantaquattrenne; sedici, sedic>enne, sedicenne; cinquantacinque, cinquantacinqu>enne, cinquantacinquenne, sei, se>enne, seenne.
 Non si capisce, dunque, perché tutti (?) i vocabolari dell'uso "consentano" il mantenimento della vocale finale "-i" in seienne e in tutti i composti (cinquantaseienne, ottantaseienne ecc.).