venerdì 30 dicembre 2022

Il superlativo di prodigo: prodighissimo? prodigalissimo?


C
hiariamo subito che l'italiano standaro (adattamento di "standard", proposto da Arrigo Castellani) prevede prodigalissimo anche se non mancano, in testi del passato, vari "prodighissimo". Perché prodigalissimo, dunque, e non, come ci si aspetterebbe, * prodighissimo? Lo apprendiamo dal Treccani in linea: "prodigalìssimo agg. – Forma usata come superlativo di prodigo, dal quale è tratto non direttamente ma attrav. il sost. prodigalità, non essendo attestato in ital. un agg. *prodigale (cfr. il problema analogo che si pone per l’avv. prodigalmente): il signor Ambrogio Vesconte ... ne lo spender circa i profumi era prodigalissimo (Bandello)". 

"Prodigale", invero, si trova in numerose pubblicazioni. Invitiamo, pertanto, i lessicografi a prenderle in considerazione e a mettere a lemma, nei vocabolari, l'aggettivo ritenuto "inesistente" (non attestato). Per quanto attiene a "prodighissimo" , di significato quanto mai trasparente (al contrario di prodigalissimo), perché non riesumarlo ridandogli il posto che merita nei vari dizionari dell'uso?

***

La lingua "biforcuta" della stampa

CARBURANTI

Benzina, dal 1° gennaio stop allo sconto sulle accise

------------------

Correttamente: dal 1 gennaio (1 senza esponente). Quest'orrore è diffusissimo, anche tra molta "gente di cultura". Perché senza esponente? Ce lo spiega la Crusca: Le indicazioni comprendenti anche mese e giorno sono introdotte modernamente da un articolo maschile singolare: «il 20 settembre 1870»". Per estensione, si può aggiungere che, nel caso di una data come 11/10/1989, l'articolo che vi si anteporrà sarà l' (seguendo la pronuncia della data: l'undiciottobre millenovecentoottantanove); stessa regola vale per le date che iniziano con 1: anche per queste, si considera il modo in cui tali date vengono pronunciate e quindi si scriverà il 1/2/2003 (cioè il primo febbraio duemilatré). Infatti, come specifica Serianni, "Per i giorni del mese si usa l'ordinale per il giorno iniziale [...], ma il cardinale per i giorni successivi, siano o non siano accompagnati dal giorno del mese [...]."

*

IL CASO

Azzannato da un'orsa, polemica sulla versione della vittima. I guardiaparco: "Ricostruzione poco lucida, mai successo prima"

----------------------

Questo titolo contiene due orrori: guarda, non "guardia" e singolare anziché plurale. Correttamente, dunque: i guardaparchi.

*

LA SALA DEL MESSAGGIO

Da dove ha parlato il capo dello Stato? Dall'ala neoclassica che fu studio di Napoleone

----------------------

Non vorremmo cadere in errore: sembra che Napoleone non abbia mai messo piede nel palazzo del Quirinale (sebbene, a suo tempo, sia/fosse stato "ristrutturato" per lui). Si veda qui.

Dallo stesso giornale in rete:

Da dove ha fatto il discorso Mattarella? Dall'ala neoclassica che fu studio di Napoleone

-------------------

Sarebbe stato "più italiano" se i titolisti avessero scritto "tenuto", "pronunciato" e simili in luogo di fatto.


 (Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: albatr0s@libero.it)


mercoledì 28 dicembre 2022

I parafiato o i parafiati?

 


Ci siamo imbattuti nel  blog "Terminologia etc." e abbiamo letto, a proposito del plurale di "parafiato" quanto segue: "In breve, la parola parafiato sfrutta un meccanismo di composizione molto comune in italiano ed è perfettamente formata. I composti verbo+nome come parafiato però sono quasi sempre invariabili e, a parte poche accezioni, hanno la stessa forma sia per il plurale che per il singolare: un parabrezza, due parabrezza; un paraschizzi, due paraschizzi. Ci si dovrebbe quindi aspettare i parafiato e per questo *parafiati risulta una parola anomala".

Ci spiace, ma dissentiamo totalmente sulla "spiegazione" del plurale dei nomi composti di un verbo + un nome. Non sono "quasi sempre invariabili", non hanno, cioè, la "stessa forma sia per il plurale che per il singolare". Occorre analizzare il nome composto. Sarà invariato se il sostantivo è formato con una voce verbale e un nome femminile singolare: il cavalcavia/i cavalcavia; il posacenere/i posacenere. Prenderà la regolare desinenza del plurale il nome composto con un verbo e un sostantivo maschile singolare: il passaporto/i passaporti; il parafango/i parafanghi. Parabrezza, dunque, resta invariato perché brezza è un sostantivo femminile singolare; paraschizzi, infine, resta invariato in quanto composto con una voce verbale (para) e un sostantivo maschile (già) plurale: un paraschizzi, due paraschizzi.

***

La lingua "biforcuta" della stampa

CRONACA

L'ex vigilessa laureata in Psicologia e le richieste di soldi ai genitori massacrati: cosa c'è dietro l'orrore di Padova | Morta la madre, il padre in fin di vita

----------------------

Nonostante le raccomandazioni dei linguisti (vocabolari) e della Crusca, in particolare, la stampa continua, "imperterrita", a scrivere *vigilessa in luogo della sola forma corretta vigile. Abbiamo, pertanto, il vigile e la vigile. Interessante la "Nota d'uso" di Sapere.it (De Agostini): Il nome vigile, secondo le normali regole della lingua italiana, è maschile o femminile secondo se si riferisce a uomo o a donna: il vigile, la vigile. È in uso anche vigilessa, che però può avere anche tono scherzoso o valore spregiativo, come tradizionalmente hanno avuto diversi femminili in -essa. Alcuni poi preferiscono utilizzare il nome vigile al maschile anche per una donna. Si tratta di una scelta che non ha basi linguistiche, ma sociologiche, e che comunque può creare, nel discorso, qualche problema per le concordanze. Il vigile urbano può avere nomi diversi a livello regionale: per esempio ghisa a Milano (per allusione scherzosa al cappello alto e rigido della divisa tradizionale), civico in alcune regioni dell’Italia settentrionale e pizzardone a Roma. Si tratta però di denominazioni antiquate, sempre meno usate se non quando si vuol fare del “colore locale”. In proposito stupisce il constatare che il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, attesti vigilessa, come forma corretta.

*

CRONACA

Commercio del carburante: scoperta maxi evasione da un milione e mezzo di euro

-------------------

Correttamente: maxievasione. I prefissi e i prefissoidi si scrivono "attaccati" alla parola che segue. Qui.











(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: albatr0s@libero.it)

lunedì 26 dicembre 2022

Santo Stefano: perché è un giorno festivo

 Scopriamo perché S.Stefano è un giorno festivo (Wikipedia)

Si veda anche qui

 



 

(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: albatr0s@libero.it)

domenica 25 dicembre 2022

Natale

 Tutto sul Natale  (da Wikipedia)





 

Natale: festa religiosa o festa laica? | Articoli | DLive Geografia

 

(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: albatr0s@libero.it)

sabato 24 dicembre 2022

Paracielo: invariabile?


Forse non tutti sanno cos'è il "paracielo" e se prende la forma del plurale. Vediamo, dunque, che cosa è spulciando il Treccani: " s. m. [comp. di para-1 e cielo], invar., non com. – Riparo che si stende in alto su qualche struttura (per es., su un pulpito, per far sentire meglio la voce del predicatore)". 

Il vocabolario suddetto (e altri dizionari) ritiene invariabile il termine in oggetto: il paracielo/i paracielo

Chi scrive, invece, sostiene la "variabilità" del sostantivo essendo composto di una voce verbale (para, da parare) e un nome maschile singolare (cielo) e i vocaboli così formati si pluralizzano normalmente, come stabilisce la "legge grammaticale". Quindi, tanti pulpiti tanti paracieli. Il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia è dalla parte dell'estensore di queste noterelle. Paracielo (da Wikipedia).

-------------

Il vocabolario Treccani, dopo le nostre noterelle, ha cassato la scrizione "invar.".


***

La lingua "biforcuta" della stampa


Roma, uomo muore e l'ambulanza non riesce a salire in casa: «Nel palazzo i citofono sono rotti da anni»

----------------------

A parte il refuso "i citofono", ci piacerebbe sapere come fa un'ambulanza a salire in una casa.

***

Il titolare di questo portale augura alle sue fedeli lettrici e ai suoi fedeli lettori un sereno Natale




(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse: albatr0s@libero.it)


sabato 17 dicembre 2022

Sgroi - 143 - Un nuovo scandalo a distanza di 50 anni: il "Qatargate"

 


di Salvatore Claudio Sgroi

 

1. L'evento sulla corruzione politica

È notizia, si può dire, internazionale lo scandalo del Qatar e dei politici corrotti, a seguito dell'"indagine della magistratura belga contro alcuni membri del parlamento Europeo rei di aver preso denaro dal Qatar per ammorbidire la posizione dell'UE nei confronti della Nazione mediorientale che ospita i Mondiali di calcio in corso", per dirla con Felice De Chiara in "Politica & Attualità" 14 dic. 2022.

Tra i politici coinvolti la greca Eva Kaili, vicepresidente del parlamento europeo; tra gli italiani, Antonio Panzeri, ex europarlamentare del gruppo dei Socialisti e democratici, Francesco Giorgi, compagno della Kaili con cui ha avuto una figlia, e assistente dell’eurodeputato PD Andrea Cozzolino e Niccolò Figà-Talamanca, a capo di una ONG.

Il Qatar, da parte sua, non brilla certamente per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e umani, o nei riguardi della comunità arcobaleno, ovvero Lgbtq+, senza dire dei 6.500 lavoratori migranti morti, a quanto sembra, nella costruzione degli stadi per le partite.

 

2. Lo scandalo del Qatar ovvero il Qatargate

La stampa on line, e non solo, ha quindi dato ampia notizia del fatto. Così si è potuto leggere nel Corriere della Sera: "Qatargate, Panzeri e i viaggi a Rabat e Doha: vide il capo degli 007 marocchini"; ne la Repubblica: "Qatargate, Giorgi confessa davanti ai giudici: “Ma ora liberate la mia compagna”"; ancora ne la Repubblica: "Qatargate, Giorgi tira in ballo Cozzolino e lui si difende: 'Indignato, non c'entro' "; in Open: "Qatargate, cosa c'è nell'indagine sul Pd Cozzolino"; in RaiNews: "Il Qatargate si allarga: si indaga anche su contatti tra eurodeputati italiani e servizi del Marocco"; ancora in RaiNews: "Qatargate, la montagna di denaro sequestrata: tra Kaili e Panzeri 1,5 milioni in contanti",  ecc.

 

2.1. Il derivato qatariota

Da segnalare altresì il derivato aggettivale qatar-iota col suffisso -iota  "usato in aggettivi e sostantivi etnici o in relazione con nomi geografici: cairota, rodiota, zairota",  De Mauro (2000), nell'istruttivo articolo del citato Felice De Chiara:

"Le polemiche sul Mondiale e la 'strategia' qatariota", per corrompere cioè "con beni di lusso e denaro alcuni politici" del parlamento europeo. Il nome Qatar col suffissato qatariota è sfuggito al monumentale Deonomasticon Italicum. Dizionario storico dei derivati da nomi geografici  e da nomi di persona di W. Schweickard 1997-2013 (4 voll.).

 

3. All'origine del Qatargate (2022) ci fu il Watergate (1972)

Come si può notare, in tutti i titoli giornalistici il concetto di "scandalo del Qatar" appare indicato, ovvero lessicalizzato, col neologismo Qatargate, tema centrale posto all'inizio degli articoli, costruito sul modello di Watergate. Il termine Watergate, formato da water 'acqua' e gate 'cancello', indicava a sua volta il complesso residenziale di Washington, sede del partito democratico, dove emissari del partito repubblicano fecero un'incursione per spionaggio, e passò successivamente a indicare lo scandalo suscitato da tale spionaggio che nel 1972 coinvolse il presidente degli Stati Uniti d'America Richard Nixon, costretto così alle dimissioni nel 1974.

 

3.1. La profluvie dei composti in -Gate

Da watergate nome comune, estraendo il costituente -Gate 'scandalo', si sono formati altri composti come Irangate, Irpiniagate, il wingerGate (1989): «Gary Hart il Wingergate», ovvero scandalo suscitato dall’attrice Debra Winger per la sua «relazione» col candidato democratico alla Casa Bianca Gary Hart. E dalla Francia è giunto il pechineyGate (1989), ossia «scandalo Péchiney»: «Pechineygate, una tempesta che sta lambendo l’Eliseo».

Nel Domenicale (1983-2003) del "Sole 24Ore" Watergate è in 35 documenti (1984-2002); Irangate (1987) in 5, Irpiniagate in uno (1988), Eltsingate un es. 1998, sexgate (con 4 ess. tutti del 1988).

L’elemento -Gate, in quanto testa a destra nei composti [nome + -Gate], è registrato nel De Mauro 2000, in Treccani-Simone 2003 con l’es. Irangate, nel Devoto-Oli et alii con gli ess. Irangate, sexygate; nel Garzanti 2020 con gli ess. Nigergate, Irpiniagate, in Zingarelli 2022 con gli ess. Irangate, sexgate, Irpiniagate, nei dizionari settoriali Bencini-Manetti 2005 con 5 ess.: chicken-gate, Cia-gate, Irpiniagate, Monica-gate, sexgate, Adamo-Della Valle 2003 (Monicagate, Zippergate), Adamo-Della Valle 20052 (Laziogate, Nigergate). Assente invece nel Sabatini-Coletti 2007. Il formante –Gate tende, come si può notare, a selezionare determinanti costituiti da nomi propri.

 

4. Uno scandalo classico: tangentoPoli (1992)


Accanto ai composti col determinato anglo-americano -Gate, l'italiano dispone anche di un determinato meno esotico come il greco -Poli, legato alla fortuna di tangentoPoli del 1992, ovvero ‘la città delle tangenti’, indicante per antonomasia Milano, travolta da uno scandalo dei suoi amministratori socialisti e democristiani (in primo luogo).

Tangentopoli è come Qatargate una neoformazione con testa categoriale a destra -Poli (il determinato), mentre il determinante (con aggiustamento in -o in tangento- per via della testa greca) è posto alla sua sinistra, con cancellazione della preposizione articolata (della).

Tangentopoli è diventato di moda dopo l’arresto, il 17 febbraio 1992, di Mario Chiesa, «presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano, arrestato con le mani nel sacco (una tangente di 7 milioni)». L’inchiesta Mani pulite fu avviata dalla magistratura milanese, con in testa il giudice Antonio Di Pietro, diventato «il magistrato di Tangentopoli».

 

4.1. Composti con -Poli ante 1992


Il termine tangentopoli è formato sul modello di neoformazioni come cosmoPoli (av. 1698), tendoPoli (1923), baraccoPoli (1970), roulottoPoli (1983), bambinoPoli, di latinismi come pentaPoli (2a metà XIII sec.), metroPoli (av. 1342), proPoli (av. 1498), di grecismi come acroPoli (1819), necroPoli (1820), di francesismi come megaloPoli (1978), ecc.

L’anglicismo monòpoli (1963) non ha invece niente a che fare semanticamente con tangentopoli, se non per pura assonanza. Il -Poli di monopoli (come -Polio nel latinismo monoPolio av. 1348) vale invece ‘vendere, vendita’.

Il -Poli di tangentoPoli è ancora lo stesso elemento che compare in toponimi come Costantinopoli ‘città di Costantino’, o anche Napoli ‘città nuova’.

Nel Domenicale del «Sole 24 Ore 1983-2003», tangentoPoli appare in 146 docc. in 10 anni (1992-2002). Nessun es. di bambinopoli, r(o)ulottopoli, pentatoli, propoli. Ma baraccopoli è in 10 docc., cosmopoli in 11, tendopoli in 12, megalopoli in 87, acropoli in 105, necropoli in 150, metropoli in 869.

Nel Tesoro della lingua letteraria italiana 1947-2006 (De Mauro 2007), mentre il famigerato tangentopoli è rimasto fuori, il paradigma dei composti con –Poli presenta una modesta creatività soprattuto nella toponomastica:

a) prestiti classici: acropoli (28 ess. in 8 testi), metropoli (43 ess. in 16 testi),

b) neologismi canonici: baraccopoli 1997, tendopoli 1976,

c) nomi propri occasionali: Ferropoli («Era una fumifera città rossa e nera (la chiamavano Ferropoli)» E. Rea, La dismissione 2002: 5 ess.), Ionopoli («Ora si chiamava Ionopoli» R. Calasso, Le nozze di Cadmo e Armonia 1989 p. 337),

        d) nomi propri canonici: Agropoli, Costantinopoli (13 occ. in 7 testi), Empoli (10 ess. in 2 testi), Ladispoli (M. Soldati 1954), Leopoli (3 es.), Napoli (903 volte in 57 testi), Nicopoli, Panopoli, Persepoli, Sebastopoli, Tripoli (202 volte).

Quanto ai composti con -polis, si tratta di nomi propri: Europolis  (titolo di un romanzo del 1933), Istropolis, Metropolis, Minneapolis.

 

4.2. -Poli degradato semanticamente a 'scandalo' post 1991


È appena il caso di dire che nessun dizionario (e nessun dizionario di neologismi) omette la neoformazione tangentopoli, che ha anzi costituito il punto di partenza per una miriade di composti in -Poli, tutti al negativo, con -Poli cioè degradato semanticamente dopo il 1991 a ‘scandalo’. Se bambinopoli significa ‘città dei bambini’ e non già ‘scandalo dei bambini’ è solo perché esso è stato formato prima dell’avvento di tangentopoli.

Per avere composti con -poli ‘città’ il parlante è obbligato a ritornare alla forma originaria -polis, da qui l’EtnaPolis ‘nuovo centro commerciale siciliano’ di qualche anno fa.


Ma tangentopoli è anche qualsiasi città lombarda, come Varese: «Bettino a Tangentopoli. Un ritorno in solitudine». Ovvero può indicare qualsiasi città-scandalo. È il caso di Roma: «Anas, una nuova ‘bomba’ scoppia su Tangentopoli». È il caso ancora della tangentopoli veneta, ovvero Padova: «Nella tangentopoli veneta [= Padova] entra anche lo storico caffè Petrocchi». È il caso altresì de «la tangentopoli calabrese», cioè Reggio Calabria. Tangentopoli diventa così sinonimo di «mondo degli scandali delle tangenti», «Anche i missini erano in tangentopoli».

Non meno frequente è tangentopoli per ‘scandali da tangente’: «Così i giornali stranieri raccontano Tangentopoli».

Tangentopoli indica altresì un referente personale, cioè ‘i corrotti, gli inquisiti per tangenti’: «Martinazzoli giura: niente sconti per Tangentopoli». E ancora tutti i protagonisti, inquisiti e inquisitori: «Tangentopoli sui carri», a proposito de «I protagonisti delle inchieste di Mani pulite ‘eroi’ delle sfilate al Carnevale di Viareggio».

Ma Tangentopoli non è solo italiana. La si ritrova in Francia: «Tangentopoli sulla Senna», non meno che negli Usa: «Una tangentopoli per Miss Dollaro», e nell’austero Giappone: «Tangentopoli del Sol Levante». Certamente non avrebbe mai immaginato la fortuna di Tangentopoli il giornalista Piero Colaprico che usò questa parola la prima volta su «la Repubblica» del 9.11.1991 in occasione della Duomo Connection.


Sommario

1. L'evento sulla corruzione politica

2. Lo scandalo del Qatar ovvero il Qatargate

2.1. Il derivato qatariota

3. All'origine del Qatargate (2022) ci fu il Watergate (1972)

3.1. La profluvie dei composti in -Gate

4. Uno scandalo classico: tangentoPoli (1992)

4.1. Composti con -Poli ante 1992

4.2. -Poli degradato semanticamente a 'scandalo' post 1991
















(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)