Riceviamo e pubblichiamo
Il Covid 19 ha fatto e sta facendo, purtroppo, numerosissime
vittime in Italia e nel mondo. Ma, almeno qui da noi, la vittima più illustre –
anche se nessuno la piange – è la lingua italiana. In effetti era già un
soggetto “fragile”: ora sta diventando una lingua morta. Riporto alcuni esempi:
·
Con una dead-line per un check già fissata: il 25 maggio, dopo
l’allentamento fissato per il 4 maggio, l’esecutivo valuterà un ulteriore downgrading
del lockdown. … dove possibile, verrà adottato lo smart-working.
·
… la realizzazione di nuovi Covid-Hospital …
·
Alla
luce anche del progressivo sviluppo di sperimentazioni avanzate, quali il “fast
track” ed il “see and treat”, … garantire la realizzazione di un sistema di
Triage infermieristico …
·
(per la mobilità) Smart
Transportation … car sharing … Broad Spectrum Model … incentivare la mobilità sharing …
·
Il governo ci darà gli holiday bond
·
Ovviamente la ripresa si chiama start eghèn (again), e
avverrà grazie ai recovery fàund (sì, proprio così: trovati, per
esprimere la speranza di poterli davvero trovare)
·
Blockchain, ICT, micro generazione distribuita ed efficienza energetica
saranno i binari su cui si muoverà il progetto GECO per trasformare il
quartiere Pilastro-Roveri in una Smart Renewable Energy Community. (questa è nata prima del Covid 19, ma è sempre in auge)
·
Naturalmente il post-Covid sarà tutto a base di green economy
ed e-commerce; le aziende (magari su piattaforme crowdfunding)
dovranno badare ad attraction e retention e puntare sullo knowledge
management, con team che operano in network, avendo personale
selezionato tramite video-interview ed assessment, badando non
solo alle competenze hard, ma anche alle soft skills. Non devono
mancare le digital skills, per la gestione di Big Data, cloud, cyber
security. E-commerce, internet of things.
Ecco un elenco di nuove professioni (da Focus lavoro: le professioni
digitali in ascesa post Covid-19):
- Area Big
Data
- Big Data
Specialist
- Big Data
Architect
- Area Cyber
Security
- Cyber
Security Consultant
- Security
Architect
- Area
applicazioni web-based
- Mobile App
Developer
- Front-End/Back-End/Full
Stack Web Developer
- Web Designer
- Area Digital
Marketing
- SEO
specialist (Search Engine Optimization)
- SEM
specialist (Search Engine Marketing)
- Social media
manager
- Content
Manager
Queste nuove professioni si aggiungono ad altre di nascita
piuttosto recente, quali Wedding & event planner, Wedding travel
coordinator, Social media wedding concierge, Graphic designer,
Fashion designer, Interior, light & sound designer, Influencer,
Green consultant, Digital fundraising officer …
Dall’annuncio di un seminario di formazione:
·
Assicurazioni,
Asset green, economia circolare, finanza strategica tecnologica e blockchain.
Per governare la volatilità del nuovo mondo post covid non basterà una laurea
in economia. Le aziende avranno bisogno di nuove competenze. Saper lavorare in
smart working, utilizzare piattaforme evolute di fintech, essere financial
controller anche a distanza con competenze di project management e di
compliance per piccole, medie e grandi aziende che cercheranno giovani
altamente qualificati sarà il tuo obiettivo grazie ad una formazione di ultima
generazione. IL MASTER ON LINE IN CORPORATE GOVERNANCE, FINTECH E PROJECT
MANAGEMENT DI MASTERANDSKILLS E' STATO PROGETTATO PER RISPONDERE SUBITO ALLA
RICHIESTA DEI NUOVI PROFESSIONISTI DELLA FINANZA POST COVID.
Sentiti alla radio (RAI) il 26/06 mattina:
·
“… lok daun, altrimenti detto chiusura totale” (immediatamente ho pensato, a proposito di colui che stava
parlando: “imbecille, altrimenti detto stiupid”)
·
“… i focolai, cioè i claster” (chissà
se gli inglesi, invece di cluster, usano il termine focolai …)
In
mancanza d’altro, anche il francese va meglio dell’italiano: triage (=
smistamento) e pre-triage hanno il pregio, oltre alla brevità, di non
essere comprensibili alla maggior parte di coloro che si recano al
pronto-soccorso.
Ciò
che più mi preoccupa è l’evoluzione anglofona, in questi mesi di clausura,
della pubblicità. Gli specialisti del ramo sanno bene quali parole usare per
catturare l’attenzione dei potenziali compratori: quindi il ricorso massiccio
all’inglese è certamente conseguenza del fatto che la maggioranza degli
italiani considera “morta”, cioè non più in grado di destare emozioni, la nostra
lingua. Siamo arrivati addirittura a pubblicità (caffè, birra) interamente in
inglese, sottotitolate in italiano.
Nella
cittadina di 30.000 abitanti in cui vivo, gli esercizi commerciali stanno
completando il processo di “inglesizzazione”. Ne cito una parte: Borderline
Cocktail Bar, Planet Bar, Green Cafè, Fornace Black Bar, A-Team, Bar Happy
Oasys, Cafè Royal, Maison Delibì, Village, Alien Project, Wood, Puff Store, 3
Store, Eco Store, Happy Casa Store, Outlet Store, Lube Official Store, Iriparo
Store, Lori Store, Smarteasy-Ennova Store, Energy Store Eni, Intimissimi Store
… Il Kiko Store espone il cartello con le “Store opening hours”!
E
l’Accademia della Crusca che fa? È tutta intenta ad accogliere parole nuove (si
sa, la specialità nazionale deve essere l’accoglienza); ne cito alcune, prese
dal loro sito: blastare, bralette, bufu, dressare, droplet, eskere, foodie,
friendzonare, ghosting, hater, hipster, influencer, sextortion, skillato,
spoilerare, whatsappare. Sarò antiquato, ma sento un principio di
voltastomaco.
Concludo:
in ogni frase che pronunciamo o scriviamo c’è una parola-chiave (talvolta due o
tre) che esprime il concetto principale; le altre parole servono per completare
o rafforzare il concetto, o per abbellire la frase, o per renderla più circostanziata,
scorrevole e armonica. Oppure ancora per ridondanza, fattore ben noto nella
teoria della comunicazione. Ormai la parola-chiave deve essere in inglese;
le altre possono essere in italiano. Come sulla lapide di una tomba: nome e
cognome del defunto, date di nascita e di morte. Poi vi possono essere parole
encomiastiche, doglianze dei parenti e simili: tutte prive di significato per
chi le legge.
Condoglianze
Pier Paolo Falcone
(Località non specificata)