martedì 31 luglio 2018

Autodemolitore e... autodemolizione

Ancora per la serie "la lingua biforcuta della stampa"

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Come chiaramente specificato altre volte (l'ultima il 2 luglio scorso), l’autodemolitore è la persona che opera in un’officina di autodemolizioni. È in fiamme, quindi, non l’operaio ma lo “stabilimento”.
Autodemolizione (Treccani)
Autodemolitore (Treccani)
Le cose stanno cosí, se si vuole diffondere la lingua correttamente. E la stampa, che divulga anche… “cultura linguistica”, dovrebbe mettere molta cura nel “propagare” la Lingua (quella con la “L maiuscolata”). Ma tant’è.

domenica 29 luglio 2018

È l'avemmaria, l'ora di andar via...


È l’AVEMMARIA. Chi sta in casa d’altri vada via.
 Si tira in ballo quando si vuol mandare via una persona che si è presentata in casa all’improvviso. Quest'espressione è legata a un aneddoto della Roma papalina. Si racconta che una popolana di Trastevere si era preparata una pizza, all’improvviso andò a trovarla una comare; la donna non volendola offrire, ancora calda, se la mise sotto il sedere. La comare, accortasi del gesto, non accennava ad andarsene, mentre la pizza scottava sempre di piú. Finalmente suonò l’avemmaria e la trasteverina pronunciò la famosa frase. Al che la comare rispose: non è l’ora che vi  interessa, ma la pizza che vi scotta. Simpatica la filastrocca romanesca che accompagna il modo di dire: Chi sta a casa d’antri se ne vadi via./ nun dico a vvoi commare mia./ state puro quanto ve pare./ Ma s’io stassi a casa vostra./ Come state a ccasa mia./ Pijerebbe la strada e me ne annerebbe via./ Nun è ll’ora che v’importa./ È la pizza che ve scotta.

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La parola proposta da questo portale, non a lemma nei vocabolari dell'uso: lutifigulo. Sostantivo maschile: colui che fabbrica e vende vasi. Sinonimo di vasaio.

mercoledì 25 luglio 2018

Sgroi - L'inglese e l'italiano: alternativa? No Arricchimento: sí





Un articolo di Salvatore Claudio Sgroi - docente di linguistica generale presso l'Università di Catania - pubblicato sul sito della Treccani.

sabato 21 luglio 2018

L'aerometro e... l'areometro


Si presti attenzione ai due sostantivi del titolo, pressoché simili nella scrittura (non uguali), ma con significati diversi (“aerometro” e “areometro”). Il primo è composto con le voci greche “aèros” (aria) e “mètron” (misura) e indica uno strumento che si usa per determinare i gradi della rarefazione o condensazione di un dato volume d’aria. Il secondo, che si scrive senza l’inserimento della “e” tra la vocale “a” e la consonante “r”,  è, invece, uno strumento galleggiante di metallo o di vetro che serve a misurare la gravità dei liquidi. Si scrive senza la “e” perché è formato con le voci elleniche “araiòs” (fluido) e “mètron” (misura). Attenzione, quindi, c’è l’ “aerometro” che è una cosa e l’ “areometro” che è un’ altra cosa.  E a proposito di parole composte con la voce greca “aèros”, tipo aeroporto, aeronautica, aerodinamica, aerazione e simili, invitiamo la televisione di Stato e quelle commerciali a controllare l’esatta grafia dei “grafici” prima di mandarli in onda. Qualche sera fa abbiamo letto su un “grafico” di un tg di Stato “Arenautica” in luogo della forma corretta “Aeronautica”. E prima ancora  “Aereonautica”. Sarà bene ricordare che tutti i sostantivi con il prefisso “aer” non prendono mai la “e” dopo la “r”: aerostazione, aerodinamica e via dicendo. Solo per l’aggettivo “aereo” si deve conservare la “e”: veduta aerea.


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La parola proposta da questo portale (non schiettamente italiana, pur rifacendosi al padre del nostro idioma), ripresa dal Treccani: felibre. Si veda anche qui.


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Finalmente! L'Accademia della Crusca - per bocca di un suo accademico - ha "sentenziato" che sotto il profilo squisitamente linguistico in Italia non c'è un premier, ma un presidente del Consiglio (dei ministri).


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Sempre per la serie "la lingua biforcuta della stampa"

Interviene la polizia. Il medico se l'è cavata con 3 giorni di prognosi per stato d'ansia. In Sicilia 13 casi di violenza in 4 mesi. La ministra Grillo: "Inaspriremo le pene" (qui)
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Chiediamo ai redattori del giornale in questione quando il sostantivo prognosi ha acquisito l'accezione di "malattia" o "trauma". Nei vocabolari in nostro possesso non vi è traccia. Vediamo ciò che riporta il vocabolario Treccani alla voce prognosi.


domenica 15 luglio 2018

"Requisiti richiesti"


Quesito: 

Paola C. e Giuseppe C., entrambi di Roma, ci chiedono se eleggibile e eligibile possa-no essere usati in riferimento a qualcuno che è in possesso dei requisiti richiesti per svolgere un’attività o partecipare a uno studio clinico. Claudio M., dalla provincia di Livorno, scrive di aver letto sui quotidiani il termine eligibilità a lui del tutto nuovo e vorrebbe conoscerne il rapporto con eleggibilità. Nicola G. da Bari nota che nei bandi di concorso si leggono spesso espressioni come "Criteri di eleggibilità: sono eleggibili ai fini dell'ottenimento del contributo i candidati...". Ritiene che si tratti di un calco sull’inglese to be eligible for ‘avere diritto a’, ‘essere in possesso dei requisiti per’. E si domanda se non sarebbe più corretta una formulazione come "Requisiti  di ammissione: sono ammissibili, ai fini dell'ottenimento del contributo, i candidati...". Infine Uranio M., che ci scrive dalla provincia di Viterbo, ritiene che vi sia una differenza di significato tra eligibile / eligibilità e eleggibile / eleggibilità: a suo parere è eligibile “colui che è idoneo […] ha i requisiti richiesti per un determinato scopo. Eleggibile invece [è] colui che ha requisiti e idoneità per essere eletto, ossia nominato ad assumere una carica o ruolo specifico".

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Spiace costatare che anche gli esperti dell'Accademia della Crusca cadano - nel rispondere ai quesiti - nel trabocchetto della tautologia (requisiti richiesti). Requisito - giova ricordarlo - significa "cosa richiesta, necessaria" provenendo dal latino "requisitum", participio passato di "requirere" (chiedere, esigere), composto di "re(s)" e "quaerere" (cercare, chiedere) e vale "cosa richiesta". Richiesti, pertanto, è  "dentro" i requisiti (e non c'è alcun bisogno di specificarlo). Riproponiamo, in proposito, un nostro vecchio articolo.



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La parola proposta da questo portale, ripresa dal Treccani: paremiologia. Sostantivo femminile con il quale si indica l'attività tesa allo studio dei proverbi. Per un approfondimento si veda qui.

sabato 14 luglio 2018

Parlare a vanvera






Come è nata l'espressione "parlare a vanvera" secondo Bianca Pitzorno.

giovedì 12 luglio 2018

Abusare: uso e... abuso


Un interessante articolo di Vittorio Coletti (Crusca) sull'uso corretto del verbo abusare.

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La parola proposta da questo portale: edulio. Sostantivo maschile atto a indicare il companatico.  

lunedì 2 luglio 2018

Poveri autodemolitori!


Roma: Raggi, chiusi 60 autodemolitori, ora legalità dopo i tanti roghi degli scorsi anni (qui)

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Ci piacerebbe conoscere il luogo e l'edificio in cui sono state (rin)chiuse queste sessanta persone addette alla demolizione delle automobili. Sí, proprio cosí. Questo è, infatti, in lingua italiana, il significato di autodemolitore. I titolisti del giornale avrebbero dovuto scrivere, correttamente, "60 autodemolizioni", vale a dire le officine dove si raccolgono le auto destinate alla demolizione.

domenica 1 luglio 2018

AVVISO


Nei mesi di luglio e agosto questo portale sarà "aggiornato"* saltuariamente. Auguriamo ai nostri gentili lettori, amanti della buona lingua (ma anche a coloro che non la "amano"), una felice estate.

* Qui