martedì 28 febbraio 2023

La gazzarra, il gallo e l'endice


V
ediamo qualche curiosità linguistica, anzi alcune storie di parole che adoperiamo ogni giorno senza conoscerne il significato recondito.

Cominciamo con gazzarra che significa – come tutti sappiamo – «suono tumultuoso di voci umane e di strumenti», «strepito». Questo termine non è affatto volgare, come alcuni erroneamente ritengono, ed è di origine araba: algazara. In arabo, appunto, significa grido di guerra.

Il gallo, l’animale da cortile a tutti noto, trae il nome dal latino gallus che, a sua volta, si riattacca alle radici indoeuropee gal o gar che significano chiamare, gridare. Il gallo, per tanto, è il volatile che grida, che canta, che chiama. Il gallo ci ha fatto venire alla mente la... gallina e le sue uova.

E a proposito di uova, sapete perché l’uovo di marmo che si mette nel nido della gallina per invitarla a deporvi le sue uova si chiama endice? Semplice, non è altro che il latino index (indice). L’endice (l’uovo di marmo) è, quindi, un oggetto che si lascia per indicazione, per segno. Sinonimi: nidiandolo e guardanidio (o guardanido).

Restando in tema di animali, in particolare canori, vediamo da dove trae il nome il cardellino, l’uccello canoro simile a fringuello. Guarda caso, occorre richiamarsi sempre al... latino. I Latini chiamavano carduelis questo uccellino perché lo sapevano ghiottissimo di semi di... cardo.


***

La lingua "biforcuta" della stampa

L'uomo che vuole salvare la rana più grande del mondo

-----------------

Quando gli operatori dell'informazione, "dispensatori di cultura", capiranno che il mondo non si può prendere come "termine di paragone"?

*

Contromano sul Lungotevere senza patente nè assicurazione e revisione: multa da 7 mila euro

---------------

Correttamente: né revisione (tralasciando il "né" con l'accento errato: deve essere acuto) e multa "di" 7 mila euro.

*

Giffoni

Piccoli attori cercasi per il nuovo film del Premio Oscar Salvatores

-----------------

In lingua italiana: cercansi (o si cercano). Non è un "si impersonale", ma "passivante" (piccoli attori vengono cercati).


 

(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)

lunedì 27 febbraio 2023

I "mangiafuochi"


S
iamo certi che quanto stiamo per scrivere svuoterà la faretra dei "linguisti doc": non avranno più strali da lanciarci. Ma tant'è. Intendiamo parlare di un plurale snobbato dai linguisti e dai lessicografi e non attestato, pertanto, nei vocabolari: mangiafuochi. Non capiamo, infatti, per quale motivo il sostantivo mangiafuoco non debba avere il normale plurale, se non altro per analogia con mangiapopoli. Il vocabolo in oggetto è composto di una voce verbale (mangia) e di un sostantivo maschile singolare (fuoco) e, secondo la grammatica, i sostantivi così formati prendono la normale desinenza del plurale. Diremo, quindi  --  e a nostro avviso correttamente  --  che nella piazza del paese si esibiscono alcuni mangiafuochi. Gli stessi strali dovrebbero colpire gli autori di numerose pubblicazioni, i quali, "con coraggio linguistico", hanno immortalato nelle loro opere il plurale ritenuto errato (o inesistente). Invitiamo, presuntuosamente (?), i vocabolaristi a... meditare sull'eventuale lemmatizzazione del termine sdoganato da vari autori. Una curiosità: il dizionario Sabatini Coletti (in rete) non attesta neanche il singolare.

***

La lingua "biforcuta" della stampa

IN ARABIA A RIAD

Mukaab, l'edificio più  grosso del mondo: cubo di 400 metri di lato

----------------------

Siamo alle solite: quanto è grosso il mondo?

*

Bassano/Tezze sul Brenta

Meningite, 17enne ricoverato in prognosi riservata al San Bassiano

---------------------

Non ci stancheremo mai di ripetere che la prognosi non è un reparto ospedaliero, ma la "previsione" sulla durata e sull'esito di una malattia o di un trauma. Correttamente, quindi: con prognosi riservata.











(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)

sabato 25 febbraio 2023

Molto migliore? Sì, molto migliore

 


Crediamo sia giunto il momento di sfatare una regola - inculcataci ai tempi della scuola - secondo la quale non è corretto adoperare "molto" davanti ai comparativi "maggiore", "migliore", "minore" e simili. È una regola del tutto arbitraria e, quindi, da non seguire. "Molto" davanti ai comparativi assume valore avverbiale con il significato di "grandemente", "in grande misura". Si può benissimo dire, per esempio, il tuo libro è "molto migliore" del mio, vale a dire è "in grande misura meglio" del mio.

Una prova del nove? Si può dire quel libro è "molto piú grande"? Sí. Piú grande non è un comparativo che equivale a "maggiore"?
E che dire del verbo "scancellare", anche questo messo al bando dalla scuola? È un verbo correttissimo, invece. La "S" ha un valore intensivo come in "sbattere". Come è corretto il verbo "sbattere", dunque, cosí è corretto il verbo "scancellare". Scancelliamo dalla nostra mente, quindi, queste baggianate scolastiche, come quella che "proibisce" l'uso di "dunque" o del gerundio all'inizio di una frase.

***

La lingua "biforcuta" della stampa

I DATI DAI COUNSELING

Studenti universitari e salute mentale: il diritto a stare bene

-----------------

Meglio, molto meglio, per non dire "più corretto": il diritto di stare bene.

 

*

La distesa di lenzuola bianche che copre i cadaveri

-------------------

I cadaveri sono coperti dalla distesa?

*

Diretta Barcone naufragato era stato avvistato ieri: 45 morti, 80 dispersi. Mattarella: "Indispensabile impegno Ue contro trafficanti". Meloni e Pientedosi: stop partenze

--------------------

È mai possibile che non sappiano che il ministro dell'Interno si chiama Piantedosi?


















(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)

venerdì 24 febbraio 2023

Grazie, grazie davvero


O
ggi va di moda l'espressione "grazie, grazie davvero". Non c'è conduttore radiotelevisivo che non congedi i suoi ospiti con un "grazie, grazie davvero". Si ringrazia anche per finta? Sembrerebbe di sì, stando alla "analisi della lingua",  perché chi ringrazia sente il bisogno di aggiungere quell'avverbio: il mio ringraziamento è "vero", non è "finto", "lo dico seriamente". Ci sembra una grande "sciocchezza linguistica". Si dice "grazie", punto e basta. Grazie, propriamente plurale di grazia, è, stando alla lingua, un'interiezione che serve a esprimere la propria gratitudine: grazie per essere venuto in mio soccorso. E la gratitudine, secondo chi scrive, non può essere finta. Quindi, ripetiamo: grazie, punto e basta.

***

Cartamonete o cartemonete?

Le persone che non "masticano" bene la lingua italiana non sanno come regolarsi per formare il plurale di "cartamoneta". I vocabolari non aiutano, anzi...
Su nove vocabolari "spulciati" solo sei concordano (ma, secondo chi scrive, contravvenendo alle norme che regolano la formazione del plurale dei nomi composti). Il solo plurale "corretto" – a nostro modo di vedere - è cartamonete, perché è un sostantivo composto di due nomi dello stesso genere e secondo la "legge grammaticale" nella forma plurale cambia la desinenza del secondo elemento. Vediamo, ora, il "verdetto" dei vocabolari consultati.
GRADIT: cartemoneta; Devoto-Oli: cartemonete; Sabatini Coletti: cartemonete; Treccani: cartemonete; Zingarelli: solo singolare; Gabrielli: solo singolare; Garzanti: cartemonete; De Agostini: cartemonete; Sandron: cartemonete. Il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, in proposito... tace, anzi, non lemmatizza il sostantivo.

 















(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)