Dalla rubrica di lingua del quotidiano la
Repubblica in rete:
Marco G. scrive:
Gentile linguista,
ho letto su un diffuso giornale italiano
la seguente frase, scritta da un noto storico:
“Alla fine non sarà un editoriale di un
giornale, non sarà l’opinione di qualche illustre studioso e neppure, temo, le
parole del Papa a decidere se quella che stiamo vivendo è una guerra di
religione”.
Ho il dubbio che quel “sarà” non sia
corretto per indicare “le parole del Papa”. Avrebbe dovuto scrivere “saranno”.
Non crede?
Grazie.
Grazie.
linguista_1 scrive:
In effetti, avrebbe dovuto scrivere
"saranno": evidentemente la coniugazione al singolare è ancorata sul
precedente soggetto ("l’opinione di qualche illustre studioso"). Di
solito queste cose succedono quando si scrive una certa cosa e poi magari si
corregge (ipotizzo - ma la mia è una sorta di divinazione - "non sarà
l’opinione di qualche illustre studioso e (non sarà) neppure, temo, quella del
Papa...").
Rocco Luigi Nichil
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A nostro modestissimo avviso quel
"sarà" non è affatto errato. Rispecchia, infatti, le regole che...
regolano la concordanza del verbo con il soggetto. Il verbo si può mettere tanto
nel singolare quanto nel plurale quando i soggetti inanimati esprimono un unico
concetto, una medesima idea (editoriale, opinione, parole); quando i soggetti
si intendono collegati a uno stesso verbo (nel caso specifico
"sarà"). Il Divino ci dà un bell'esempio: «Grandine grossa, acqua tinta
e neve / Per l'aere tenebroso si riversa».
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