lunedì 30 giugno 2025

Il lamento di Adoperare: un'eleganza messa all'angolo

 

C’era una volta, nel Regno delle Parole, un verbo di nobile lignaggio, Adoperare. Viveva in una villa del modo congiuntivo, ai margini del Bosco Semantico, dove ogni frase aveva il profumo delle intenzioni e l'eleganza dell'attenzione.

Era un verbo amato dai poeti e dagli oratori. Diceva spesso, con un tono che tradiva un po’ di nostalgia: Ho adoperato ogni mia energia per aiutare chi ne aveva bisogno. Occorre adoperare buon senso, soprattutto nei momenti difficili. Adoperò parole gentili, scegliendole con attenzione.

Ma i tempi erano cambiati. Sulle bocche di tutti si aggirava il giovane Usare. Pratico, informale, ubiquo. Lo si sentiva dappertutto: Ho usato il trapano per appendere quel quadro. Puoi usare questa 'app' per tradurre istantaneamente. Ha usato parole dure, e ha ferito qualcuno.

Un giorno, durante una sessione del Gran Consiglio dei Verbi, Adoperare prese la parola. Si alzò in piedi, la voce colma di dignità e risentimento: Colleghi, mi stanno cancellando! Un tempo ero chiamato per ogni impresa sentita. Ora mi si sostituisce con un verbo… generico.

Un borbottio percorse l’aula. Ma fu allora che si levò un verbo arcigno ma saggio, Adoperarsi, fratello maggiore di Adoperare: La lingua non è mai ferma, fratello. Ma sappi che chi vuole dire qualcosa con amore e intenzione, ti cercherà. Nessuno adopererebbe te per caso.

I presenti annuirono. Anche il verbo Rammemorare, che raramente interveniva, sussurrò: Ricordate quando nel 1955, durante una storica conferenza a Torino, un anziano professore di retorica disse: "In questa aula oggi ci siamo adoperati con fermezza e rigore per difendere l'eleganza della parola?" Lo ricordano ancora in tre generazioni di grammatici.

Fu allora che Adoperare si commosse. E capì: non era la quantità delle sue apparizioni a determinarne il valore, ma la qualità. Rimase così a disposizione di chi, come i veri amanti della lingua, sa riconoscere la differenza tra un termine utile e una parola scelta.

Da allora, proseguì il suo viaggio nella lingua quotidiana, ma con una nuova consapevolezza. E ogni volta che qualcuno voleva dire qualcosa con animo, riflessione o rispetto… Adoperare tornava a vivere.

Adoperare, dunque, quando si vuole esprimere attenzione, cura, partecipazione consapevole. Quando l’azione è accompagnata da sentimento, intenzione o eleganza stilistica. È il verbo delle scelte ponderate, delle frasi che chiedono rispetto.

Usare, allorché si tratta di uno scopo pratico, funzionale, immediato. Quando l’azione riguarda uno strumento, un oggetto, un’applicazione del quotidiano, senza necessariamente aggiungere peso emotivo o raffinatezza.



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