domenica 1 giugno 2025

Il piccolo stradalista e la segnaletica fantasma

 

Nel cuore della verde vallata di Viaria, un villaggio prospero si distingueva per le sue strade larghe e sicure. I viandanti percorrevano sentieri chiari e ben segnalati, e tutto sembrava funzionare alla perfezione.

Ma un giorno, improvvisamente, accadde qualcosa di strano. Le indicazioni stradali cominciarono a svanire, i cartelli si scolorirono e le strisce sulla carreggiata si dissolsero come se il vento le avesse portate via.

Il villaggio precipitò nel caos. Le carrozze si smarrivano, i mercanti non trovavano più il mercato, e persino gli uccelli esitarono a volare, confusi dalla mancanza di punti di riferimento.

Non era la prima volta che Viaria affrontava difficoltà legate alle sue strade. Fortunatamente, c’erano sempre stati gli stradini, operosi custodi della viabilità, che con pale, martelli e sudore riparavano le buche, rinforzavano i ponti e sgombravano i sentieri dopo le tempeste. Il loro compito era chiaro: mantenere le strade percorribili, proteggerle dall’usura e dagli elementi. Tuttavia, la crisi di Viaria non riguardava le strade in sé, bensì ciò che le rendeva comprensibili: la segnaletica.

Tra la folla preoccupata, un bambino, Ugolino, curioso e attento, ascoltava in silenzio. Egli sapeva che senza segnaletica, nessuno avrebbe potuto viaggiare in sicurezza. Così, armato di pennelli e colori brillanti, uscì nella notte e si mise al lavoro.

Disegnò frecce dorate che brillavano anche al buio per indicare la giusta direzione.

Rinnovò le strisce pedonali, affinché i bambini potessero attraversare senza pericolo.

Riparò i cartelli caduti, li rinforzò e incise nuove indicazioni per i viandanti.

Inventò un segnale segreto, un piccolo simbolo scolpito sulla strada, per guidare chi si avventurava nel bosco.

All’alba, il villaggio si svegliò e trovò le strade completamente trasformate. Gli stradini, abituati a rattoppare crepe e sistemare pavimentazioni, guardarono con stupore il lavoro di Ugolino: non era una semplice riparazione, ma una vera e propria rinascita della viabilità. Le strade erano integre, sì, ma senza segnaletica sarebbero rimaste inutili. Quel giorno, gli abitanti capirono che serviva qualcuno che vegliasse non solo sulla solidità delle vie, ma anche sulla loro leggibilità e sicurezza.

I saggi, ammirati dalla sua impresa, proclamarono Ugolino “Primo Stradalista” di Viaria. Ma gli abitanti sapevano che un titolo da solo non bastava: il mondo doveva riconoscere l’importanza (e il ‘valore’) di questo importante mestiere.

Così, decisero di inviare una petizione ai grandi lessicografi, chiedendo che il neolemma "stradalista" fosse attestato nei vocabolari e diffuso dalla stampa. Scrissero lunghe lettere, raccogliendo firme da ogni angolo, raccontando la storia di Ugolino e spiegando perché nessun altro termine poteva descrivere al meglio chi proteggeva la viabilità e la sicurezza stradale. La loro speranza era che, un giorno, la neoformazione, "stradalista", diventasse ufficiale, riconosciuta da tutti.

Da allora, nel villaggio e nei paesi limitrofi, gli stradalisti e gli stradini continuarono a ‘vegliare’ sulle strade, lavorando fianco a fianco: gli stradini garantivano la resistenza dei percorsi, mentre gli stradalisti assicuravano, con la segnaletica, che nessuno si smarrisse.









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