giovedì 3 ottobre 2019

Tenere non significa "giudicare", "reputare", "stimare" (e simili)

Il verbo "tenere" non è sinonimo - come molti credono, e tra questi anche "gente di cultura" - di "stimare", "reputare", "giudicare" e simili. Le espressioni comuni, pertanto, "tenere in molto o poco conto", "tenere in molta o poca considerazione" (una persona) sono da gettare, decisamente, alle ortiche.
     Sí, sappiamo benissimo che molte cosí dette grandi firme le adoperano a ogni piè sospinto; ma sappiamo anche che molte "grandi firme", facendosi scudo del proprio nome, adoperano la lingua a loro piacimento non rispettando, assolutamente, le "piú elementari" norme sintattico-grammaticali, inducendo in errore i malcapitati studenti (a proposito, non sappiamo se ancora si commentano i giornali nelle aule scolastiche).
     Voi, cortesi amanti/amatori della lingua di Dante e di Manzoni, non seguite questi esempi negativi. Non usate -  come abbiamo letto in un articolo di un "giornalista di fama", che non menzioniamo per carità di patria, il predetto verbo anche nelle accezioni di "importare", "volere", "desiderare", "premere". Tutte forme dialettali che in uno scritto sorvegliato sono da matita blu.


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La parola proposta da questo portale, tratta dal De Mauro: incuculito. Aggettivo che sta per "ostinato", "intestardito".

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