1. L'evento
linguistico
In un rilevante articolo di un collega-filosofo si è potuto di
recente leggere il seguente periodo:“Così mi sono astenuto dallo scriverne per esteso, aspettando tempi migliori, quando gli animi si sarebbero placati, la situazione fosse divenuta più chiara e sarebbe stato utile fare una riflessione serena su quanto accaduto (e continua ad accadere)”.
2. Analisi sintattica del periodo
Un periodo relativamente complesso, quello di cui sopra.
E per lunghezza: 38 parole. Uno stile quindi "molto difficile" a partire da 29 parole o più stando all'indice di facilità di lettura di Flesh (20 essendo la lunghezza in parole di uno stile 'standard').
E sintatticamente: una frase complessa costituita da 9 frasi semplici: una principale con 8 dipendenti costruite a grappolo, con alcune coordinate (3.a, 3.b, 5.a) e senza incastri:
1. Così mi sono astenuto dallo scriverne per esteso,
2. aspettando tempi migliori3. quando gli animi si sarebbero placati,
3.a. la situazione fosse divenuta più chiara
3.b. e sarebbe stato utile
4. fare una riflessione serena
5. su quanto accaduto
5.a. (e continua
6. ad accadere)”.
3. quando gli animi si sarebbero placati,
3.a. la situazione fosse divenuta più chiara
3.b. e sarebbe stato utile [...].
Queste le diverse (13) risposte dei colleghi, sia sul piano normativo (uso giudicato corretto/scorretto), sia sul piano dell'analisi sintattica e semantica, con individuazione della "Regola nascosta" alla base dell'uso in questione.
Su 13 italo-nativofoni (e linguisti), 7 hanno giudicato negativamente l'enunciato. Solo tre hanno invece valutato accettabile o grammaticale la frase, mentre tre si sono astenuti da ogni giudizio.
5.1. "Sciatteria", "un po' zoppicante", "puro incidente di percorso"/"un mal riuscito tentativo di variatio", "senza scrupoli", "non normale", "accettabile, ma"
Per il collega n. 1, si trattava di una "sciatteria":
"secondo me è una sciatteria (non voglio dire: errore). Ma, trattandosi di uno scrivente (super-)colto, sta a te giustificarne le scelte linguistiche".
Ovvero:
Il linguista n. 2 ha preso nettamente le distanze come italo-nativofono da tale enunciato in quanto per nulla "normale", aspettandosi come nel caso dell'informante n. 1 e del successivo una "terna" al condizionale:
Per il linguista n. 3 la frase sembra "accettabile" se interpretata anziché come coordinata come dipendente:
"anche a me sembra accettabile (quasi la seconda fosse una dipendente della prima frase, tipo: gli dissi che sarei partito se fosse arrivato....)".
La forma corretta implicherebbe quindi una terna al condizionale, come per i precedenti due linguisti.
Il linguista n. 4 ha giudicato "zoppicante" l'es. e ha proposto come normale tre congiuntivi:
"per me la sintassi (o, più esattamente, la consecutio) è un po' zoppicante: mi sembra che si dovrebbe mettere il congiuntivo in tutti e tre i casi".
Un quinto collega non ha rinunciato a un duplice giudizio di valore ("un puro incidente di percorso"; "Ma non escluderei anche un mal riuscito tentativo di variatio"), per poi avanzare una Regola alla base di tale uso (cfr. più avanti § 6.3.1).
Un sesto collega, pur trovando qui normali" il condiz. e il cong., ha ritenuto tale variatio "un po' antiergonomic[a] e pure controintuitiv[a]", e ha giudicato lo scrivente "senza tanti scrupoli":
La spiegazione più ingenua è che in questa zona d'ombra della nostra grammatica, come in altre, l'utente procede a tentoni e dunque alterna i due modi senza tanti scrupoli".
Ma poi ha avanzato una interpretazione semantico-sintattica dei verbi reggenti, su cui cfr. più avanti § 6.3.3.
Il linguista n. 7 ha avanzato due possibili giudizi con tre possibili analisi:
(i) L'enunciato "non pare errato":
(ii) Ma la frase è anche sentita "fuori sesto" per il primo condizionale:
Per una possibile "Regola nascosta" alla base dell'enunciato cfr. § 6.3.4.
A fronte dei 7 censori di cui sopra (in qualche caso con qualche punta di neo-purismo), invece tre altri si sono dichiarati per una piena accettabilità normativa/grammaticalità del costrutto, e tre si sono astenuti.
Per il linguista n. 8 si tratta di un "Bell'esempio. Perfettamente accettabile", cui ha fatto seguire un'analisi condivisibile (cfr. § 6.3.5).
Il linguista n. 9 ha dichiarato:
"L'alternativa di condizionale - condizionale - condizionale mi suona grammaticale [= informanti nn. 1, 2, 3, 7], non quella di congiuntivo - congiuntivo - congiuntivo" [normale invece per l'informante n. 4 (§ 5.1)].
Il parlante n. 10 non ha dubitato della "grammaticalità" dell'enunciato:
L'informante n. 12 si è astenuto da un giudizio normativo, avanzando una ipotesi in negativo sulla produzione dell'enunciato (cfr. § 6.1).
Anche il collega n. 13 ha puntato solo a una spiegazione della Regola dell'enunciato (cfr. § 6.3.2).
6.1. Mancata "consecutio temporum"
Il collega n. 4 per la frase giudicata "un po' zoppicante" (§ 5.1), ha identificato la Regola della presenza del cong. in maniera negativa, ovvero con la mancata applicazione della consecutio temporum:
"[...] mi sembra che si dovrebbe mettere il congiuntivo in tutti e tre i casi".
"La reggenza è la stessa, ci aspetteremmo il medesimo modo verbale".
La frase si spiegherebbe quindi con una "mancata riflessione" sulla consecutio temporum:
"senza troppo rifletterci, altrimenti passiamo troppo tempo a riflettere sulle mancate riflessioni altrui.
La reggenza è la stessa, ci aspetteremmo il medesimo modo verbale.
A meno che, torno a dire, lo scrivente non ci sia stato molto a pensar su".
Per il parlante n. 11, neutrale quanto al giudizio normativo (§ 5.2), la presenza del cong. non è invece legata a una particolare valenza semantica ma si tratta di variatio libera che garantisce una scelta non "pesante" in quel contesto fin troppo ricco di condizionali:
Gli altri 7 informanti hanno invece cercato di individuare una "Regola nascosta" che giustificasse la valenza semantica del congiuntivo, o per meglio dire della dipendente al congiuntivo aperta dal connettivo temporale quando.
6.3.1. Tra "eventi sicuri" (al condizionale) ed "evento probabile" (al congiuntivo)
Il collega n. 5, a parte il sospetto di "un puro incidente di percorso", o di "un mal riuscito tentativo di variatio" (§ 5.1), ha avanzato una interpretazione della frase con i due condizionali in quanto "eventi sicuri" e il congiuntivo come "evento probabile":
6.3.2. Condizionale "aspettuale" e "futuro" VS congiuntivo "eventuale"
Il collega n. 13, bypassando la valutazione normativa (§ 5.2), da un lato ha osservato che "condizionali e congiuntivo sono impiegati in modo tra loro indipendente" (ma in questo caso sono tra loro coordinati), dall'altro ha evidenziato che
"i condizionali sono aspettuali e proiettano l’azione nel futuro"
e "il congiuntivo evoca, da solo il carattere eventuale e non reale del chiarimento cui allude l’A.".
Il collega n. 6, a parte la "variatio " e il giudizio sullo scrivente "senza tanti scrupoli" (§ 5.1), ha trovato "normali" il condiz. e il cong. in tale contesto, e ha quindi avanzato, pur nel timore di una iper-decodifica ("Ma forse sto iperinterpretando"), una interpretazione semantico-sintattica dei verbi reggenti:
6.3.4. "Mescolanza fra due pianificazioni macrosintattiche"
Il linguista n. 7, dopo aver avanzato la possibilità dell'enunciato "un po' fuori sesto" con possibile correzione o al "cong. + cong. + condiz." o con terna al condizionale (§ 5.1), ha concluso avanzando una realistica "Regola nascosta" di tipo testuale:
Il parlante n. 8, dopo aver proclamato la perfetta "accettabilità" del periodo" (§ 5.2), in maniera essenziale ha contrapposto da linguista il cong. con valore "ipotetico", "non fattuale" al "futuro nel passato":
...' quando gli animi si sarebbero placati, e [una volta che] la situazione fosse divenuta più chiara, sarebbe stato utile...'"
Il parlante n. 10, dopo aver confermato la 'grammaticalità' del costrutto (§ 5.2), per risolvere il problema dell'"anomalia sintattica", ha proposto di interpretare il connettivo quando come polisemico: a) "'temporale' + indic." e b) "'condizionale' se + cong.":
"ma come spiegare il congiuntivo in un contesto sostanzialmente di futuro nel passato, anche se anomalo, che è compatibile col condizionale?
Ho pensato che c'è una soluzione. La questione si risolve se si prende in considerazione una specie di doppio valore di "quando": quando regge le frasi al condizionale ha il suo valore temporale normale, ma con la seconda dipendente al congiuntivo va interpretato con valore piuttosto di tipo condizionale, come se fosse "se". Del tipo di: Sarebbe tornato a casa quando le acque si fossero calmate.".
7. "Transizione" modale
anomala?
Per
conto mio, fermo restando che normativamente il periodo non ha "offeso"
il mio sentimento inguistico ovvero la mia "grammatica inconscia",
e che quindi ho percepito l'es. come corretto, ciò che invece ha colpito la mia grammatica
"conscia", ovvero la teoria linguistica che mi è familiare, è la "transizione"
modale dal condiz. al cong. al condiz., che i
colleghi (nn. 3, 4 al § 5.1), e soprattutto n. 7 (al § 6.2)) hanno preferito etichettare come variatio a-semantica, a differenza degli altri che hanno invece
ricercato condivisibilmente una motivazione semantica.Semanticamente il condizionale passato, -- qui ben due coordinati --, indica un'azione futura nel passato successiva al momento dell'enunciazione nel passato (aspettando):
"mi sono astenuto dallo scriverne per esteso, aspettando tempi migliori, quando-1 gli animi si sarebbero placati, [quando-2 'il momento in cui'] la situazione fosse divenuta più chiara e [quando-3] sarebbe stato utile fare una riflessione serena".
Il quando ha un duplice valore a) temporale (seguito dal condiz.) e b) relativo-ipotetico seguito dal cong., come hanno ben colto i colleghi 5, 6, 7, 8, 9, 10 e 12. Ma -- va precisato -- il valore ipotetico è legato alla presenza del quando (sottinteso) e non dipende già dal congiuntivo tout court, di per sé modo dipendente a-semantico.
8. Normalizzare è ...
banalizzare
'Normalizzare' il cong. come condizionale, secondo il suggerimento
del collega n. 1 (implicito) e nn. 2, 3, 7, 11 (espliciti) o normalizzare i due
condiz. come congiuntivi secondo l'esplicito suggerimento del collega n. 4, o
ancora la soluzione "cong. + cong. + cond." proposta dal collega n.
7, avrebbe invero comportato una banalizzazione semantica, un appiattimento, un
impoverimento, un travisamento del pensiero dell'autore.La variatio, quindi, -- o per meglio dire la "transizione" --, percepita come brusca dai colleghi, ha consentito di esprimere allo scrivente l'idea temporale del futuro (nel passato) combinata con l'idea temporale-ipotetica.
2. Analisi sintattica del periodo
3. Congiuntivo problematico
4. Appello ai colleghi
5. Giudizio normativo
5.1. "Sciatteria", "un po' zoppicante", "puro incidente di percorso"/"un mal riuscito tentativo di variatio", "senza scrupoli", "non normale", "accettabile, ma"
5.2. Piena accettabilità/grammaticalità della frase
6. La Regola nascosta alla base del congiuntivo
6.1. Mancata "consecutio temporum"
6.2. Variatio libera, a-semantica
6.3. Valenza semantica alla base del congiuntivo dipendente, aperto da quando
6.3.1. Tra "eventi sicuri" (al condizionale) ed "evento probabile" (al congiuntivo)
6.3.2. Condizionale "aspettuale" e "futuro" VS congiuntivo "eventuale"
6.3.3. Verbi "agentivi" e "stativi": tra interpretazione "temporale" ed interpretazione "epistemica"
6.3.4. "Mescolanza fra due pianificazioni macrosintattiche"
6.3.5. Cong. "ipotetico", "non fattuale" vs "futuro nel passato"
7. "Transizione" modale anomala?
8. Normalizzare è ... banalizzare
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