Chi non ha mai letto frasi del tipo Giovanni, letteralmente morto per la stanchezza? Con l'avverbio letteralmente si vuole mettere in evidenza, appunto, la particolare intensità della stanchezza. È necessario osservare, però, che il significato proprio dell'avverbio in questione è nel senso letterale del termine, seguito, per tanto, da un aggettivo metaforico scancella il senso metaforico stesso.
A nostro modesto avviso, quindi, c'è una palese contraddizione interna che deve essere assolutamente eliminata. Come? Semplicissimo. O si toglie l'avverbio (letteralmente) o si elimina la metafora: morto per la stanchezza (morto in senso metaforico, per l'appunto).
Colui che è letteralmente morto per la stanchezza non abbisogna di una poltrona, sibbene di un impresario di onoranze funebri che scelga per lui una comoda bara, eventualmente rivestita di raso. Scherzi a parte, non vi sembra che di questo letteralmente se ne possa fare... letteralmente a meno?
E che dire del verbo subire, anche questo usato in tutte le salse da giornalisti e scrittori? Subire, sarà bene ricordarlo, significa — come recitano i vocabolari — sopportare e, generalmente, si sopporta qualcosa di spiacevole, di increscioso. Usarlo nel senso di incrementare — come ci capita di leggere e di sentire spesso — ci sembra una piccola grande sciocchezza: le vendite di quel prodotto hanno subito un aumento notevole.
Pedanteria? A voi la risposta, gentili amici amanti del bel parlare e del bello scrivere.
***
La lingua "biforcuta" della stampa
La Matiz Chevrolet con a bordo tre ragazze e un ragazzo di circa 20 anni si è cappottata all'una e mezza
----------
Correttamente: ha cappottato. ("Piú corretto": all'una e mezzo).
Nessun commento:
Posta un commento