martedì 1 ottobre 2019

Il "ne" partitivo

Se non cadiamo in errore la quasi totalità dei testi grammaticali - trattando del complemento partitivo - non fa/fanno menzione della particella pronominale "ne" che può esprimere il complemento partitivo; in questo caso la predetta particella acquisisce le accezioni di "di lui", "di lei", "di loro", "di questo", "di quello", "di questa", "di quella", "di questi", "di quelli","di quella", di "quelle": alla festa per il compleanno di Giulio sono venuti i compagni di classe, ma ne (cioè: di questi) erano assenti alcuni.
      E già che siamo in argomento facciamo un piccolo "ripasso" del complemento partitivo. Questo complemento, lo dice la stessa parola, indica la parte di un tutto, di un insieme (spesso si confonde con il complemento di specificazione): un gruppo di studenti è stato/sono stati punito/i dal preside per cattiva condotta. In questo esempio gli studenti rappresentano l'insieme, il tutto; il gruppo specifica, precisa una parte dell'insieme. 
     Il complemento partitivo si trova, generalmente, dopo: 
    1) un sostantivo indicante una "porzione", una parte di un tutto: una parte degli studenti;
    2) dopo un superlativo relativo: Francesco è il piú grande dei miei amici
    3) dopo un pronome indefinito: nessuno di voi ha ascoltato i miei consigli; 
    4) dopo un aggettivo numerale: Giuseppe è stato il primo degli studenti a essere interrogato;
    5) dopo un pronome interrogativo: chi di voi, amici, verrà con me?
      Il partitivo può essere introdotto dalla preposizione semplice o articolata "di" (alcuni di loro) o dalle preposizioni "fra" e "tra" (Pietro è stato il primo fra gli amici ad arrivare). Attenzione, dunque, a non confonderlo con il complemento di specificazione, quest'ultimo non può essere introdotto, infatti, dalle preposizioni semplici "fra" e "tra".


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La parola proposta da questo portale: zezzío. Sostantivo maschile con il quale si indica il sibilo del vento o di proiettili che fendono l'aria. Si usa anche, in senso figurato, come sinonimo di rimprovero, sgridata.


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Un interessante articolo su "i tranelli della lingua italiana". Qui.

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