martedì 15 ottobre 2019

C'è stornello e... stornello


L'italico idioma, lo abbiamo scritto altre volte, è ricco di parole omofone (stesso "suono") e omografe (stessa grafia) ma di significato diverso. Oggi tratteremo dello "stornello" e della "goletta". Chi non ha mai dedicato una stornellata alla sua amata? Lo stornello, dunque, oltre a significare un «breve componimento poetico, di solito formato da un quinario e due endecasillabi, destinato a essere cantato il cui tema è l'espressione di sentimenti amorosi e di tutte le passioni che l'amore può generare», indica anche un genere di uccelli.
     La prima accezione è di provenienza barbara venendo dal provenzale «estorn» ('gara poetica'), la seconda, invece, viene dal diminutivo di "storno", latino 'sturnus'; il termine è, per tanto, squisitamente italiano.
     La goletta, altro termine omofono e omografo con distinti significati: 'colletto della camicia da uomo e da donna'; 'parte dell'armatura che protegge la gola'; 'stretto ingresso di un porto' e, infine, 'nave a vela dotata di due alberi'.
     Le prime tre accezioni sono, propriamente, il diminutivo di "gola"; l'ultima, invece, è il termine di provenienza barbara (francese) «goélette», probabilmente derivato da «goéland» ("gabbiano"). Da ricordare - e concludiamo queste noterelle - che le parole omografe non sempre sono omofone; accètta  e accétta, per esempio, sono omografe ma non omofone, non hanno, cioè, il medesimo suono.

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La parola proposta da questo portale: vertudiare. Verbo che vale "mostrarsi valoroso", "rinvigorirsi", "operare con valore". Derivato di "vertude".


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La lingua "biforcuta" della stampa

Dopo l’Iva, la Bellanova cancella l’Irpef agricola. Il ministro ha escluso nuove imposte e confermato le agevolazioni già esistenti nel settore agrario

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Nonostante le raccomandazioni della Crusca (e di numerosi linguisti) "serpeggia" ancora un linguaggio sessista...  Il femminile di ministro è ministra. Dissentiamo, però, dalla Crusca su "avvocatessa".
Da "Sapere.it" (De Agostini): Il femminile regolare di ministro è ministra, e così si può chiamare una donna che diriga un ministero. Alcuni preferiscono però chiamare anche una donna ministro, al maschile. Si tratta di una scelta che non ha basi linguistiche, ma sociologiche, e che comunque può creare, nel discorso, qualche problema per le concordanze.

2 commenti:

Gianluca Molina ha detto...

Fotografia prelevata senza consenso dal mio sito fotonaturalistica.com

Fausto Raso ha detto...

La foto è stata immediatamente rimossa.
Mi scuso per l' "incidente". Ma tutto ciò che è in Rete non è di dominio pubblico?