La quasi totalità dei vocabolari che abbiamo consultato (cartacei e in rete) ritiene invariabile il sostantivo "portastendardo" (il portastendardo / i portastendardo), contravvenendo alla "legge grammaticale" circa la formazione del plurale dei nomi composti. Ci ripetiamo.
I nomi composti di una voce verbale (porta) e di un sostantivo maschile singolare (stendardo) si pluralizzano normalmente modificando la desinenza del sostantivo: il portastendardo / i portastendardi. Si veda anche qui. Naturalmente qualche linguista ci lancerà i suoi strali, ma... ci siamo corazzati.
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Due parole, due, sull'uso corretto dei verbi ammollare e ammollire. Sono verbi cosí detti sovrabbondanti, entrambi transitivi, ma con significati distinti. Il primo, della prima coniugazione, significa "rendere molle", "mettere a bagno", "inzuppare" e simili: ammollare il pane nell'acqua; ammollare i biscotti nel latte. Il secondo, della terza coniugazione, significa "ammorbidire", "rendere morbido", "diminuire la durezza". Si adopera soprattutto in senso figurato (mitigare, intenerire, addolcire, ammannire e simili) e nella forma riflessiva: davanti a quella scena il suo animo si è ammollito. Si coniuga con l'inserimento dell'infisso "-isc-" tra il tema e la desinenza: io ammollisco.
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La parola proposta da questo portale, ripresa dal De Mauro: occhibagliare. Verbo intransitivo che sta per "rimanere abbagliato", nei tempi composti si coniuga con l'ausiliare avere.
lunedì 14 ottobre 2019
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