lunedì 7 ottobre 2019

L'«alterazione» dei falsi... alterati

I suffissi "alterativi" -accia, -etto,
 -ino, -one, ecc. - elementi grammaticali che servono per l'alterazione dei sostantivi - molto spesso traggono in inganno perché non sempre alterano il nome ma sono parti integranti di un altro sostantivo; sono, cioè, le sillabe finali di un termine diverso. 
     Perché abbiamo deciso di parlare - sia pure per sommi capi - di questo argomento? Perché molti studenti si trovano in difficoltà quando debbono fare l'analisi grammaticale di alcuni termini che possono essere interpretati come sostantivi alterati. 
     Vediamo qualche esempio, lasciando al cortese lettore la facilissima individuazione della diversa accezione: foca/focaccia; cavallo/cavalletto; lupo/lupino; lampo/lampone; tacco/tacchino; viso/visone; rapa/rapina; matto/mattone; tino/tinello.


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Il plurale di "tostapane"

Attendiamo la reprimenda, anzi gli strali, di qualche linguista - qualora si imbattesse in questo sito - perché ciò che stiamo per scrivere non ha l'«imprimatur» dei sacri testi grammaticali e dei vocabolari dell'uso. Ma, con "somma presunzione", andiamo avanti per la nostra strada. Intendiamo parlare di un sostantivo attestato come invariabile: tostapane. Questo sostantivo, appartenendo alla schiera dei nomi composti, essendo formato con una voce verbale (tostare) e un sostantivo maschile singolare (pane) deve seguire la regola della formazione del plurale di questo genere di nomi: nel plurale mutano la desinenza del sostantivo: il parafango/i parafanghi; il passaporto/i passaporti; il parafulmine/i parafulmini; il tostapane... i tostapani. Si obietterà: il pane è uno solo, come il tostapane. No, ci sono vari tipi di pane e di tostapane. Dalla nostra abbiamo il Wikizionario.


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La lingua "biforcuta" della stampa

Previsioni
 In arrivo temporali e venti forti. Allerta arancione e giallo in molte regioni
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Correttamente: allerta arancione e gialla. Treccani: all’érta (o allérta) locuz. avv. – Grido o esortazione di controllo delle sentinelle fra loro; per estens., nel linguaggio corrente, voce d’incitamento a fare attenzione, a essere vigili, o, meno com., ad alzarsi, a operare; com. anche la locuz. stare all’erta, vigilare, tenersi pronti a prevenire o affrontare un pericolo. Come s. f., allerta (ma più com. preallarme), segnale di pericolo di incursioni aeree, precedente all’allarme; anche estens., essere, mettere in stato di allerta, di allarme.


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