Nell’incantevole Regno delle Parole, dove ogni termine aveva una propria personalità e una propria mansione, vivevano due fratelli particolari: Spanso e Spanduto. Questi erano figli del nobile verbo "Spandere," ma nonostante fossero fratelli il loro impiego era controverso.
Spanso, il maggiore dei due, era una
parola amata e rispettata. Ovunque si presentasse tutti sapevano che
rappresentava il participio passato di "spandere". Spanso
era sempre presente nei discorsi dei saggi, nelle opere letterarie,
nelle chiacchierate al bar e nel linguaggio quotidiano. Quando una
massaia versava l'olio sulla padella, diceva: "Ho spanso l'olio
con molta cura." Nessuno metteva in discussione la sua
autorità.
Spanduto, invece, il fratello minore, era
spesso trascurato. Sebbene il suo nome fosse meno comune, aveva una
storia e una dignità pari a quella di suo fratello: era di uso raro,
ma non per questo scorretto, come sostenevano alcuni grammatici
severi. La sua esistenza era ben documentata nei vecchi testi e nei
dialetti più antichi del regno.
Un giorno, nel Regno
delle Parole, si tenne una grande assemblea per discutere di problemi
linguistici. Spanso, come sempre, era al centro dell'attenzione di
tutti, mentre Spanduto osservava, in silenzio, in un angolo. Durante
il dibattito, improvvisamente, un giovane studioso si alzò e disse:
"Perché non riconosciamo l'uso corretto di Spanduto? Anche lui
è parte del nostro patrimonio linguistico!"
La sala
cadde in un silenzio tombale. Spanso, con un sorriso, si avvicinò a
Spanduto e disse: "Fratello mio, è tempo che anche tu venga
ufficialmente riconosciuto. La tua rarità non ti rende meno
importante. Anzi, la tua esistenza arricchisce il nostro linguaggio e
ci ricorda la diversità e la bellezza del nostro idioma."
Il
saggio Re Lessico, appassionato di lingua, che presiedeva
l'assemblea, annuì gravemente. "Lo studioso ha ragione.
Spanduto, sebbene di uso raro, è una forma corretta e degna di
rispetto. La lingua è viva e in continua evoluzione, e noi dobbiamo
accogliere tutte le sue varianti con apertura e rispetto."
Da
quel giorno, in tutto il regno, sia Spanso sia Spanduto furono
adoperati con orgoglio e consapevolezza. Gli abitanti impararono a
riconoscere e apprezzare ambi i participi passati. Quando qualcuno
voleva esprimere un'azione di spandere, poteva scegliere con
cognizione di causa: "Ho spanso il profumo dei fiori nel
giardino" o "Ho spanduto la voce della buona novella."
E
così, nel Regno delle Parole regnarono pace e “armonia
linguistica”. I fratelli Spanso e Spanduto contribuirono,
assieme, alla ricchezza e alla bellezza del linguaggio, dimostrando
che ogni parola, rara o comune che sia, ha il suo posto e la sua
importanza.
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
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