C'era una volta, in un piccolo e ridente villaggio, Parolonia, un luogo incantato dove ogni mestiere aveva il proprio nome e chi lo esercitava la propria dignità. Qui, tra contadini, artigiani, panettieri, salumieri ecc. vivevano persone di ogni censo, ciascuna con un’occupazione ben definita.
In questo villaggio,
però, nessuno sapeva come rivolgersi al commerciante di mangimi per
animali. C’era un uomo, Pasquale, che, senza un titolo specifico,
era conosciuto semplicemente come "il venditore di mangimi."
Questi gestiva una bottega piena di sacchi di mangime per galline,
mucche, cavalli e altri animali da fattoria. Tutti si rivolgevano a
Pasquale per assicurarsi che i loro animali fossero ben nutriti.
Un
giorno, mentre Pasquale sistemava i sacchi di mangime nella sua
bottega, un giovane studioso del villaggio, Bernardo, entrò con
un'aria preoccupata nel negozio. "Pasquale," disse
Bernardo, "ho studiato gli idiomi di numerosi Paesi e ho notato
che non abbiamo una parola specifica per designare il tuo mestiere.
Mi sembra ingiusto che tu, che svolgi un compito così importante per
la comunità, non abbia un titolo che ti definisca."
Pasquale
sorrise gentilmente e rispose: "Bernardo, sono felice di aiutare
i nostri concittadini e di prendermi cura degli animali. Il titolo
non ha alcuna importanza per me." Ma il giovane studioso non era
soddisfatto della risposta. Decise, quindi, di convocare un'assemblea
nel villaggio per discutere del problema.
La grande piazza
del villaggio si riempì rapidamente di gente curiosa. C'erano
contadini, panettieri, artigiani e persino il delegato del sindaco.
Bernardo salì su un piccolo podio, allestito alla bisogna, e iniziò
a parlare: "Amici e concittadini carissimi, oggi siamo qui per
discutere di un vuoto lessicale nel nostro vocabolario. Il nostro
gentilissimo Pasquale, che si prende cura di fornire mangimi per i
nostri animali, merita un titolo che onori il suo lavoro. Propongo,
pertanto, di adottare il termine 'mangimista', tratto da ‘mangime’
con l’aggiunta del suffisso ‘-ista’, per indicare il
commerciante di alimenti per animali. Questo neologismo colmerà una
lacuna nel nostro linguaggio e darà, altresì, al nostro carissimo
Bernardo il riconoscimento che merita."
Ci fu un
boato. La folla applaudì entusiasta. Il delegato del sindaco, con un
sorriso, si rivolse ai cittadini: "Bernardo ha ragione da
vendere. Pasquale svolge un compito essenziale nel nostro villaggio e
merita un titolo che lo rappresenti degnamente. Da oggi in poi
chiameremo Pasquale 'mangimista', e così sarà per tutti coloro che
svolgono questo insopprimibile mestiere."
Bernardo,
emozionato e commosso, ringraziò tutti gli astanti. Finalmente il
suo lavoro aveva il riconoscimento che meritava. La neoformazione
"mangimista" cominciò a diffondersi rapidamente, non solo
a Parolonia, ma anche nei villaggi limitrofi. La parola colmava un
vuoto lessicale e rendeva giustizia a un mestiere fondamentale per la
vita della comunità.
La lingua, con il suo nuovo
termine, divenne ancora più ricca e precisa, riflettendo la bellezza
e la complessità del mondo dei mestieri.
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
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