mercoledì 4 dicembre 2024

Le avventure linguistiche di Quinto e Curzio nella foresta incantata

 


C'erano una volta, in un regno incantato, due amici per la pelle: Quinto e Curzio. Il primo era un giovane molto curioso che amava fare domande e scoprire cose nuove, mentre il secondo era un ragazzo coraggioso, sempre pronto ad affrontare una qualsivoglia sfida.
Un giorno, mentre si avventuravano nella foresta incantata rinvennero, tra la vegetazione, un vecchio libro di magia. Lo aprirono e all’interno lessero un enigma: "Solo coloro che conoscono il segreto di ‘qu’ e ‘cu’ possono trovare un tesoro nascosto in questa foresta."
Quinto e Curzio decisero – per risolvere l’enigma - di chiedere aiuto a un saggio del regno, Nonno Ugo, un profondo conoscitore di tutti i segreti della lingua. Questi li accolse con un sorriso e disse loro: "Lasciate che vi racconti una storia magica che vi aiuterà a capire quando usare ‘qu’ e quando ‘cu’."


"Cominciamo con ‘qu’: quando senti la ‘k’ seguita dal suono di una ‘u’ che forma assieme ad altre lettere un suono unico, come in quadro o quando, devi usare ‘qu’. Per esempio: Quinto amava dipingere quadri e chiedeva sempre 'quando andremo a esplorare di nuovo?' Inoltre, quando una parola inizia con ‘qu’ seguito da una vocale, come questo o quasi, adoperiamo sempre ‘qu’. Le eccezioni, non mancano, ma sono pochissime: cuore, cuocere, cui, cuoco e cuoio."


"E
ora passiamo a ‘cu’," proseguì. "Quando la ‘k’ è seguita da una ‘u’ che conserva il suo suono senza unirsi ad altre lettere per formare un suono diverso, come in curiosità o cubetto, devi adoperare ‘cu’. Per esempio, Curzio aveva un cuore coraggioso e amava cucinare, sognando di diventare un bravo cuoco."
"Inoltre," aggiunse Nonno Ugo, "all'interno di una parola useremo sempre ‘qu’ se dopo la ‘u’ c'è un'altra vocale, come in allorquando. Ecco un trucchetto per ricordarlo: 'Quando uso ‘qu’, quasi sempre è corretto!'"


C
ontenti e soddisfatti Quinto e Curzio tornarono nella foresta incantata. Aprirono il libro di magia e lessero di nuovo l'enigma. Ricordandosi delle parole di Nonno Ugo capirono che per trovare il tesoro nascosto dovevano pronunciare correttamente alcune parole magiche.
Quinto disse: "Il quadro è bellissimo e il nostro viaggio comincerà quando il sole tramonta." Usando "qu" correttamente.
Curzio aggiunse: "Il mio cuore è pieno di coraggio e sogno di diventare un cuoco famoso." Adoperando "cu" correttamente.


A
ll’improvviso il libro cominciò a brillare e apparve una mappa che conduceva a un tesoro segreto. Seguendo la mappa i due amici trovarono un baule pieno di gemme e monete d'oro. Ma, soprattutto, avevano imparato un'importante lezione: l’uso corretto di “qu” e di “cu”, che li avrebbe aiutati per sempre nelle loro avventure linguistiche.


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La lingua “biforcuta” della stampa

Gaza, bambini in fila per il pane vittime di un raid israeliano

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In buona lingua: bambini, vittime di un raid israeliano, in fila per il pane



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)






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