C'erano una volta, in un regno incantato, due amici per la pelle: Quinto e Curzio. Il primo era un giovane molto curioso che amava fare domande e scoprire cose nuove, mentre il secondo era un ragazzo coraggioso, sempre pronto ad affrontare una qualsivoglia sfida.
Un giorno, mentre si avventuravano nella foresta incantata rinvennero, tra la vegetazione, un vecchio libro di magia. Lo aprirono e all’interno lessero un enigma: "Solo coloro che conoscono il segreto di ‘qu’ e ‘cu’ possono trovare un tesoro nascosto in questa foresta."
Quinto e Curzio decisero – per risolvere l’enigma - di chiedere aiuto a un saggio del regno, Nonno Ugo, un profondo conoscitore di tutti i segreti della lingua. Questi li accolse con un sorriso e disse loro: "Lasciate che vi racconti una storia magica che vi aiuterà a capire quando usare ‘qu’ e quando ‘cu’."
"Cominciamo con ‘qu’: quando senti la
‘k’ seguita dal suono di una ‘u’ che forma assieme ad altre
lettere un suono unico, come in quadro o quando, devi usare ‘qu’.
Per esempio: Quinto amava dipingere quadri e chiedeva sempre 'quando
andremo a esplorare di nuovo?' Inoltre, quando una parola inizia con
‘qu’ seguito da una vocale, come questo o quasi, adoperiamo
sempre ‘qu’. Le eccezioni, non mancano, ma sono pochissime:
cuore, cuocere, cui, cuoco e cuoio."
"E ora passiamo a
‘cu’," proseguì. "Quando la ‘k’ è seguita da una
‘u’ che conserva il suo suono senza unirsi ad altre lettere per
formare un suono diverso, come in curiosità o cubetto, devi adoperare ‘cu’.
Per esempio, Curzio aveva un cuore coraggioso e amava cucinare,
sognando di diventare un bravo cuoco."
"Inoltre,"
aggiunse Nonno Ugo, "all'interno di una parola useremo sempre
‘qu’ se dopo la ‘u’ c'è un'altra vocale, come in
allorquando. Ecco un trucchetto per ricordarlo: 'Quando uso ‘qu’,
quasi sempre è corretto!'"
Contenti e soddisfatti Quinto e
Curzio tornarono nella foresta incantata. Aprirono il libro di magia e
lessero di nuovo l'enigma. Ricordandosi delle parole di Nonno Ugo
capirono che per trovare il tesoro nascosto dovevano pronunciare
correttamente alcune parole magiche.
Quinto disse: "Il
quadro è bellissimo e il nostro viaggio comincerà quando il sole
tramonta." Usando "qu" correttamente.
Curzio aggiunse: "Il mio cuore è pieno di coraggio e sogno di
diventare un cuoco famoso." Adoperando "cu"
correttamente.
All’improvviso il libro cominciò a brillare e
apparve una mappa che conduceva a un tesoro segreto. Seguendo la
mappa i due amici trovarono un baule pieno di gemme e monete d'oro.
Ma, soprattutto, avevano imparato un'importante lezione: l’uso
corretto di “qu” e di “cu”, che li avrebbe aiutati per sempre
nelle loro avventure linguistiche.
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La lingua “biforcuta” della stampa
Gaza, bambini in fila per il pane vittime di un raid israeliano
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In buona lingua: bambini, vittime di un raid israeliano, in fila per il pane
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