domenica 8 dicembre 2024

Il disfemismo

 


I
n un piccolo villaggio, Retoricus, del regno di Verbilandia, tutte le parole avevano vita propria e svolgevano funzioni magiche. Tra queste il Disfemismo era una delle parole più intriganti. Un giorno, una giovane esploratrice appassionata di lingua, Curiosona, decise di scoprire il segreto di quella parola misteriosa e apprese, così, che il "disfemismo" vantava nobili natali derivando dal greco “dys-” (cattivo) e “phēmē” (parola), e si riferisce all'uso di termini peggiorativi per descrivere qualcosa in modo enfatico o critico.

La giovane, sempre più incuriosita, andò a trovare il saggio Parolegio, un esperto di linguistica, che viveva nella Torre delle Parole, per avere maggiori chiarimenti. Questi la ricevette subito e le spiegò: "Il disfemismo è una figura retorica in cui si sostituisce una parola neutra o positiva con un’altra ‘più forte’ e spesso negativa. Ciò può avvenire per vari motivi: per enfatizzare, ironizzare o criticare. Per esempio, invece di dire 'questo cibo non è buono', qualcuno potrebbe dire 'questo cibo è disgustoso!' Questo uso del disfemismo, che è il contrario dell’eufemismo, amplifica il sentimento di disgusto."


"M
a perché le persone usano il disfemismo?", lo interruppe Curiosona.
Parolegio sorrise e rispose: "Le persone lo adoperano per esprimere emozioni intense o per attirare l'attenzione; è importante, tuttavia, usarlo con molta, molta attenzione per evitare di ferire i sentimenti degli altri. Un amico potrebbe dire, per esempio, 'questa festa è un disastro!' per mettere in evidenza quanto si stia annoiando, ma se lo dice scherzosamente può essere percepito in modo meno negativo."


P
er comprendere ancora meglio, Curiosona decise di osservare come gli abitanti del villaggio usassero il disfemismo e allo scopo si recò al mercato. Lì notò che alcuni venditori lo usavano per attirare l'attenzione dei passanti: "Venite a vedere questa schifezza! Oh, sto solo scherzando, è la migliore merce che abbiate mai visto!"
La giovane Curiosona capì che, se usato con intelligenza e sensibilità, il disfemismo poteva aggiungere colore e vivacità al linguaggio, pur comprendendo i molti rischi di un uso improprio. Tornata alla Torre delle Parole volle condividere le sue osservazioni con Parolegio.


"E
cco, bella Curiosona," disse Parolegio, accogliendola con un sorriso. "Hai compreso l'essenza del disfemismo. Questo è un potente strumento linguistico, ma richiede saggezza e considerazione, non si può adoperare indifferentemente."
Soddisfatta ed entusiasta Curiosona decise di dedicare la sua vita all'insegnamento dell'uso rispettoso e ponderato delle parole. Aprì una scuola di linguistica a Verbilandia dove gli abitanti potevano imparare le sfumature della lingua e l'importanza dell'empatia nella comunicazione.


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La lingua “biforcuta” della stampa


Zelensky a Parigi. Soldato 19enne ucciso da ufficiale russo per aver rifiutato di combattere

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Meglio, molto meglio “per essersi rifiutato di combattere”.


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Veneto

Cristina d'Angelo nuovo direttore interregionale vigili fuoco

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Stentiamo a credere che ci sono alcuni “massinformisti” (giornalisti) che non sappiano che esiste il femminile di direttore: direttrice.




(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)



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