C'erano in tempi lontani, nel tranquillo e ridente villaggio di Lessicoville, nel regno della Lessicologia, due fratelli gemelli: Ovvero e Oppure. Questi fratelli, per la loro gemellanza, venivano spesso confusi dai cittadini, ma avevano funzioni molto distinte e importanti nella comunicazione. Nello stesso villaggio, accanto a loro, vivevano anche altre preposizioni: O e Né. Queste avevano compiti diversi dai gemelli, ma i fruitori facevano una gran confusione. Per ovviare a ciò, la Saggia Maestra di Grammatica tenne una lezione speciale per insegnare ai cittadini di Lessicoville l'uso corretto delle preposizioni disgiuntive e la differenza tra Ovvero e Oppure.
"Benvenuti, cari amici," iniziò la
Maestra. "Oggi impareremo l’uso corretto delle preposizioni
disgiuntive. Queste parolette, come 'ovvero', 'oppure', 'o', e 'né', servono
per presentare scelte alternative o chiarimenti, ma bisogna usarle
nel modo corretto."
La Maestra chiamò a sé i due
fratelli perché spiegassero agli astanti la loro differenza. "Io
sono Ovvero," cominciò il primo fratello. "Il mio compito
è quello di fornire una specificazione o un chiarimento di ciò che
è stato detto o fatto. Vediamo con un esempio, 'Il re di
Lessicologia, ovvero il sovrano dello Stato.' Qui, aggiungo
un'informazione che specifica chi è il re."
Poi
intervenne Oppure: "Io, invece, sono Oppure. La mia mansione è
quella di presentare una scelta alternativa. Per esempio: 'Vuoi una
mela oppure una pera?' Qui, offro due opzioni tra cui scegliere. Si
presti la massima attenzione, quindi, siamo gemelli ma non sinonimi,
anche se i ‘sacri testi’ (grammatiche e vocabolari) ci
smentiscono. A costoro poniamo una domanda: se siamo “uguali”, se
abbiamo, cioè, la medesima funzione possiamo dire, per esempio,
‘preferisci il cioccolato ovvero la crema?’ ”.
Subito dopo riprese la parola la Maestra, che continuò: "Abbiamo anche
altre preposizioni disgiuntive importanti come O e Né. La prima si
usa per presentare o proporre delle alternative: 'Vuoi andare al
cinema o a teatro?' La seconda, Né, si adopera in frasi negative per
indicare che nessuna delle alternative è valida: 'Non voglio né la
mela né la pera’. E qui si presti ancora attenzione perché non si
deve mettere mai la virgola dopo il sostantivo che precede la seconda
negazione."
Per chiarire ancora meglio il loro
corretto uso i gemelli decisero di raccontare il fortuito incontro
con il loro amico Sebastiano, che disse loro: "Sto cercando di
scrivere un invito per il compleanno di mia sorella ma non so se
dovrei scrivere 'Vieni alla festa oppure resta a casa' o 'Vieni alla
festa ovvero resta a casa'."
"Ti aiutiamo di
buon grado. Devi usare oppure perché stai offrendo una scelta tra
due alternative. Come, per esempio, 'Vuoi andare al cinema oppure a
teatro?'"
La Maestra di Grammatica aggiunse un altro
esempio per specificare l'uso corretto di ovvero: "Se dovessi
dire, 'Il mago del villaggio, ovvero l'uomo con una sola gamba, vive
nella torre,' userei ovvero per specificare chi è il mago."
***
La lingua “biforcuta” della stampa
E' il palazzo con più stanze di Roma: difficile non perdersi dentro
----------------
Ma Roma quante stanze ha? A questa domanda possono rispondere solo gli operatori dell’informazione.
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
Nessun commento:
Posta un commento