giovedì 26 dicembre 2024

Santo Stefano, festa civile

 


Molti, molti anni fa, viveva in un piccolo villaggio, ai confini del mondo, un giovane, Stefano. Questi era noto e amato per la sua bontà d'animo e per il suo impegno verso gli altri. Era sempre disponibile per chiunque avesse bisogno del suo aiuto, senza chiedere nulla in cambio.

Un giorno, il giovane fu chiamato a Roma per una missione molto importante: doveva portare la speranza e la gioia ai più bisognosi dell’urbe. Nella città eterna lavorò instancabilmente, giorno e notte, per migliorare la vita delle persone meno abbienti. La sua dedizione e il suo spirito altruista fecero breccia nel cuore di tutti.

T
uttavia, il destino del giovane Stefano era segnato dalla sofferenza. Fu perseguitato per la sua fede e per le sue numerose opere di bene, e alla fine divenne il primo martire della cristianità, sacrificando la sua vita per gli ideali in cui credeva ciecamente. Da quel giorno, Stefano fu ricordato come Santo Stefano, il protomartire.

C
on il trascorrere degli anni, la memoria di Santo Stefano rimase viva nei cuori delle persone, non solo per il suo martirio, ma anche per il suo esempio di altruismo e dedizione. Nel 1947(o 1949, l'anno è controverso), lo Stato italiano decise di rendere il 26 dicembre un giorno festivo, per "allungare" la festa del Natale e permettere a tutti di godere ancora di un periodo di riposo e di... riconciliazione. Questo giorno divenne, così, un'opportunità per trascorrere più tempo con la famiglia e con gli amici, rafforzando i legami comunitari.

I
l 26 dicembre divenne, dunque, una giornata dedicata a celebrare l'umanità e la solidarietà. In ogni città e villaggio, le persone si riunivano per organizzare eventi comunitari, come mercati solidali, concerti benefici e giochi per i più piccoli. Le famiglie aprivano le loro case per accogliere vicini e amici, condividendo cibo e racconti di bontà.

U
omini e donne portavano candele e lanterne per le strade, illuminando il buio dell'inverno con la luce della comunità, della fratellanza e della speranza. Le piazze, nonostante il freddo, erano gremite per ascoltare le bande musicali cittadine; tutti condividevano le storie di Santo Stefano e di come il suo spirito continuasse a vivere attraverso le loro azioni altruiste.

Q
uesto giorno festivo, rigorosamente civile, non solo unì la nazione, ma ispirò altre terre lontane a celebrare la solidarietà e la generosità. Le cronache narravano di un mondo diventato un po' più luminoso e accogliente. E nel giorno di Santo Stefano il villaggio si riempiva di luce e calore, ricordando a tutti l'importanza di essere generosi e di prendersi cura gli uni degli altri.


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La lingua “biforcuta” della stampa

La tragedia

Francia, macchinista del Tgv si lancia dal treno in corsa. Bloccate le linee verso il sud-est

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In buona lingua: Sud-Est (le iniziali ‘maiuscolate’).


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Stati Uniti

Trump (e Musk) cancellano il centro contro la disinformazione straniera perché “anti-conservatori”

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L’antroponimo in parentesi come se non ci fosse; il verbo, quindi, deve essere della terza persona singolare (cancella).



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)



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