Viveva una volta, in un favoloso regno, Lirica, una giovane e bella principessa, Isabella. La sua bellezza era indescrivibile, ma ciò che la rendeva davvero unica era la sua voce. Quando parlava le parole danzavano come note musicali, e ogni frase era una dolce melodia. Ogni mattina la giovane principessa si svegliava al canto degli uccellini che, attratti dalla sua voce, le facevano compagnia nei suoi giardini incantati.
Nel regno tutti parlavano la
lingua italiana, e Isabella era orgogliosa di farne parte. Tutte le
mattine passeggiava per i giardini del suo castello, cantando in
italiano, incantando gli uccelli e i fiori con la sua voce
inconfondibile. Le sue parole, così musicali e piene di grazia,
narravano storie di amore, speranza e avventure. Un giorno, mentre
cantava una ballata antica, notò, affascinata, che i fiori si
aprivano e chiudevano i loro petali seguendo la cadenza della sua
voce.
Un giorno di primavera, un giovane principe di un
regno vicino, Leonardo, noto per il suo amore per la musica, sentì
parlare della voce della bella principessa e decise di visitare il
regno di Lirica. Al suo arrivo fu accolto dalle dolci note della
lingua italiana che Isabella cantava. Ogni parola era come una
carezza per i suoi orecchi, e presto si innamorò non solo della voce
di Isabella, ma anche della bellezza della lingua italiana. Leonardo,
affascinato dalla melodia, si presentò al castello e chiese il
permesso di accompagnare Isabella nei suoi canti.
I due
giovani, assieme, crearono armonie che risuonavano in tutto il regno.
Le loro canzoni divennero leggendarie, e la lingua italiana, con la
sua naturale musicalità, divenne famosa in tutto il mondo. Gente da
ogni angolo del pianeta andava a Lirica per ascoltare la bellezza
della lingua italiana cantata da Isabella e Leonardo. La loro musica
era talmente potente da guarire i cuori spezzati e dava pace e
serenità a chiunque la ascoltasse.
Ma non era soltanto la
loro voce a incantare tutti. Leonardo e Isabella fondarono una scuola
di musica dove insegnavano ai bambini a cantare e ad amare la loro
lingua. Le generazioni successive crebbero con una profonda passione per
l'italiano e continuarono a trasmetterla attraverso le loro canzoni e
poesie.
E così, la bella lingua italiana, cantabile per
eccellenza, continuò a incantare e ispirare tutti coloro che avevano
il privilegio di ascoltarla. I due giovani principi vissero felici e
contenti, continuando a cantare e celebrare la straordinaria bellezza
della loro amata lingua italiana.
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
2 commenti:
Da emendare: "...potente da guariva...".
Per riflettere: "... Le generazioni future crebbero...". Perché "future" e non "successive", decisamente da preferire dato l'utilizzo del passato remoto?
G. Verna
Cortese dr Verna, la ringrazio della segnalazione. Ho emendato il "da guariva", frutto di una mia imperdonabile distrazione e ho accolto il suo suggerimento: successive.
Cordialmente
FR
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