sabato 13 settembre 2025

Comportare non è implicare: è reggere, è tollerare

 

Nel nostro lessico c’è un verbo che si è fatto largo nel parlato (e nello scritto) contemporaneo con una certa disinvoltura, ma anche con una dose non trascurabile di fraintendimento: comportare. Lo si incontra spesso in frasi come “questo progetto comporta una spesa significativa” o “la scelta comporta dei rischi”, dove il termine sembra voler dire “implica”, “richiede” e simili. Eppure, a ben guardare, comportare non nasce per questo. Il suo significato originario è tutt’altro: più fisico, più gravoso, più umano. Comportare significa, propriamente, sopportare, tollerare, reggere un peso. E il suo uso corretto ci invita a riflettere non solo sulla precisione linguistica, ma anche sulla postura etica che assumiamo di fronte alle parole.

Etimologicamente, comportare deriva dal latino comportare, composto da com- (insieme) e portare (trasportare, portare). Il verbo latino aveva il senso concreto di “portare insieme”, “radunare”, “accumulare”. Ma già in epoca medievale, l’italiano comportare si è caricato di un significato più profondo: quello di sostenere, sopportare, accettare con pazienza. È il verbo che si usa per dire “non posso comportare questo dolore”, “comporto con dignità le critiche”, “non comporto l’ingiustizia”. È un verbo che ha (a) che fare con la resistenza, con la capacità di reggere, con la forza interiore.

Nel suo uso corretto, dunque, comportare è vicino a sopportare, tollerare, accettare, reggere. Ecco alcuni esempi esplicativi:

  • “Non comporto l’arroganza mascherata da competenza.”

    “Ha comportato con fierezza anni di solitudine e silenzio.”

    “La madre comportava le intemperanze del figlio con una pazienza che sfiorava il sacro.”

In questi casi, il verbo non designa una conseguenza logica o una necessità pratica, ma una disposizione dell’animo, una capacità di resistenza, un atto di forza, di volontà.

Diverso è l’uso che si è diffuso nel linguaggio burocratico, giornalistico o aziendale, dove comportare viene usato al posto di implicare, richiedere, determinare. Frasi come:

  • “Il nuovo regolamento comporta una spesa aggiuntiva.”

    “La riforma comporta modifiche strutturali.”

    “Il cambiamento comporta dei rischi.”

sono scorrette sotto il profilo semantico. Non è il regolamento a sopportare la spesa, né la riforma a tollerare le modifiche. In questi casi, il verbo giusto è implicare, comportare delle conseguenze (ma attenzione: qui comportare è già un abuso), richiedere, determinare. L’errore nasce, probabilmente, da una traduzione maldestra dell’inglese to involve, ma anche da una certa pigrizia stilistica che preferisce un verbo generico e vagamente autorevole a uno preciso e pertinente.

Recuperare il significato autentico di comportare significa restituire dignità a un verbo che parla di fatica, di resistenza, di umanità. È un verbo che non descrive il mondo, ma il modo in cui lo attraversiamo. E in tempi in cui le parole sembrano leggere, evanescenti, digitali, comportare ci ricorda che il linguaggio è anche peso, anche carne, anche lotta.

 

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Probabilmente, anzi certamente, gli operatori dell’informazione, sicuri della loro “infallibilità linguistica”, non hanno ritenuto opportuno rileggere ciò che hanno scritto. E se anche l’avessero riletto...



 







2 commenti:

Pier Paolo Falcone ha detto...

Quand'ero bambino, mia madre mi diceva: "Mi raccomando, comportati bene!". Quindi, nella forma riflessiva, diventa esplicito il riferimento al comportamento.

Teo ha detto...

Mi permetto di dissentire. "Comportare" in buon italiano ha anche il significato di "implicare", "richiedere come necessario", "avere come conseguenza". L'influsso dell'inglese "to involve" non c'entra nulla. Come sospettavo, anche questa volta si è fidato troppo delle prescrizioni e dei divieti del buon Aldo Gabrielli, il quale però per eccesso di zelo puristico ogni tanto prendeva cantonate. Infatti, consultando il Grande dizionario della lingua italiana di Battaglia e Barberi Squarotti, il significato di "comportare" come sinonimo di "implicare" è regolarmente registrato con dovizia di esempi classici (Guicciardini, Bruno, Bartoli, Parini, Pavese, Gadda: bastano?). Ecco le citazioni dal GDLI:

Comportare, tr. (compòrto). [...]
4. Portare con sé quale conseguenza; richie­dere, esigere come necessario; implicare.
Guicciardini, I-17: Né si ricordando quanto sia per­nicioso l’usare medicina più potente che non comporti la natura della infermità e la complessione dello in­fermo..., deliberò... di tentare ogni cosa per muovere Carlo ottavo re di Francia ad assaltare il regno di Napoli. Sassetti, 18: Non mi rispondete a queste sì fatte cose o altre mia lettere più che si comporti il contento vostro, lasciato da banda il sodisfare a me. Bruno, 3-1120: È la unità specifica, disse Platone, non la moltitudine nume­rale che comporta la sustanza de le cose. Sarpi, I-5: Di quelli [grani] che il mietitore vorrebbe tenir conto, qualche spica anco sfugge la presa della mano o il filo della falce, così comportando la condizione d’ogni mie­titura, che resti anco parte per rispigolare. D. Bartoli,34-79: Tanto a tanto, dove la materia il comporti, fer­merò volentieri la penna, a dare altre contezze non del tutto attenentesi al principale. Parini, 613: Vi pare egli che convenga ad un civile uomo, com’è il P. Branda, l’usare di simili termini, scrivendo ad un altro, che, per testimonio di tutte le più sane persone, gli ha scritto contro quanto più modestamente comportava la materia ch’egli avea per le mani? Soffici, II-32: Aveva da un pezzo cessato di seguirlo in quelle cacce quotidiane che esigevano levatacce e comportavano diverse altre sco­modità. C. E. Gadda, 301: Se il colletto della maglia comporta bottoni, uno quasi sempre è mancante. Pavese,8-361: La voce che ti vanno dando di persona solida, dura, volitiva e riuscita, comporta il sottinteso che vo­gliono appoggiarsi a te. Pratolini, 9-129: Capiva che la leggerezza con cui Giovanni si fidava di Bugatti, il losco che comportava la loro intesa, la posizione particolar­mente vulnerabile del marito... erano tutti elementi che contrastavano col proprio desiderio.