di Salvatore Claudio Sgroi
1. Evento
Nel precedente
intervento abbiamo chiarito come nella frase Se dorm-ano io che ci posso fare? la forma dorm-ano non è un congiuntivo ma un indicativo tipico dell'uso
toscano. Si potrebbe dire un "micro-regionalismo" morfologico (o "micro-vernacolarismo")
toscano, peraltro non pan-toscano, in
cui la desinenza della terza pers. pl. del pres. indic. -ano della I coniug. (es. cant-ano)
si è estesa per analogia ai verbi di II e III coniugazione (ess. conosc-ano per 'conosc-ono'; sent-ano per 'sent-ono').
Per i non-toscanofoni quindi queste
varianti morfologiche di indicativo vengono facilmente confuse o interpretate
come forme di congiuntivo.
Sulla variazione diatopica dell'italiano e
dei dialetti italiani, a parte la classica Grammatica
storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, 3 voll. (orig. ted. 1949-1954, tr.
it. Einaudi 1968; ora in rist. presso il Mulino-Accademia della Crusca), già
citata, un'informazione più ampia si può ricavare consultando per es. la
collana dedicata al "Profilo dei dialetti italiani" fondata a suo
tempo da Manlio Cortelazzo, poi diretta da Alberto Zamboni (Pacini Editore).
Nella fattispecie il volume sulla Toscana di Luciano Giannelli (I ed.
1976, nuova ediz. aggiornata 2000) informa analiticamente sulla diffusione di
questo micro-morfo-regionalismo nelle varie aree dialettali della Toscana.
Per quanto riguarda il "dialetto
fiorentino" (p. 20), Giannelli distingue il "fiorentino corrente e
rustico" (ibid.), "parlato
da più di un milione di persone" (ibid.), contrapposto all'italiano
standard (= st.).
Nel "fiorentino corrente" segnala, per quanto riguarda la I coniug.
3a pers. pl. del pres. indic., le seguenti varianti (p. 43):
mangi-ano [= it. st.], II coniug. ved-ano [vs it. st. ved-ono], vend-ano [vs it. st. vend-ono],
III coniug. sent-ano [vs it. st. sent-ono].
Nel "fiorentino rustico"
Giannelli segnala invece "qua e là" ulteriori "varianti
locali" della 3a pl. in -ono,
come mangi-ono [vs it. st. mangi-ano], II coniug. ved-ono [= it. st.], vend-ono [= it. st.], III coniug. sent-ono [= it. st.].
Da ciò emerge subito come --
paradossalmente -- le varianti ved-ono,
vend-ono, sent-ono dell'italiano standard vengano percepite come forme di
fiorentino "rustico" (e non "corrente"), cioè come forme
marcate diastraticamente.
Nel "dialetto senese" (p. 50)
Giannelli osserva riguardo all'"indicativo presente", "rispetto
al fiorentino" (p. 57), "l'uso, a tutti livelli e in tutte le zone,
del solo /-ano/ desinenza di 3a pl. per tutte le coniugazioni"
(ibid.), senza quindi alcuna
differenziazione diastratica.
Per quanto si riferisce al "dialetto
pisano-livornese" (p. 60) Giannelli segnala tale variazione nel "pisano-livornese rustico o comunque non
corrente" (p. 69):
mangi-ano [= it. st.], II
coniug. ved-ano [vs it. st. ved-ono], vend-ano [vs it. st. vend-ono], III coniug. dorm-ano [vs it. st. dorm-ono] (ibid.).
Invece "il dialetto corrente ha abbandonato l'uso delle desinenze di 1a
pl. [su] riportate cui ha sostituito quelle italiane" (ibid.).
Quanto al "dialetto lucchese"
(p. 73), Giannelli evidenzia una distinzione geografica (campagna vs città) e a un tempo una
differenziazione diastratica all'interno della variante cittadina del
"dialetto corrente".
Sottolinea infatti da un lato "una
fortissima diversità tra le persone più vecchie abitanti in campagna e il
dialetto corrente (che va distinto tra dialetto 'civile' e 'volgare', con una
discriminante che di solito passa tra le classi sociali" (ibid.).
E quanto alle forme verbali, osserva con
altre varianti morfologiche "Rispetto alle caratteristiche pisane [...]
[i] più usati /'kant-ano 'ved-ano 'vεnd-ano 'dɔrm-ano/" (p. 79).
Nella "zona pistoiese" (p. 82),
"per i verbi, niente da notare rispetto al fiorentino corrente" (p.
84), su ricordato.
Quanto a "Firenzuola" (p. 84),
si rileva in maniera molto sintetica che "Nel centro di Firenzuola [...]
in tutta la zona si usa un vernacolo con scarsissima presenza di dialettismi
specialmente nella morfologia verbale (a livello rustico sono gli stessi del fiorentino)" (p. 85).
Nella "Zona alta
Valdelsa-Volterra" (p. 85), quanto ai verbi "qua e là /'kant-ono/
'cantano' accanto a /kantano/ a livello rustico"
(p. 87).
Nel "Dialetto aretino" (p. 94),
si evidenzia "Per la 3a pl. livellamento di tutte le
coniugazioni in /-ono/" (p. 101), ma "In diffusione le forme toscane
correnti in /-ano/ (p. 101 n. 346).
Nel "Casentinese" (p. 103),
"La morfologia verbale è essenzialmente di tipo fiorentino" (ibid.).
Nel
"Dialetto amatino" (p. 105) si segnala "la 3a pl.:
/'kanteno, -ono, -ano/ ecc." (p. 110).
Quanto al "Dialetto
basso-garfagnino e alto-versiliese" (p. 114), "In Versilia [è] presente
anche il livellamento in /-ano/ ma molto meno frequente" (p. 119), ess. lav-ano, ved-ano, vend-ano, sent-ano.
Sul versante
storico, possiamo ricordare che la Grammatica
storica della lingua italiana. I. Introduzione di Arrigo Castellani (il
Mulino 2000) nell'accuratissimo "Indice delle forme" a cura di Pär
Larson segnala la forma '-ano in
quanto "desin. di 3a pers. plur. del pres. indic. dei verbi di
2a, 3a e 4a classe" in pisano e lucchese
(pp. 321-22), con esempi medievali: (Pisa) vagliano,
vegnano, (Lucca) attendano, mettano,
possano, possedano, vegnano, contegnano. Più in generale Castellani ricorda che "Sia in
pisano sia in lucchese alla terza persona plurale del presente indicativo di 2a,
3a e 4a classe s'incontrano tre tipi: il tipo '-eno (ossia terza sing. + -no), il tipo '-ano (estensione della desinenza della 1a classe), e il tipo
originario '-ono" (p. 321).
Quanto ai
(finora pochi) dati fornitimi da amici-colleghi, va tenuto presente che nel fiorentino la variante risulta del
tutto estranea a livello di competenza attiva e passiva almeno a un informante di Firenze.
Un altro
amico mi informa invece su una parlante
"pisana (nata nel 1950), ex-insegnante di matematica nei licei e
persona colta che lo usa abitualmente nella conversazione. In frasi come 'Quando dormano è difficile svegliarli',
ecc.".
Nello stesso
tempo mi riferisce sulla vitalità di tale uso presso le giovani generazioni,
sempre nel "contado pisano", stando ai rilievi di una insegnante:
"l'uso si va perdendo nelle generazioni più
giovani. In particolare lei, insegnante [...] alle scuole medie nel contado
pisano, e quindi in contatto con genitori piuttosto giovani, nati e cresciuti
fuori dalla città, mi dice che non le capita mai di sentirlo in quegli
ambienti, né tantomeno dai suoi alunni".
Infine, mi
suggerisce una possibile fonte per la varietà diamesica scritta:
"Per l'uso scritto forse si potrebbe dare
un'occhiata ai romanzi di Marco Malvaldi
(pisano, classe 1974), quelli intorno "Barlume": nei dialoghi sono
pronto a scommettere che qualcosa c'è, perché Malvaldi usa toscanismi e
pisanismi a sfare (come direbbe un pisano)".
(Continua...)
1. Evento
2. Variazione diatopica
2.1. Dialetto fiorentino
2.2. Dialetto senese
2.3. Dialetto pisano-livornese
2.4. Dialetto lucchese
2.5. Zona pistoiese
2.6. Firenzuola
2.7. Zona alta Valdelsa-Volterra
2.8. Dialetto aretino
2.9. Casentinese
2.10.
Dialetto amatino
2.11.
Dialetto basso-garfagnino e alto-versiliese
3. Toscano
medievale
4. Toscanofoni e toscanografi
2 commenti:
In Versilia (ma anche a Pisa o Lucca) non ho mai sentito usare il congiuntivo in quel modo. Ciao, Fausto
Naturalmente prendo atto di quanto il lettore puntualizza. Ciò può voler dire che l’uso può essere ignoto ad alcuni toscani. Ma sarebbe interessante che lui precisasse se è nato (e cresciuto) in Toscana e in quale città.
Stia però attento che in questo intervento e nel precedente ho voluto dimostrare che non si tratta affatto di una forma di congiuntivo.
S.C.Sgroi
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