lunedì 30 agosto 2021

Il "che" e la virgola (obbligatoria?)

 Il che — come si sa (o si dovrebbe sapere) — introduce le proposizioni subordinate relative che, a loro volta, si dividono in relative restrittive e relative esplicative.

Le prime danno un'informazione indispensabile per precisare il significato della proposizione principale: non ho ancora restituito alla biblioteca il libro che avevo preso in prestito. In questo caso la virgola prima del che interromperebbe il significato dell'antecedente (principale); le seconde, le esplicative, forniscono un'indicazione in più, non strettamente necessaria per il significato della principale: domani telefonerò a un mio amico, che è appena tornato a casa dall'ospedale.

Riassumendo. Nelle relative restrittive la virgola prima del che non è necessaria; in quelle esplicative, al contrario, è necessaria, se non obbligatoria.

Comma e capoverso

 I due termini non sono sinonimi, come erroneamente si crede. E i vocabolari non aiutano. La spiegazione più chiara viene dal vocabolario della Treccani, che riportiamo fedelmente. Alla voce comma leggiamo: «Ognuna delle suddivisioni di un articolo di legge, rappresentata tipograficamente da un accapo, in modo che il primo comma corrisponde al ‘principio’, il secondo comma al ‘primo capoverso’ e così via». Al lemma capoverso si legge: «Nelle citazioni di leggi, regolamenti, contratti ecc. si chiamano primo, secondo, terzo capoverso e così via le suddivisioni dell’articolo corrispondenti rispettivamente al secondo, terzo, quarto comma, spettando al primo comma il nome di principio».

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