martedì 10 agosto 2021

"Consigli linguistici"

 Si presti attenzione al congiuntivo presente del verbo alleviare, perché non tutti i vocabolari concordano. Alcuni mettono la doppia "i", una della radice e una della desinenza: che essi alleviino; altri una sola "i": che essi allevino. Si segua questa semplice "regola": i verbi con la prima persona singolare del presente indicativo in "-io" con la "i" non accentata perdono la "i" della radice davanti a desinenze che cominciano con "i": graffiare, graffi (non graffi-i); studiare, studi (non studi-i), studino (non studi-ino), alleviare, allevi (non allevi-i), allevino (non allevi-ino). Insomma, se la "i" della prima persona del presente indicativo (-io) non è tonica, cioè non accentata, perdono la "i" della radice (o tema) dinanzi alle desinenze che cominciano con "i", a prescindere dai modi e dai tempi. "Noi studiamo" (presente indicativo) e "che noi studiamo" (presente congiuntivo). "Che io studi", quindi, non "studii". Stando a questa "legge linguistica", la prima persona del presente congiuntivo di avviare sarà, infatti, "che io avvii" perché la prima persona del presente indicativo ha la "i" tonica (io avvío). Tornando al verbo "alleviare" riteniamo "piú corretta", dunque, la forma senza la doppia "i": che essi allevino (non alleviino).

Alcuni sacri testi grammaticali classificano certi "sostantivi festivi" quali Natale, Pasqua ed Epifania tra i cosí detti nomi difettivi, nomi, cioè, privi o di singolare o di plurale. Natale, Pasqua ed Epifania non avrebbero la forma plurale. Francamente non riusciamo a capire perché dovrebbero essere solo singolari. Non diciamo, per esempio, tutti i Natali trascorsi insieme? Oppure, nei tempi andati non si era soliti, nelle Epifanie, fare dei regali ai vigili urbani? Ancora. Quante Pasque, amico mio, sono trascorse da quando ci conosciamo? Naturalmente attendiamo gli strali del solito linguista "d'assalto". Non riuscirà nell'intento, comunque: siamo muniti di una solida "corazza linguistica".

Certi vocabolari ─ e tra questi l'autorevole DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia  (e la cosa ci stupisce non poco) ─ ritengono corretta la forma "camice" quale plurale di camicia: la camicia/le camice È bene non seguirli. Il plurale corretto  è  camicie. Per due motivi.  Camice (senza la 'i') potrebbe confondersi con il maschile camice. Il secondo motivo, piú importante, è di ordine grammaticale e riguarda la formazione del plurale dei sostantivi in "-cia". Se nel singolare i nomi che finiscono in "-cia" hanno una vocale davanti alla "c", ed è il caso di camicia, faranno il plurale in "-cie": camicia/camicie; se davanti alla "c" c'è, invece, una consonante il plurale sarà in "-ce" (senza la "i"): lancia/lance.




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