lunedì 25 novembre 2019

Le varie funzioni di "dietro"


Come preposizione impropria vale nella parte posteriore; al di là di un'altra cosa e si unisce direttamente al sostantivo che segue: dietro la casa; dietro la piazza. 
Alcuni, soprattutto i cosí detti gramuffastronzoli, preferi-scono accompagnarlo con la preposizione (semplice o articolata) a: dietro alla facciata; dietro al mobile. Riteniamo, questo, un uso non molto "ortodosso" e, quindi, da evitare in buona lingua italiana. Dietro è di per sé una preposizione, sebbene impropria, per quale motivo (grammaticale) farlo seguire da un'altra preposizione? È obbligatoria, invece, la preposizione di quando dietro è seguito da un pronome personale: dietro di voi; dietro di loro. Quest'ultima preposizione (di) si tramuta in a, però, quando è espresso un concetto di moto a luogo (reale o figurato): andava sempre dietro a lei; correva sempre dietro alla moda.
      In funzione avverbiale dietro significa nella parte posteriore e spesso è accompagnato con altri avverbi di luogo o preceduto dalla preposizione di: sedeva dietro o di dietro, vale a dire nella parte posteriore.
E, sempre come avverbio, può assumere un valore temporale con il significato di dopo: ha commesso un errore dietro l'altro. In funzione di sostantivo raddoppia il gruppo "di" iniziale, didietro: il didietro della vettura.
     Concludiamo queste due parole, due, riportando quanto dice in proposito l'illustre linguista, ormai scomparso, Aldo Gabrielli, un padre della lingua:
      «Con dietro si costruiscono numerose locuzioni scorrette che è necessario evitare; non si dica dietro sua domanda, ma a sua domanda; dietro consegna, ma alla consegna; dietro versamento ma contro versamento, all'atto del versamento; dietro il vostro intervento ma per il vostro intervento; dietro la vostra assicurazione ma dopo la vostra assicurazione (...)».
E tante altre ancora, che omettiamo per non tediarvi oltre misura. In caso di dubbi un vocabolario, con la V 'maiuscolata' però, farà alla bisogna.



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Due parole sul verbo intransitivo vaporare, che nei tempi composti può prendere tanto l'ausiliare avere quanto l'ausiliare essere, ma non ad capochiam.
Prenderà l'ausiliare avere quando sta per esalare vapore (quando è stato tolto il coperchio il liquido ha vaporato); l'ausiliare essere quando assume l'accezione di svanire (non è stato trovato più nulla: tutto era vaporato).


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Si presti attenzione ai verbi schiattare e schiattire, non sono sovrabbondanti, non sono, per tanto, l'uno sinonimo dell'altro. Il primo, della prima coniugazione, significa "scoppiare", "crepare" e simili. Il secondo, della terza e coniugato nella forma incoativa (con l'inserimento dell'infisso "-isc-" tra il tema e la desinenza), sta per "emettere brevi gridi" ed è sinonimo di "squittire".


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Coloro che ravvisino strafalcioni orto-sintattico-grammaticali (e "concettuali") in articoli giornalistici possono inviarli a questo portale (fauras@iol.it). I testi "incriminati" saranno pubblicati ed esposti al pubblico ludibrio.



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