mercoledì 6 novembre 2019

Due "non" negano o affermano?


Una squisitissima lettera di un amico lettore ci ha dato lo spunto per la trattazione di alcune negazioni - nella fattispecie pronomi - che possono essere o no accompagnate con altre negazioni. 

   E ci spieghiamo. Il lettore lamenta il fatto che l’insegnante di suo figlio abbia/ha sottolineato con la fatidica matita blu il non contenuto nella frase nessuno non deve sapere sostenendo che il non accompagnando il pronome nessuno - già di per sé negativo - rende la frase affermativa. Insomma, la proposizione nessuno non deve sapere, agli orecchi del docente, suona tutti devono sapere perché, sostiene, due negazioni affermano.

     Di primo acchito saremmo d’accordo con il docente, ma a un esame più approfondito scopriamo che quel non è un errore veniale da sottolineare con la matita rossa essendo solo un francesismo (senza ombra di dubbio da evitare in buona lingua italiana). 

     In altri termini nessuno, che ci viene dal latino "ne ipse unus" (non già da "nescio unus"), è il pronome ciascuno, ognuno, il quale ha attratto e incorporato la negazione che propriamente si riferisce all’azione o allo stato espressi dal verbo.
     Tornando al non e ai suoi vari meccanismi, c’è da dire che molti grammatici sono dubbiosi se si debba/deve adoperare, e quando, l’avverbio di negazione non in compagnia di nessuno, nulla, niente e altre voci negative. Costoro sostengono anche che in lingua italiana non è tassativa la norma per la quale due negazioni affermano.
     In proposito noi, molto sommessamente, manifestiamo le nostre riserve e portiamo a suffragio un modo di esprimersi tanto caro ai politici, non possiamo non riconoscere, dove è evidente che i due non si annullano rendendo la frase affermativa: non possiamo non riconoscere equivale, infatti, a  riconosciamo.
     Per non creare, pertanto, dei veri e propri garbugli è bene seguire - a nostro modo di vedere - alcune semplici  regolette. Quando i pronomi negativi nessuno, nulla e niente sono posposti al verbo (si trovano dopo) si rafforzano col non: non so nulla; non ho visto nessuno; non ha detto niente. Allorché, invece, sono preposti al verbo (cioè prima) stanno da sé senza altra negazione: nessuno è arrivato; nulla mi piace.
     Per quanto attiene al pronome niente occorre fare qualche altra osservazione: ha un valore neutro e sta per nessuna cosa; acquista una valenza positiva nelle interrogazioni e nelle proposizioni condizionali con il significato di qualche cosa. I soliti esempi faranno chiarezza: ti occorre niente? (cioè qualche cosa); se niente (qualche cosa) ti serve, io sono qui per aiutarti.


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La lingua "biforcuta" della stampa


Oltre l'imprenditore dell'Eurnova, alla sbarra altre undici persone. Chiuso il filone d'inchiesta che coinvolge anche esponenti politici nazionali. Mibact parte civile

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Correttamente: Oltre all'imprenditore. La preposizione impropria "oltre" quando vale "per di piú", "piú che", "in aggiunta" e simili si costruisce con la "a" (o con il "che": oltre che l'imprenditore) . 


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Sci, addio a Mario Cotelli: fu il ct della Valanga azzurra

Aveva 76 anni, guidò negli anni '70 la squadra che contava nelle sue fila tra gli altri Thoeni e Gros

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Correttamente: nelle sue file ("le fila", in questo caso, è uno strafalcione che grida vendetta).

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La scienziata italiana sarà direttore generale fino al 2025
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Esiste il femminile di "direttore"? Secondo la grammatica italiana, sí; no, per i titolisti del quotidiano in rete.



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