Una squisitissima lettera di un amico lettore ci ha dato lo spunto per la
trattazione di alcune negazioni - nella fattispecie pronomi - che possono
essere o no accompagnate con altre negazioni.
E ci spieghiamo. Il lettore lamenta
il fatto che l’insegnante di suo figlio abbia/ha sottolineato con la fatidica
matita blu il non contenuto nella frase nessuno non deve sapere
sostenendo che il non accompagnando il pronome nessuno - già di per sé
negativo - rende la frase affermativa. Insomma, la proposizione nessuno non
deve sapere, agli orecchi del docente, suona tutti devono sapere
perché, sostiene, due negazioni affermano.
Di primo acchito saremmo d’accordo con il docente, ma a un esame più approfondito scopriamo che quel non è un errore veniale da sottolineare con la matita rossa essendo solo un francesismo (senza ombra di dubbio da evitare in buona lingua italiana).
In altri termini nessuno, che ci viene dal latino "ne ipse
unus" (non già da "nescio unus"), è il pronome ciascuno,
ognuno, il quale ha attratto e incorporato la negazione che propriamente si
riferisce all’azione o allo stato espressi dal verbo.
Tornando al non e ai suoi vari meccanismi, c’è da dire che molti
grammatici sono dubbiosi se si debba/deve adoperare, e quando, l’avverbio di
negazione non in compagnia di nessuno, nulla, niente e altre voci
negative. Costoro sostengono anche che in lingua italiana non è tassativa la
norma per la quale due negazioni affermano.
In proposito noi, molto sommessamente, manifestiamo le nostre riserve e
portiamo a suffragio un modo di esprimersi tanto caro ai politici, non
possiamo non riconoscere, dove è evidente che i due non si annullano
rendendo la frase affermativa: non possiamo non riconoscere equivale, infatti,
a riconosciamo.
Per non creare, pertanto, dei veri e propri garbugli è bene seguire - a nostro
modo di vedere - alcune semplici regolette. Quando i pronomi negativi nessuno,
nulla e niente sono posposti al verbo (si trovano dopo) si
rafforzano col non: non so nulla; non ho visto nessuno; non ha detto
niente. Allorché, invece, sono preposti al verbo (cioè prima) stanno da sé
senza altra negazione: nessuno è arrivato; nulla mi piace.
Per quanto attiene al pronome niente occorre fare qualche altra osservazione:
ha un valore neutro e sta per nessuna cosa; acquista una valenza
positiva nelle interrogazioni e nelle proposizioni condizionali con il
significato di qualche cosa. I soliti esempi faranno chiarezza: ti
occorre niente? (cioè qualche cosa); se niente (qualche cosa)
ti serve, io sono qui per aiutarti.
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La lingua "biforcuta" della stampa
Oltre l'imprenditore dell'Eurnova, alla sbarra altre undici persone. Chiuso il filone d'inchiesta che coinvolge anche esponenti politici nazionali. Mibact parte civile
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Correttamente: Oltre all'imprenditore. La preposizione impropria "oltre" quando vale "per di piú", "piú che", "in aggiunta" e simili si costruisce con la "a" (o con il "che": oltre che l'imprenditore) .
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Sci, addio a Mario Cotelli: fu il ct della Valanga azzurra
Aveva 76 anni, guidò negli anni '70 la squadra che contava nelle sue fila tra gli altri Thoeni e Gros
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Correttamente: nelle
sue file ("le fila", in questo caso, è uno strafalcione che grida vendetta).
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La scienziata
italiana sarà direttore generale fino al 2025
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Esiste il femminile di "direttore"? Secondo la grammatica italiana, sí; no, per i titolisti del quotidiano in rete.
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Esiste il femminile di "direttore"? Secondo la grammatica italiana, sí; no, per i titolisti del quotidiano in rete.
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