domenica 10 novembre 2019

Di tutto un po' (disquisizioni linguistiche) (3)

Molti sono convinti che i verbi derubare e rubare si possono adoperare indifferentemente. Non è cosí. E chi ama il bel parlare e il bello scrivere deve seguire i "dettami" del linguista Giuseppe Rigutini secondo il quale "si rubano le cose" e "si deruba la persona". Non si dice, infatti, che "i banditi hanno rubato un miliardo dalla cassaforte della banca" e che "i ladri hanno derubato il signor Bianchini del portafogli"? A questo proposito si noti anche la diversa costruzione dei due verbi: derubare una persona di un oggetto o anche - assoluto - derubare una persona; rubare a una persona una cosa. Da notare, ancora, che sotto il profilo etimologico "rubare" non è schiettamente italiano, bensí  germanico: "Raubon" (roba, bottino). Da questo "Raubon"  - attraverso il solito passaggio semantico - si è fatto il verbo rubare: chi "ruba" sottrae con la forza il... bottino (Raubon).   

I verbi intransitivi, vale a dire quelli che non hanno (non possono avere) il complemento oggetto, nei tempi composti si coniugano  - in linea di massima - con  l'ausiliare essere: sono andato, sono partito, sono fuggito. Alcuni (verbi), però, pur essendo intransitivi possono prendere tanto l'ausiliare essere quanto l'ausiliare avere. In proposito le grammatiche danno - quando lo danno - uno scarso aiuto: ho corso o sono corso? Con i verbi intransitivi che indicano un moto adopereremo l'ausiliare essere quando vogliamo mettere bene in risalto il risultato dell'azione stessa: sono corso subito al suo capezzale. Useremo, invece, l'ausiliare avere allorché vogliamo mettere in rilievo l'azione del verbo nel suo svolgersi: ho corso tutta la notte alla ricerca di una farmacia. Il medesimo distinguo vale per altri verbi - anche se non indicano un'«azione movimentata» -  come 'durare, 'sussistere', 'consistere'. Adopereremo tassativamente  - e concludiamo - l'ausiliare avere con i verbi intransitivi che esprimono un moto fine a sé stesso: abbiamo volato, abbiamo corso.

Il verbo "disimpegnare", transitivo e della I coniugazione, significa, propriamente, "liberarsi da un impegno, da un obbligo", "dalla parola data", "da una promessa" e simili. Alcuni gli danno il significato, errato, di "eseguire, portare bene a compimento un determinato compito o ufficio": Luigi ha disimpegnato molto bene il suo incarico temporaneo di direttore. Si dirà, correttamente, "Luigi ha esercitato, espletato molto bene...".  

Tutti (?) i vocabolari fanno precedere gli avverbi in "-oni" ("-one") dalla preposizione "a": a cavalcioni, a carponi ecc. A costo di attirarci gli strali dei soliti "linguisti d'assalto" sosteniamo  che è "spudoratamente" errato l'uso della preposizione suddetta. Diciamo, forse, "a lentamente"?  "a frettolosamente"? "a moderatamente"? Gli avverbi  - qualunque tipo di avverbio - non abbisognano, insomma, di essere "sostenuti" dalla preposizione "a". È necessaria, invece, con alcune locuzioni avverbiali formate con la predetta preposizione e un sostantivo.

***

La parola proposta da questo portale, non a lemma nei vocabolari dell'uso: temporio. Aggettivo tratto dal comparativo dell'avverbio latino "tempori" e sta per  tempestivo, immediato e simili. Il suo intervento temporio gli ha salvato la vita.


***

La lingua "biforcuta" della stampa

L'Iran scopre un maxi giacimento di petrolio

L'annuncio di Rouhani: oltre 53 miliardi di barili

-----------

Sí, ci ripetiamo, non finiremo mai di dire che i prefissi e i prefissoidi si "attaccano" alla parola che segue: maxigiacimento. Vocabolario Gabrielli: maxi- primo elemento di parole composte che serve a indicare dimensioni assai grandi, spec. in riferimento a un capo di abbigliamento: maxicappotto



*
L'ordigno esplosivo rudimentale è detonato al passaggio di un convoglio vicino a Kirkuk. I soldati evacuati con elicotteri Usa.
-----------
Correttamente: ha detonato. Treccani: detonare v. intr. [dal lat. detonare, comp. di de- e tonare «tuonare»] (pres. io detòno, ecc.; aus. avere). – Scoppiare, esplodere con fragore. Part. pres. detonante, anche come agg. e s. m. (v. la voce).












Nessun commento: