Per questo motivo alcuni linguisti, prudentemente, tendono a precisare che sono chiamati “sinonimi” i nomi che hanno il medesimo significato “fondamentale”; c’è sempre, infatti, qualcosa che sfugge e rende impossibile la “perfetta” equivalenza dei significati. Vediamo, infatti, piluccando qua e là, alcuni sinonimi “abusivi”, in corsivo, e in parentesi, i corrispettivi appropriati.
Parlerò del tuo problema al direttore non appena si presenterà l’occasione (opportunità); i genitori, dopo il tragico incidente, hanno chiesto notizie del figliolo ma hanno ricevuto solo pietose menzogne (bugie); il giovane, correndo, ha perduto (smarrito) la fotografia della sua compagna; Adalberto, a detta di tutti, è un bellissimo ragazzo nonostante sia troppo macilento (magro); il malfattore, arrestato dalla polizia, ha avuto il castigo (la pena) che meritava; accetterei volentieri il tuo invito, ma ho paura (il timore) di non essere gradito agli altri; dalla vendita dell’appartamento ho avuto ben poco profitto (guadagno); per accedere alla villa bisognava salire qualche gradino (scalino); il giovanotto rammentava (ricordava) con nostalgia i luoghi dell’infanzia.
Per concludere, si faccia attenzione al corretto uso dei sinonimi se non vogliamo correre il rischio che i nostri scritti possano suscitare ilarità in chi li legge. In linguistica si parla, infatti, di “sinonimia approssimativa” e di “sinonimia assoluta”. Nella sinonimia approssimativa i vocaboli sinonimi sono intercambiabili solamente in determinati contesti. Provate a sostituire, infatti, “sala da ballo” con “camera da ballo” e vedrete che il “conto non torna”, per usare un’espressione dell’aritmetica. Si può benissimo dire, invece – “il conto torna” – “sala da pranzo” o “camera da pranzo” (anche se “camera” in questo caso non è un termine appropriato).
Nella sinonimia assoluta i vocaboli sinonimi sono, viceversa, intercambiabili in tutti i contesti. Bisogna dire, però, che i sinonimi assoluti sono veramente molto rari. Sono “assoluti”, per esempio, le preposizioni “tra” e “fra” anche se, a voler sottilizzare, c’è una differenza a livello stilistico: al fine di evitare la successione di sillabe uguali si preferisce dire, per esempio, “tra fratelli” piuttosto che “fra fratelli”. Sono sinonimi assoluti – anche se, ripetiamo, c’è sempre una sottile differenza - “invece” e “viceversa”; “ma” e “però”; “termosifone” e “calorifero” e altri – insistiamo rari – che ora non ci vengono alla mente.
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