I porchi comodi...
Qualcuno - se non tutti - strabuzzerà gli occhi: “porchi”!? Come è possibile un simile strafalcione? No, amici, non è uno strafalcione.
Tutti i “sacri testi” che abbiamo consultato tacciono sull’argomento, ma “porchi” è forma correttissima. Quando il sostantivo ‘porco’ è usato in funzione aggettivale con il significato di “spregevole”, “indecente”, “orribile” e simili, nella forma maschile plurale “può” prendere la desinenza “-chi” in luogo di quella comunemente in uso “-ci”. A voler sottilizzare, anzi, porchi ‘sarebbe’ la sola forma corretta perché i sostantivi in “-co” piani (con l’accento tonico sulla penultima sillaba) nel plurale conservano il suono gutturale; quelli sdruccioli, invece, lo perdono. Naturalmente non mancano le eccezioni e porco è una di queste; in funzione di sostantivo, infatti, il plurale “corretto” è porci.
Qualcuno - se non tutti - strabuzzerà gli occhi: “porchi”!? Come è possibile un simile strafalcione? No, amici, non è uno strafalcione.
Tutti i “sacri testi” che abbiamo consultato tacciono sull’argomento, ma “porchi” è forma correttissima. Quando il sostantivo ‘porco’ è usato in funzione aggettivale con il significato di “spregevole”, “indecente”, “orribile” e simili, nella forma maschile plurale “può” prendere la desinenza “-chi” in luogo di quella comunemente in uso “-ci”. A voler sottilizzare, anzi, porchi ‘sarebbe’ la sola forma corretta perché i sostantivi in “-co” piani (con l’accento tonico sulla penultima sillaba) nel plurale conservano il suono gutturale; quelli sdruccioli, invece, lo perdono. Naturalmente non mancano le eccezioni e porco è una di queste; in funzione di sostantivo, infatti, il plurale “corretto” è porci.
Malevole? No, malevolo
Navigando in
Internet abbiamo scoperto che buona parte delle persone “di cultura” ritengono
che si dica “malevole” e non, correttamente, malevolo. Credono,
insomma, che l’aggettivo in oggetto appartenga alla seconda classe, come
“facile”, per esempio e abbia, quindi, un’unica desinenza, tanto per il
maschile quanto per il femminile ('-e', maschile e femminile singolare; 'i',
maschile e femminile plurale). No, la forma corretta è malevolo perché
viene dall’aggettivo latino ‘malévolus’, della seconda declinazione, e la
desinenza ‘-us’ latina si tramuta normalmente nella
terminazione ‘-o’ del maschile italiano. È, quindi, un aggettivo della prima
classe, come “buono”, le cui desinenze sono ‘-o’ e ‘-i’ per il maschile
singolare e plurale, ‘-a’ e ‘-e’ per il femminile singolare e plurale. Diremo,
quindi, “uno scritto malevolo”, con il plurale “malevoli” e “una critica
malevola” con il plurale “malevole”. Identico discorso per “benevolo”.
Divisione sillabica "particolare"
Abbiamo notato che molte persone si trovano
in difficoltà sulla divisione delle sillabe in fin di riga (o di rigo) con le
parole formate con prefissi “speciali”: ben-, in-, mal-, cis-, dis-, pos-, trans- o tras-.
Le parole così composte possono dividersi in sillaba senza tener conto del
prefisso (che fa sillaba a sé) oppure considerare il prefisso parte integrante
della parola. Ci spieghiamo meglio con un esempio. Dispiacere si può dividere
considerando il prefisso sillaba a sé; avremo, quindi, dis-pia-ce-re,
oppure, “normalmente”, di-spia-ce-re. Trastevere – altro esempio –
si può dividere secondo l’una o l’altra “regola”: Tras-te-ve-re o Tra-ste-ve-re.
Consigliamo vivamente, a coloro che non sono in grado di distinguere con
assoluta certezza i prefissi componenti, di attenersi – nell’andare “a capo” –
alla normale divisione sillabica. Eviteranno, in questo modo, di incorrere in
spiacevoli strafalcioni. In caso di dubbio si può consultare una buona
grammatica dove, nel sillabo, sono riportati tutti gli argomenti trattati,
messi anche in ordine alfabetico.
Colui/colei senza il "che"
Probabilmente
ci attireremo gli strali di qualche linguista se sosteniamo che non è scorretto
l'uso di colui (o colei) - in funzione di soggetto e di complemento - non
seguito dal pronome relativo (colui che, colei che). Abbiamo l'avallo di
Luciano Satta, che riporta gli esempi di autorevoli scrittori: «- Buon giorno -
disse colui scappellandosi...» (Bacchelli); «... Ella ha amato a tal punto
colei da poter quindi pronunciarsi» (Santucci).Aggettivi della terza classe
Buona parte delle comuni grammatiche
della lingua italiana dividono gli aggettivi in due classi: bello (I classe); facile
(II classe). C'è anche una terza classe. Appartengono a questa categoria gli
aggettivi che al maschile singolare finiscono in -cida, -ista, -asta e -ita. Hanno un'unica desinenza (-a) sia per il maschile singolare
sia per il femminile singolare: un uomo egoista,
una donna egoista. Nella forma
plurale, invece, mutano la desinenza -a
in -i per il maschile e in -e per il femminile: due uomini egoisti, due donne egoiste.
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La lingua "biforcuta" della stampa
Tentano di sradicare un bancomat con il carroattrezzi: fermati dai carabinieri
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davànti prep. (usata in unione con la prep: a, raramente con di) in presenza, in cospetto, dinanzi: davanti al re (l di faccia, di fronte: davanti alla casa c'è l'albergo il avv. prima, innanzi: la fanfara era davanti il mettere davanti, presentare; mettersi davanti, mettersi in mostra, profferirsi il levarsi davanti, andar via il nella parte anteriore: vestito aperto davanti II in forza di agg., anteriore: i denti davanti II in forza di sm. il davanti della casa, del vestito ll N. innanzi, prima l contr. dietro.
La lingua "biforcuta" della stampa
Tentano di sradicare un bancomat con il carroattrezzi: fermati dai carabinieri
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"Piú corretto": carro attrezzi.
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Spaccia cocaina davanti Scala: fermato pusher 55enne con le
dosi negli slip
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Davanti richiede la preposizione "a".
Correttamente: davanti alla Scala. Vocabolario Palazzi: davàntidavànti prep. (usata in unione con la prep: a, raramente con di) in presenza, in cospetto, dinanzi: davanti al re (l di faccia, di fronte: davanti alla casa c'è l'albergo il avv. prima, innanzi: la fanfara era davanti il mettere davanti, presentare; mettersi davanti, mettersi in mostra, profferirsi il levarsi davanti, andar via il nella parte anteriore: vestito aperto davanti II in forza di agg., anteriore: i denti davanti II in forza di sm. il davanti della casa, del vestito ll N. innanzi, prima l contr. dietro.
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