L'aggettivo, insomma, come lo definiscono le comuni grammatiche, è "quella parte variabile del discorso che si aggiunge al nome per meglio specificarlo". Può essere collocato prima o dopo il sostantivo. Posto prima serve a indicare la qualità inerente al sostantivo stesso, un bel libro; posto dopo specifica la qualità del sostantivo che lo distingue dagli altri, un libro bello.
Si presti attenzione, dunque, alla giusta collocazione dell'aggettivo perché la sua posizione, a volte, può stravolgere il senso di ciò che intendiamo esprimere. Vediamo alcuni esempi - estrapolati da varie pubblicazioni - in cui l'aggettivo (in corsivo) - a nostro modo di vedere - andava posto dopo il sostantivo, non prima.
Un originale quadro di un pittore famoso è stato recuperato dai carabinieri; quel ragazzo è veramente un virtuoso giovane che deve essere premiato; quello che ha fatto Mario è stato giudicato da tutti i presenti un perfetto lavoro; invece di guardare e criticare i difetti dei tuoi colleghi bada ai tuoi difetti; il comportamento autoritario del genitore ebbe importanti conseguenze negative sul carattere del figlio; in alcuni eserciti medievali i comandanti distribuivano riconoscimenti in denaro ai piú valorosi combattenti.
Concludiamo queste noterelle con un pensiero di Alphonse Daudet: «L'aggettivo deve essere l'amante del sostantivo e non già la moglie legittima. Tra le parole ci vogliono legami passeggeri e non un matrimonio eterno».
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La lingua "biforcuta" della stampa
Piemonte: due giorni di maltempo, la
Protezione civile lancia l'allerta giallo
--------Allerta è un sostantivo femminile. Correttamente, quindi: allerta gialla.
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