martedì 30 ottobre 2018

Sull'uso corretto di alcuni verbi


Considerazioni sull'uso corretto - a nostro modo di vedere - di alcuni verbi:

Adottare - Se apriamo un qualsivoglia vocabolario della lingua italiana al lemma in oggetto, leggiamo: prendere come proprio un figlio altrui attraverso l'atto legale dell'adozione. La famiglia Sempronio ha adottato un bimbo africano. È "legittimo" l'uso di questo verbo, dunque, in senso concreto. È "fuori legge" quando si adopera con il significato di "scegliere", "prendere", "attuare" e simili: domani adotterò, al riguardo, una decisione. Una decisione si prende, non si adotta.

Accompagnare - Molto spesso si fa seguire questo verbo dalla preposizione semplice o articolata "a": questa poltrona non s'accompagna al resto dell'arredamento; Pietro s'accompagna sempre a Lucia. La preposizione da adoperare è, invece, "con" (semplice o articolata) perché siamo in presenza di un complemento di compagnia o di unione. Correttamente, dunque: questa poltrona non s'accompagna col (con il) resto dell'arredamento; Pietro s'accompagna sempre con Lucia.

Affacciare - Il significato proprio del verbo è "essere orientato verso un determinato luogo" e, per estensione, "guardare": il balcone affaccia sulla piazza. Alcuni lo adoperano nell'accezione di "formulare", "ipotizzare", "esprimere" e simili. È un uso, questo, da evitare in buona lingua italiana. Un'opinione, un'idea non si affaccia, si esprime.

Elevare - Il verbo in oggetto vale "sollevare", non ci sembra corretto adoperarlo con altri significati come, per esempio, elevare una multa, dubbi, obiezioni. Si dirà correttamente, quindi: suscitare dubbi, obiezioni; infliggere una multa. 

Emettere - Propriamente significa "mandar fuori", "emanare", "produrre". È un francesismo scrio scrio, e per tanto da evitare, il suo uso nel senso di: diffondere, diramare, manifestare, promulgare, proporre ecc. Non diremo, per esempio, emettere una legge; diremo, correttamente, promulgare una legge.

Rimediare - Il significato proprio del verbo è "porre rimedio", "riparare". La stampa, quella sportiva in particolare, lo adopera nel significato di "subire", "riportare" e simili: il giocatore ha rimediato una contusione all'occhio sinistro. In buona lingua diremo: il  giocatore ha subito/riportato una contusione all'occhio sinistro.


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La lingua "biforcuta" della stampa


LA VERTENZA
Cimiteri Napoli, rientra la protesta: revocate le assemblee dall'1 al 4
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Di primo acchito il titolo sembra "perfetto" (privo di strafalcioni). No, non è cosí, l'errore c'è, anche se non dà nell'occhio, appunto. Qual è? La preposizione articolata apostrofata davanti a 1. Per il primo giorno del mese si usa l'ordinale, per i successivi il cardinale (siano essi scritti in lettere o no). Quindi: dal 1 al 4. Vale a dire dal primo al quattro. 1, insomma, nelle date si legge primo e nello scritto si mette l'articolo che si usa nella pronuncia.

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3 commenti:

Poldo ha detto...

Primo punto (su accompagnare): la preposizione "a" è unicamente semplice, non semplice o articolata, come lei ha scritto.
Secondo punto: se scritto con il numero cardinale (come vediamo nel titolo in questione) si legge "uno"; se vogliamo leggerlo "primo" dovremmo adoperare il numero ordinale (I), ma questo comprometterebbe l'immediata comprensione del testo.

Fausto Raso ha detto...

Gentile Poldo,
dissento da lei su entrambi i punti. 1) La preposizione "a" può essere anche articolata: Carlo si accompagna sempre AL suo amico Federico;
2) sul numero "uno" ribadisco e confermo quanto ho scritto.
Cordialmente
FR

Poldo ha detto...

Dissenta pure: è un suo diritto.
Purtuttavia mi consentirà di precisare che, relativamente ad "a", sarebbe stato meglio scrivere: "dalla preposizione semplice a o dalla (preposizione) articolata al".
Stesso discorso per il successivo "con" (veda ancora accompagnare).
Terzo punto: per quanto sia poco difendibile, la forma "elevare una multa" è ammessa da vocabolari quali il Sabatini-Coletti e il Treccani.