sabato 27 ottobre 2018

Due verbi adoperati, spesso, impropriamente: procedere e procurare

Non avremo - siamo sicuri - la  "benedizione" dei linguisti (tutti?) se, per caso, si imbatteranno in questo sito. Vogliamo parlare dell'uso improprio - per non dire scorretto - di due verbi: procedere e procurare. Andiamo con ordine. Procedere, come si evince dall'etimologia, significa "inoltrarsi", "avanzare", "proseguire", "continuare" e simili: è impossibile procedere stanti le condizioni atmosferiche. Molto spesso viene adoperato nel significato di "provvedere": abbiamo proceduto alla spedizione di quanto richiestoci; procederemo subito a saldare il conto. In buona lingua ci sono altri verbi che fanno alla bisogna come "provvedere", appunto, "effettuare" e simili. Quest'uso improprio (ma a parer nostro scorretto) lasciamolo al linguaggio burocratico. E veniamo a procurare. Questo verbo - secondo l'etimologia - vale "fornire", "ottenere", "trovare", "procacciare", "custodire" e simili: mi puoi procurare un biglietto per lo stadio? Alcuni lo adoperano nell'accezione di "cagionare", "provocare", "causare", "arrecare": quel figlio non fa altro che procurargli dispiaceri; il terremoto ha procurato molti danni. A nostro modo di vedere quest'uso non è ortodosso. Se si vuole scrivere in buona lingua italiana ci sono altri verbi "piú appropriati".

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Cinque parole della lingua italiana a rischio estinzione. Si veda qui.



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