ho letto con vivo interesse il suo post
sugli aggettivi che non si possono "superlativizzare", per usare la
sua espressione. Eppure sento dire spesso e leggo "il più infimo",
adoperato anche da gente di buona cultura. A scuola mi hanno sempre insegnato
che infimo è già elevato al massimo grado è, quindi, errato dire o scrivere
"il più infimo". Sono cambiate le regole?
Grazie e un cortese saluto.
Giovanna T.
Gaeta
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Gentilissima Giovanna, l'argomento è stato già affrontato.
Può trovare la risposta cliccando qui.
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Poiché e... poi che
Due parole sulla congiunzione "poiché"... poiché pochi sanno che si può scrivere anche in grafia analitica (due parole) quando ha valore temporale e sta per "dopo che": poi che (dopo che) avrai finito il tuo lavoro potrai fare ciò che vuoi. Quando vale perché, giacché ecc. la grafia deve essere rigorosamente unita e con l'accento acuto sulla "e" (poiché).
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Poiché e... poi che
Due parole sulla congiunzione "poiché"... poiché pochi sanno che si può scrivere anche in grafia analitica (due parole) quando ha valore temporale e sta per "dopo che": poi che (dopo che) avrai finito il tuo lavoro potrai fare ciò che vuoi. Quando vale perché, giacché ecc. la grafia deve essere rigorosamente unita e con l'accento acuto sulla "e" (poiché).
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