domenica 3 agosto 2025

Sgroi – 199 - “Donne incintA/incintE”?

 


di Salvatore Claudio Sgroi


1. Due intriganti esempi linguistici

Un caro amico non linguista ma assai sensibile ai fenomeni della lingua e con particolare intuito linguistico, mi ha sottoposto i seguenti due enunciati:

  1. Nella sua vita aveva messo incintA due donne” e

  2. donne incintA e in gravidanza”.

Quest’ultimo collegato al link

<https://www.pampers.it/gravidanza/esperti/donne-incinta-ed-in-gravidanza>,

a cura della della Dott.ssa Antonella Sagone.

2. Uso errato?

Lo stesso amico ha ritenuto che “i puristi siano schierati nel dichiarare errato ‘donne incintA’”. Il link da lui inviatomi in quanto “esempio in qualche modo colto”, non giustifica in effetti un giudizio purista in modo tranchant”.

3. Un uso avverbiale?

Andando al di là del problema normativo, il mio amico si è chiesto “se molti parlanti non

lo trattino come avverbio”. E mi ha riportato anche il link della Crusca <https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/incinta--incinte/26>

che riprendeva la risposta del compianto Luca Serianni (“La Crusca per voi” n° 16, aprile 1998, p. 15) al quesito di un lettore:

«...incinta è un antico participio passato di quel verbo incingere che si legge per esempio nell'Inferno, VIII 45, là dove Virgilio esprime il suo compiacimento per Dante dopo la replica a Filippo Argenti ("Alma sdegnosa, / Benedetta colei che in te s'incinse"). Trattandosi di una forma che si usa solo al femminile (di uomini incinti, per ora, si può parlare solo facetamente), e più spesso in relazione a una singola donna gravida, alcuni hanno creduto di aver che fare con una specie di avverbio. Ma è un errore marchiano.».

Serianni non riconosce qui una possibile transcategorizzazione (o conversione) dell’agg. in avv., anche perché, stando per es. al lemmario del De Mauro 2000 (ricco di 129.432 lemmi), non esistono agg. in /-a/ (e neppure in /-i/ o in /-u/) diventati avv. Ma ci sono agg. in /-e/ e in /-o/ trasformati in avverbi, per es. camminare veloce, sono bravi uguale, volare alto, è uno che parla aperto, colpire basso, rispondere brusco, guardare brutto, costare caro, scrivere chiaro, parlare doppio, lavorare duro, ecc. Nel caso di “incinta” si tratterebbe quindi del primo es. di avv. in /a/.

4. La Regola (per “attrazione”) dell’uso “mettere incintA due donne

Ma quale la regola alla base dell’uso “mettere incintA due donne”?. Nell’esempio (ii) “donne incintA e in gravidanzA” mi sembra che il singolare “incintA” sia stato attratto semanticamente dal contiguo sinonimo “in gravidanzA”, terminante anche in /-a/.

Nell’esempio (i) “NellA suA vitA avevA messo incintA due donne” le quattro parole tutte terminanti in/-a/ che precedono “incintA” sembra che abbiano esercitato una particolare forza di attrazione fonologica su “incintA”.

Si potrebbe anche pensare che il sintagma “donna incinta” sia molto più frequente del pl. “donne incinte”, ma “Google libri ricerca avanzata” non conferma tale intuizione: il sintagma sing. “donna incinta” è infatti solo un po' più frequente con c. 28 videate rispetto il sintagma col pl. canonico “donne incinte” che appare in 22 videate. Il sintagma marcato “donne incintA”, per me poco naturale, è invece più diffuso di quanto non potrebbe sembrare: è infatti presente in circa 24 videate. Il che conferma l’intuizione del mio amico non linguista: “però ho l'impressione che, nella lingua viva, l'espressione "donne incinta" sia più usata che non l'altra [“donne incinte”]”.


Sommario

1. Due intriganti esempi linguistici

2. Uso errato?

3. Un uso avverbiale?

4. La Regola (per “attrazione”) dell’uso “mettere incintA due donne



















(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)


1 commento:

Luca ha detto...

Interessante intervento del prof. Sgroi. Credo che il compianto Serianni oggigiorno rivedrebbe se non il giudizio quantomeno il linguaggio in cui esso è espresso, ma forse perverrebbe anche a conclusioni diverse. Di certo, constatiamo che Serianni stesso aveva rilevato il fenomeno che quindi non era nuovo neppure negli anni '90.

Entrando nel merito della questione, mi chiedo se l'uso di incinta come avverbio non sia diatopicamente marcato, ovvero prevalente nel centro e nel nord dell'Italia.