venerdì 22 agosto 2025

L’ "intercalocutore": dinamiche pragmatiche e stilistiche dell’intercalare nel parlato contemporaneo

 

In un’epoca in cui il linguaggio parlato si fa sempre più frammentato, ritmato e performativo, nasce l’esigenza di dare un nome a un fenomeno tanto diffuso quanto trascurato: l’uso sistematico degli intercalari. Non più semplici riempitivi o tic verbali, ma veri e propri strumenti di costruzione del discorso, capaci di modellare il tono, il ritmo e persino l’identità del parlante. Da questa osservazione nasce il neologismo che proponiamo, intercalocutore, con il quale si intende descrivere e analizzare questa figura con uno sguardo ironico ma anche linguistico, offrendo una chiave di lettura nuova per comprendere come parliamo oggi, e perché lo facciamo così.

L’intercalocutore, dunque, è colui che trasforma ogni frase in una piccola architettura di "cioè", "tipo", "praticamente", "diciamo", "sì, perché", "capito?", "come dire" e altri ammennicoli linguistici. Non si tratta di un “difetto linguistico” né di una semplice abitudine: l’intercalocutore costruisce il proprio stile, a volte inconsapevolmente, a volte con una certa maestria, rendendo il discorso un vero intercaloloquio, un nuovo modo di intendere il parlato, dove l’intercalare non è più un inciampo ma un elemento stilistico, una sinfonia di pause, riprese e sospensioni.

Lo si incontra dappertutto: dal collega che apre ogni frase con “cioè” anche quando non c’è nulla da chiarire, all’influencer (si perdoni il barbarismo) che infarcisce ogni discorso (o video) di “tipo” e “praticamente” come fossero punteggiatura. Persino in ambito accademico, l’intercalocutore può celarsi dietro un’apparente precisione, ma tradirsi con un “diciamo” ogni tre parole. Il sintagma in oggetto può essere usato in senso ironico, per sottolineare un’abitudine linguistica eccessiva o buffa, ma anche in senso descrittivo, per analizzare fenomeni sociolinguistici legati all’oralità. In ambito creativo, può servire a caratterizzare personaggi teatrali, letterari o comici, dando loro una voce riconoscibile e ritmata.

Nel caso la neoformazione, che proponiamo in queste noterelle, venisse accolta nei vocabolari ufficiali, la sua lemmatizzazione potrebbe essere formulata così:

Intercalocutore s.m. ( f. -trice) [der. di intercalare e locutore] – 1. Chi, nel parlare, fa largo uso di intercalari. – 2. (iron.) Persona incline a riempire ogni frase di espressioni come “cioè”, “tipo”, “praticamente”, ecc. – 3. (ling.) Parlante il cui stile comunicativo è caratterizzato da frequenti intercalari





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