giovedì 8 maggio 2025

"Zibillare", il suono che divenne parola

 

Nel cuore del vasto Regno delle Parole, dove i discorsi scorrevano come fiumi e i libri si innalzavano come montagne, viveva un piccolo verbo smarrito: zibillare.

Nessuno sapeva esattamente cosa significasse, e per questo nessuno lo usava. Non era nei dizionari, non compariva nei libri, e persino i poeti, nel dubbio, lo ignoravano. Era come un suono sospeso nel vento, impalpabile e incompiuto, in attesa di trovare il suo posto nel mondo.

Ma Zibillare non si arrendeva. Continuava a rimbalzare tra le frasi, a insinuarsi nei discorsi, a posarsi sulle labbra di qualche scrittore indeciso. Sapeva che, se solo avesse trovato il suo significato, sarebbe potuto diventare una parola importante. Ma il tempo passava, e il rischio di essere dimenticato aumentava.

Un giorno, deciso a cambiare il suo destino, si avventurò nei maestosi saloni della Accademia dei Lessicografi, il luogo sacro dove le parole venivano studiate, analizzate e certificate. Qui incontrò la venerabile Lingua Madre, la custode del linguaggio, colei che da secoli vegliava affinché nessuna parola perdesse il suo valore.

«Chi sei tu?» chiese la Lingua Madre, con voce solenne.

«Sono Zibillare,» rispose con entusiasmo, il verbo. «Non ho ancora un significato, ma sento che potrei essere utile!»

La Lingua Madre lo “scrutò” con attenzione, poi convocò i più grandi linguisti e studiosi del Regno. Per giorni e notti dibatterono sul misterioso suono, fino a quando un vecchio etimologo sollevò la pergamena del tempo e dichiarò:

«Zibillare potrebbe derivare da un antico dialetto dimenticato, forse una fusione tra il latino sibilare (fischiare, sussurrare) e l’espressione arcaica "zibì", usata un tempo nei villaggi per descrivere un movimento agile e imprevedibile! Potrebbe significare, dunque, l'atto di muoversi con energia, diffondendo idee e creatività in maniera spontanea!»

Gli accademici annuirono, affascinati. «Un verbo che incarna la libertà dell’invenzione!» esclamò un poeta. «Si può zibillare tra le idee, tra le emozioni, tra le parole mai dette!»

La Lingua Madre, contenta, sorrise. Con gesto solenne, prese una penna d’oro e iscrisse il verbo Zibillare nel Grande Dizionario. Il piccolo verbo non era più solo, e da quel giorno ogni parola dimenticata del Regno comprese che, con un po’ di coraggio e un pizzico di magia, anche il termine più insolito poteva trovare il suo posto tra le parole immortali.

Da allora, poeti e pensatori continuarono a zibillare nei loro mondi di creatività, e la lingua, sempre viva e in evoluzione, accoglieva con gioia ogni nuova parola che trovava il coraggio di farsi sentire.

Nessun commento: