domenica 4 maggio 2025

Quando scrivere significa fissare il tempo: l’origine di 'appuntamento'

 

 Nel grande mare della lingua italiana, alcune parole compiono veri e propri viaggi semantici, trasformandosi e arricchendosi di significati nuovi. È il caso di "appuntare" e "appuntamento". A prima vista, sembrano semplici termini di uso comune, ma nascondono una storia interessante e una curiosa evoluzione linguistica.

A
ppuntare è un verbo denominale proveniente dal latino ‘punctare’ (dal sostantivo 'punctum') che significa "marcare, segnare con un punto". L’idea di lasciare un segno, di incidere un'informazione, è centrale in questa parola. Quando è “nato” appuntare aveva anche un significato più concreto: designava il gesto di affilare qualche cosa, di renderla appuntita. Da qui derivano parole come ‘punta’, ‘appuntito’, che conservano il legame con questa radice antica.

M
a con il trascorrere del tempo il verbo si è evoluto e ha assunto il senso di “annotare, di fissare un'informazione su un supporto scritto”. È un'azione prettamente istintiva: ci capita di appuntare velocemente un pensiero, un numero di telefono, un’idea fulminea prima che sfugga. E da questo gesto naturale nasce il concetto di ‘appuntamento’, ovvero un momento segnato, definito, fissato nella nostra agenda mentale o cartacea.

I
mmaginiamo, per esempio, un mercante del Medioevo che annota nel suo registro il giorno in cui incontrerà un cliente, o un giovane innamorato che segna nel proprio diario la data di un incontro speciale. Questo gesto pratico ha dato origine a una parola che oggi indica molto più di un semplice incontro.

I
l termine appuntamento, dunque, ha trovato applicazione in diversi ambiti, con sfumature affascinanti: 
Personale: un appuntamento romantico, una cena con amici, un caffè tra colleghi. Qui è sinonimo di legame, di relazione.
Professionale: un colloquio di lavoro, una riunione, una visita medica. Un incontro che scandisce il ritmo della nostra vita sociale e professionale.
Culturale e sociale: spettacoli teatrali, concerti, festival, eventi pubblici. In questo caso, l’appuntamento diventa un’occasione imperdibile.
Sportivo: una gara, una competizione ricorrente. Qui il termine enfatizza la regolarità e l’importanza dell’evento.
Metaforico: "Aveva un appuntamento con il destino." Questa espressione affascinante suggerisce un incontro inevitabile con un evento significativo.
Concettuale: "L’appuntamento con la storia," usato per indicare momenti cruciali della società.

S
ebbene oggi si possa dire di avere un appuntamento senza necessariamente... appuntarlo, il legame con la scrittura è ancora forte. La tecnologia ha trasformato il modo in cui organizziamo gli incontri, ma il concetto di fissare un momento, di renderlo tangibile, è sempre presente.

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nteressante anche il fatto che, nel linguaggio burocratico, "appuntare" è spesso sostituito da termini più formali come annotare o registrare. Eppure, nel linguaggio quotidiano, conserva la sua freschezza e immediatezza. È una parola che richiama la semplicità del gesto e l’importanza del ricordo.

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a lingua, insomma, è un organismo vivo, che si trasforma e si adatta ai tempi. Le parole che usiamo ogni giorno hanno una storia, una profondità che spesso ignoriamo. 'Appuntamento' non è solo un momento da fissare in agenda, ma il riflesso di un’abitudine antica, di un gesto che attraversa i secoli e arriva fino a noi.

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ermiamoci, allora, a riflettere: quante volte diciamo “Ho un appuntamento” senza pensare che, in fondo, stiamo evocando un gesto millenario? La lingua è memoria, è evoluzione, è identità. E noi, che la parliamo ogni giorno, siamo i custodi di questo straordinario viaggio.


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Si presti attenzione a “il saio” e a “la saia” perché questi due sostantivi spesso si confondono. Il maschile, con il plurale "sai", indica, genericamente, un abito. Si usa, per lo piú, con riferimento alla tonaca monacale. Il femminile, invece, con il plurale "saie", definisce un sottile panno di lana.




(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)


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