di Salvatore Claudio Sgroi
1. Un evento mondiale
Un evento decisamente mondiale l’elezione a papa del cardinale Robert Francis Prevost, da tutti chiamato Bob, col nome di Leone XIV, agostiniano, nativo anglo-americano di Chicago, con cittadinanza anche peruviana, poliglotta (spagnolo, italiano, francese, portoghese, tedesco), con nonni europei (francesi e spagnoli).
2. Neo-papa italofono anglo-americano
Il Neo-papa parlando un colto e fluente italiano rivela la sua origine anglo-americana dall’intonazione come anche dalla pronuncia, come rilevato da un attento amico e collega, nel pronunciare la “r” non vibrante (/sempre/, /braccia aperte/), che gli richiamava la pronuncia del nipotino tenessiano.
3. Gli “errori” di papa Leone XIV italofono
Nell’ottica di Eugenio Coseriu solo un parlante straniero può commettere “errori” parlando una lingua non nativa. E naturalmente tali usi sono estranei nel caso specifico agli italo-nativofoni (cfr. più avanti il caso di benedivo).
3.1. Errori per interferenza con l’anglo-americano
All’anglo-americano sono da riportare usi errati quali “cercare Ø infinito” anziché “cercare di + inf.” in “cercando sempre lavorare come uomini e donne fedeli a Cristo” nel discorso da piazza San Pietro 9 maggio, cfr. ingl. I tried to open the box ‘cercai di aprire la scatola’ (Ragazzini 2023).
E ancora il ridondante “conoscendo si sé stesso” (intervista-RAI Vaticano La Volta Buona 9.V.2025, a Stefano Ziantoni), richiama l’ingl. to know oneself (Ragazzini 2023).
Il passaggio da “raggiungere v. tr.” a “(raggiungere) a intr.” non è spiegabile nel discorso del 9 maggio se non con un sottinteso “giungere a”, mediato dall’ingl. to reach con duplice traducente it. a) ‘raggiungere’ e b) ‘giungere’ (cfr. Ragazzini 2023):
“Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse [reach] le vostre famiglie, [giungesse = reach] a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra”.
Anche la cancellazione dell’art. “i” nel sintagma “tutti [i] confratelli cardinali” in “voglio ringraziare anche tutti confratelli cardinali che hanno scelto me per essere successore di Pietro” (nello stesso discorso) rimanda all’ingl., p.e. “all Ø men are equal” ‘tutti gli uomini sono uguali’ (cfr. Ragazzini 2023).
3.2. Errori per interferenza con lo spagnolo
Trattandosi di un religioso che parla spagnolo, essendo stato per oltre un quindicennio missionario in Perù, a Chiclayo (1985-1999), è comprensibile che alcuni “errori” morfologici e morfo-sintattici siano dovuti all’interferenza con lo spagnolo. Continuità anche sul versante linguistico con papa Francesco?
Allo spagnolo è da riportare così il sintagma “con el incontro” anziché ‘con l’incontro’ in “Aiutateci anche voi, poi gli uni gli altri a costruire ponti, con il dialogo, con el incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace”, nel citato discorso, forma inevitabilmente corretta nelle citazioni giornalistiche, come “Il fatto quotidiano” 9 maggio, p. 2.
Il costrutto “pensare in” per ‘pensare a’ nell’enunciato “pensare molto in quello che [mio padre] mi diceva”, nella citata intervista, ricalca lo sp. pensar en, es. “no pensar en ciertas cosas” ‘non pensare certe cose’ (Grande Diz. di Sp. di Arqués-Padoan 2012).
Analogamente, nella stessa intervista, nell’enunciato “dubbi che potevano entrare” i.e. ‘venire’ sembra un’interferenza dello sp. caber ‘entrare’, es. no cabe duda ‘non c’è alcun dubbio’ (cfr. Arqués-Padoan 2012).
L’oggetto preposizionale post-verbale, tipico dello spagnolo (cfr. el hombre bendijo al joven, Arqués-Padoan 2012) appare una volta, nel citato discorso, ma non più ripetuto nello stesso costrutto:
“Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole ma sempre coraggiosa di Papa Francesco che benediva a Roma! Il Papa che benediva Roma dava la sua benedizione al mondo, al mondo intero, quella mattina del giorno di Pasqua”.
L’oggetto preposizionale è invece normalizzato senza la preposizione ne “Il fatto quotidiano” 9 maggio p. 2.
Così la base dell’avv. incondizional-mente anziché “incondizionata-mente” sempre nello stesso discorso “Dio ci ama tutti in condizional-mente”, richiama lo sp. incondicional-mente (Arqués-Padoan 2012) con identico suffisso, pur con l’“appui” dell’ingl. uncondional-ly (Ragazzini 2023). Una forma anche questa normalizzata ne “Il fatto quotidiano” p. 2.
3.3. Errori “idiolettali”
Un errore, per così dire idiolettale, è la presenza, nel citato discorso,dopo l’incertezza fra che e il quale, del relativo la quale col valore di ‘alla quale, a cui’:
“Possiamo tutti camminare insieme verso quella patria (che >il quale>) la quale [‘alla quale, a cui’] Dio ci ha preparato”.
3.4. Accento in latino
Leggendo un testo latino, papa Leone XIV una volta pronuncia piana l’espressione ˏonnipòtens, una volta invece sdrucciola onnìpŏtens, secondo l’accentazione latina e quella dell’ingl /ɒm’nɪpətənt/.
3.5. Uno pseudo-errore: benediva
Nel corso delle più volte ricordato discorso, papa Leone XIV ha detto:
“Papa Francesco che benediva a Roma; il Papa che benediva Roma, dava la sua benedizione al mondo, al mondo intero”.
In un post Tiziana Maiolo ha scritto al riguardo: “Con tutto il rispetto per il nuovo papa, qualcuno di italiano [!] non poteva dirgli che si dice ‘benediceva’ e non ‘benediva’?”.
<https://x.com/tizianamaiolo/status/1920536500422250714>
Relativamente a tale scelta morfologica lo stesso amico e collega, di cui sopra, ha così commentato: “Ufficialmente è un errore”.
Tale giudizio è invero indizio di un atteggiamento, a dir poco, neopuristico. Mi permetto di osservare che non si tratta affatto di un errore, né nel senso di Coseriu, in quanto uso diffuso in italiano né dal punto di vista “laico”, perché uso non specifico dell’italiano popolare, ma diffuso presso i parlanti colti, da almeno Ariosto a Pascoli e oltre, come dimostrato già nella mia Per una grammatica ‘laica’. Esercizi di analisi linguistica dalla parte del parlante (Utet 2010, pp. 59-60 e n. 2).
La [Regola-2] alla base della produzione della forma morfologica bened-iva si spiega – va ricordato -- con la percezione del parlante di bened-ire come voce semplice da cui bened-iva (cfr. accud-ire), rispetto alla [Regola-1] etimologica secondo cui bene-dire è invece voce composta “bene+dire > bene+diceva”
Sommario
1. Un evento mondiale
2. Neo-papa italofono anglo-americano
3. Gli “errori” di papa Leone XIV italofono
3.1. Errori per interferenza con l’anglo-americano
3.2. Errori per interferenza con lo spagnolo
3.3. Errori “idiolettali”
3.4. Accento in latino
3.5. Uno pseudo-errore: benediva
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)

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