giovedì 15 maggio 2025

Cercare è un’arte, trovare è una vittoria: Il segreto dei due verbi

 

Nella lingua e nella vita, cercare è lo slancio della scoperta, trovare è la soddisfazione dell’arrivo. Due verbi: un viaggio tra speranze, intuizioni e rivelazioni. Esploriamo, attraverso queste noterelle, il sottile confine che li separa e li unisce.

I verbi cercare e trovare sono spesso ritenuti “identici”, hanno, invece, significati distinti e sfumature che li rendono unici. Cercare rappresenta l’azione di ricerca, lo sforzo messo in atto per individuare qualcosa, senza avere la certezza di riuscirci. Trovare, invece, indica l’esito positivo di tale ricerca, il momento in cui l’oggetto desiderato viene finalmente individuato.

L’etimologia di questi verbi aiuta a comprenderne l’essenza. Cercare ha origine dal latino circare (‘andare intorno’), verbo che in passato indicava l’atto di esplorare, indagare, perlustrando un’area in cerca di qualcosa. Era legato a un movimento fisico, quasi a un vagare metodico alla ricerca di un obiettivo. Trovare proviene dal latino medievale tropare (‘comporre un’aria’); inizialmente apparteneva, infatti, al campo poetico e musicale, con il senso di “comporre, inventare versi”. Solo con il trascorrere del tempo ha acquisito l’accezione di “individuare qualcosa”, di “scoprire ciò che veniva cercato”.

Questi due verbi si prestano, dunque, a numerose sfumature e usi particolari. Cercare viene spesso adoperato per esprimere un’intenzione, uno sforzo, un desiderio di raggiungere un determinato scopo. Si può cercare un oggetto smarrito, ma si può anche cercare di comprendere, cercare di migliorarsi, cercare un’opportunità e simili. L’elemento comune è il medesimo: un movimento mentale o fisico orientato a un obiettivo, senza alcuna garanzia di riuscita.

Trovare, invece, assume un valore più concreto e definitivo. Si trova ciò che veniva cercato, ma il verbo in oggetto può esprimere anche un giudizio, una valutazione personale. Dire, per esempio, trovo interessante questo libro non implica una ricerca nel senso stretto del termine, bensì l’individuazione di una qualità o caratteristica ritenuta positiva. Questo uso è molto frequente e permette di esprimere pensieri e opinioni con naturalezza.

Nella lingua scritta e in quella parlata cercare e trovare si combinano spesso in modi interessanti. Si può dire ho cercato le chiavi per ore e finalmente le ho trovate, dimostrando la naturale relazione tra il processo e il risultato. Si può anche affermare cerco sempre di vedere il lato positivo delle cose, ma non sempre lo trovo, esprimendo, in tal modo, una difficoltà nel passaggio tra l’azione e la riuscita.

L’italico idioma è ricco di espressioni che includono questi verbi. Vediamone qualcuna. Cercare il pelo nell’uovo: indica un atteggiamento estremamente pignolo, la tendenza a focalizzarsi su dettagli irrilevanti; trovare pane per i propri denti: suggerisce l’idea di affrontare una sfida adeguata alle proprie capacità, un ostacolo che mette alla prova senza essere insuperabile. Questi idiomatismi rivelano quanto profondamente i verbi cercare e trovare siano radicati nella lingua e nella mentalità italiana.

Per concludere. La distinzione tra questi verbi è chiara e affascinante. Cercare rappresenta il movimento, l’intenzione, la speranza di individuare qualcosa. Trovare, invece, è il compimento di questo sforzo, la soddisfazione del desiderio di conoscenza o di possesso. Adoperarli correttamente permette di esprimersi con precisione e di valorizzare al meglio le sfumature della nostra amata lingua italiana.



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