venerdì 16 maggio 2025

Dai banchi di scuola all’università: scolaro, alunno, studente – alla scoperta dei tre lessemi


Le parole che usiamo per indicare coloro che studiano rivelano molto più di quanto sembri. Scolaro, alunno e studente sono tre termini che, pur essendo spesso considerati sinonimi, hanno origini diverse e vengono impiegati in contesti specifici. Comprenderne le sfumature ci permette di cogliere meglio il percorso educativo di ciascun individuo e di apprezzare come la lingua rifletta l’evoluzione dell’apprendimento.

Lo scolaro deriva dal tardo latino scholaris, che indicava chi frequentava una schola, ovvero una scuola. Nell’uso moderno si riferisce agli studenti della scuola primaria, evidenziando una fase iniziale dell’educazione in cui l’apprendimento è guidato e strutturato dagli insegnanti. Questa fase è caratterizzata da un accompagnamento continuo, con un metodo didattico prevalentemente basato sull’acquisizione delle basi della conoscenza.

L’alunno, invece, ha un’origine ancora più affascinante: proviene dal latino alumnus, participio passato del verbo alere, che significa “nutrire” o “allevare”. Questo termine suggerisce l’idea di un’educazione come processo di crescita, in cui lo studente viene “nutrito” intellettualmente e moralmente dai docenti. Nel sistema scolastico italiano, l’alunno è colui che frequenta la scuola secondaria di primo grado, ovvero la scuola media, un periodo di transizione in cui si acquisisce maggiore autonomia nello studio e si comincia a sviluppare un pensiero critico più strutturato.

Infine, lo studente deriva dal latino studens, participio presente del verbo studere, che significa “applicarsi con zelo” o “dedicarsi con impegno”. Il termine esprime il concetto di un apprendimento attivo e autonomo, tipico di chi frequenta la scuola secondaria di secondo grado, come licei e istituti tecnici, e l’università. In questa fase, lo studio assume un carattere più specialistico e mirato alla formazione professionale o accademica, favorendo un approccio sempre più indipendente alla conoscenza.

Questa distinzione riflette non solo le diverse fasi dell’educazione, ma anche una graduale evoluzione del ruolo dello studente. Lo scolaro è ancora seguito da vicino dagli insegnanti, l’alunno sviluppa una crescente indipendenza, mentre lo studente è chiamato a gestire autonomamente il proprio percorso di apprendimento.

La lingua, con le sue sfumature, racconta non solo la realtà, ma anche il modo in cui la società percepisce l’educazione. Scegliere il termine giusto non è solo una questione di correttezza linguistica, ma anche di precisione nel descrivere l’esperienza formativa di ciascuno.

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