C’era una volta, in un regno lontano avvolto dal soffice abbraccio delle notti stellate, un piccolo villaggio dove i tessitori tramandavano un sapere antico: l’arte di creare le lenzuola (o i lenzuoli).
Si racconta che le lenzuola, femminile plurale, siano nate dal genio di Lina, una giovane filatrice che voleva tessere veli leggeri e avvolgenti per regalare un sonno sereno a chiunque si coricasse. Questo termine, ancora oggi, è il più comune nel linguaggio quotidiano quando si parla della biancheria da letto. Le persone cambiano le lenzuola, acquistano lenzuola di cotone, di raso o di lino, e nei negozi si trovano confezioni che riportano la scritta "set di lenzuola". È il termine predominante nella vita di tutti i giorni, quando si pensa al letto e al riposo.
I lenzuoli, maschile plurale, invece, erano usati dai più anziani del villaggio per descrivere i grandi teli di tessuto grezzo, larghi e pesanti, utilizzati non solo per il letto ma anche per altri scopi. Oggi, il termine "lenzuoli" è meno frequente e si trova per lo più in contesti letterari e descrittivi. Può evocare immagini più tradizionali o solenni, come lenzuoli di lino stesi al sole oppure lenzuoli pesanti avvolti attorno ai corpi. È un termine più ricercato, usato per creare atmosfera e per riferirsi ai teli da letto in un contesto più evocativo.
Nel sontuoso palazzo del re i lenzuoli di lino venivano stesi con cura, rimboccati con attenzione, pronti ad accogliere riposi regali. Nel villaggio, invece, le lenzuola di cotone erano profumate di lavanda e bianche come le nuvole, pronte ad avvolgere i sogni di chi vi si rifugiava. Così, ancora oggi, il femminile plurale lenzuola è il più diffuso nel linguaggio quotidiano, mentre il maschile lenzuoli resiste in contesti più raffinati, letterari e poetici.
E non mancavano i modi di dire riferiti a queste preziose stoffe:
Tirare le lenzuola dalla propria parte – per chi cerca di ottenere un vantaggio.
Essere tra le lenzuola – sinonimo di riposo e quiete.
Fare le lenzuola di seta – augurio di una notte serena.
Alzarsi con le lenzuola storte – per chi si sveglia di cattivo umore.
Svelare ciò che si nasconde sotto le lenzuola – per rivelare un segreto.
Saltare fuori dai lenzuoli – per chi si alza di colpo, magari con un’idea improvvisa.
Si diceva spesso nel villaggio: "Tra i lenzuoli della nobiltà si celano segreti, tra le lenzuola dei poveri si celano sogni". E così, tra un telo e l’altro, la notte accoglieva chiunque senza distinzione.
Le lenzuola e i lenzuoli, due nomi, dunque, per un unico abbraccio del sonno. E vissero tutti… avvolti nel lino e felici, protetti dal dio Morfeo!
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Nell'uso "moderno": Lenzuola è il plurale più comune e si adopera soprattutto per indicare l'insieme dei teli che compongono la biancheria da letto (es. cambiare le lenzuola).
Lenzuoli, invece, è tecnicamente “più corretto” ma viene adoperato solo per indicare i singoli pezzi presi separatamente, come in contesti specifici (es. i lenzuoli stesi ad asciugare).
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