mercoledì 15 marzo 2023

Un po' di grammatica "spicciola"

 


Alcuni testi grammaticali classificano il verbo "struggere", forma aferetica di distruggere, fra quelli difettivi, privo, cioè, di participio passato e quindi dei tempi composti. No, amici, il participio passato - anche se di uso raro esiste (insieme, ovviamente, con i tempi composti coniugati con l'ausiliare avere): strutto. Con uso figurato sta per "tormentarsi" per il dolore, il desiderio, la nostalgia ecc.

I pronomi personali soggetto "canonici", vale a dire "egli", "ella", "essa", "essi", "esse"  - forse non tutti lo sanno -  devono essere sostituiti obbligatoriamente, secondo i dettami della legge grammaticale, dai fratelli "lui", "lei", "loro" in alcuni casi.
Vediamoli succintamente:
    1) quando il pronome personale soggetto è in funzione di predicato: se io fossi stato lui (non egli) mi sarei comportato diversamente; 
   2) dopo "neppure", "anche", "neanche", "nemmeno", "pure": neanche loro (non essi o esse) erano a conoscenza del problema;
   3) nelle esclamazioni: beato lui (non egli)!;
   4) nelle proposizioni in cui risulta evidente una contrapposizione fra persone: tu piangi, lui ride!;
   5) dopo le congiunzioni "come" e "quanto", ossia nei complementi di paragone: siamo scioccati quanto loro;
   6) quando il verbo della proposizione è rappresentato da un gerundio o da un participio: uscito lui, è tornata la calma;
   7) quando il pronome personale si trova fra "ecco" e il pronome relativo "che": ecco lei che si ritiene la bellezza personificata! ;
   8) quando il pronome personale ha una funzione di rilievo, e in questo caso si pone dopo il verbo: mi faccia la cortesia, glie lo (sic!) dica lei!;
    9) in alcuni costrutti ellittici del verbo: chi ha parlato? Lei.

Crediamo di fare cosa gradita ai gentili lettori, che seguono le nostre modeste noterelle, spendere due parole su una… parola che può essere tanto avverbio quanto sostantivo: dintorno. Quando è in funzione avverbiale, con il significato di “intorno”, “da ogni parte”, “tutto in giro”, si può anche scrivere con la “d” apostrofata (d’intorno): gli sedevano tutti dintorno/d’intorno per festeggiarlo. Quando, invece, è in funzione di sostantivo e vale “vicinanza”, “luogo vicino”, la grafia deve essere tassativamente univerbata e si usa, per lo piú, nella forma plurale: i dintorni di Roma; il mio amico abita nei dintorni.



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