giovedì 30 marzo 2023

Friúli, non Fríuli (con accentazione piana, non sdrucciola)


A
bbiamo sempre denunciato la “pochezza linguistica” di taluni mezzibusti televisivi ai quali viene affidata la conduzione dei telegiornali, pagati con i soldi dei teleutenti i quali, appunto perché pagano, hanno il sacrosanto diritto di pretendere un’informazione… corretta, sotto il profilo linguistico, intendiamo. La faziosità è sempre in agguato, e in questa sede non c’interessa. C’interessa, dicevamo, la correttezza linguistica, nella fattispecie la corretta accentazione delle parole. Molto spesso, per non dire sempre, i giornalisti radiotelevisivi pronunciano il nome della regione friulana, Friúli, con l’accento sulla “i” invece che sulla “u”. La pronuncia corretta è, dunque, quella piana (accento sulla “u”) perché si deve rispettare l’origine latina del nome, che risale al «Foru
m Iulii», l’antica denominazione dell’odierna Cividale. I mezzibusti televisivi che continuano, imperterriti, a pronunciare il nome della regione con l’accentazione sdrucciola, ossia con l’accento sulla “i”, dimostrano, quindi, di non conoscere né la geografia né – cosa ancor piú grave – la lingua italiana. Che qualche cosí detto scrittore di grido abbia usato e usi tuttora la pronuncia sdrucciola non giustifica affatto la ritrazione dell’accento, che si deve considerare, “a tutti gli effetti di legge linguistica”, assolutamente arbitraria. Come abbiamo sempre sostenuto – e sosteniamo – non è detto che gli scrittori e i giornalisti siano/sono anche valenti… linguisti.

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Infinocchiare

"Non ti fare infinocchiare", vale a dire -- come si sa -- non ti fare ingannare. Non tutti, forse, sanno come è nata questa locuzione. Vogliamo 'scoprirla' assieme?
Nel periodo medievale gli osti veneti, in particolare quelli veneziani, erano soliti offrire ai loro clienti dei rametti di finocchio prima di servire loro del vino di pessima qualità. Cosí facendo erano sicuri che gli avventori non si sarebbero accorti del vino... “scadente”. Il forte aroma del finocchio, infatti, ingannava il palato, e l’ospite veniva così “infinocchiato”, ingannato, perché è risaputo che il finocchio, particolarmente quello selvatico, ha il “potere” di camuffare il sapore delle bevande e dei cibi.

 

 


 

(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)


2 commenti:

falcone42 ha detto...

Avevo letto, molto tempo fa, che la pratica del "finocchio" risaliva alle cauponae e alle tabernae dell'antica Roma. Può essere vero, o si tratta di una infinocchiatura?

Fausto Raso ha detto...

Cortese Falcone,
onestamente non so che dirle.
Cordialmente
FR