Cortesi amanti del bel parlare e del bello scrivere, quante volte avete sentito o pronunciato voi stessi frasi del genere? Ebbene: frasi di questo tipo sono "spudoratamente" errate. Probabilmente ci attireremo le ire di qualche linguista "d'assalto" ma non possiamo sottacere questo orrore. Vediamo, dunque, dov'è l'errore. È presto detto: nel termine "cifra". Perché la cifra essendo propriamente il segno grafico con il quale vengono rappresentati i numeri dall'uno allo zero non si può usare nel significato di "prezzo", "somma", "totale" o "numero". Diremo correttamente, quindi, che quell'affare «mi è costato un prezzo eccessivo». Abbiamo letto su un giornale, a proposito della tragedia di Crotone, che «la cifra dei morti aumentava di giorno in giorno». Non siamo riusciti a trattenere - nonostante la gravità della notizia - una clamorosa risata. E sempre a proposito di cifra, non si dica "cifre romane" perché i Latini per indicare i numeri adoperavano le lettere dell'alfabeto non conoscendo le... cifre arabe, per l'appunto.
Ci piacerebbe, anzi sarebbe il caso che l'Ordine Nazionale dei Medici Chirurghi "costringesse" - per il "bene dell'italico idioma" - i suoi iscritti a un uso corretto della lingua nell'intestazione dei ricettari e dei biglietti di (sic!) visita. E ci spieghiamo. Si legge sempre, per esempio, "dott. Caio Sempronio, medico chirurgo specialista in cardiologia". Contrariamente a quanto sostengono alcuni 'gramuffastronzoli' si è specialisti "di" qualcosa, non "in" qualcosa: specialista di arte antica; specialista di arti marziali; specialista di dermatologia ecc. La preposizione "in" è adoperata correttamente solo con l'aggettivo specializzato: medico specializzato in pediatria. Insomma, in buona lingua italiana, si è "specialista di qualcosa" e "specializzato in qualcosa". Occorre aggiungere, in proposito e per curiosità, che tanto "specialista" quanto "specializzato" quando videro la luce nella lingua di Dante furono avversati dai puristi perché ritenuti francesismi, ma con il tempo hanno ottenuto il pieno riconoscimento della "cittadinanza linguistica italiana".
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La lingua "biforcuta" della stampa
Monete e terracotte: trovati i resti di Domus romane vicino alla torre di Pisa
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Il plurale corretto di terracotta è terrecotte.
(Proprio non capiamo come alcuni vocabolari possano riportare esempi di buona lingua estrapolati dai giornali. Poveri studenti!).
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
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