mercoledì 22 marzo 2023

Qualche cosa e qualcosa: il loro uso corretto


 Alcuni vocabolari classificano ‘qualcosa’ di genere femminile, altri di genere maschile, altri ancora di ambi (sic!) i generi. Vediamo un po’ di fare chiarezza. Intanto è un pronome indefinito ed è la forma contratta (o sincopata)  di ‘qual(che)cosa’ e per il suo valore indeterminato è considerato di genere neutro, quindi maschile (in italiano): qualcosa è stato fattoqualcosa non è andato per il verso giusto. In grafia univerbata, come forma contratta di qualche cosa, è preferibile, dunque, consideralo sempre di genere maschile. Sarà tassativamente femminile, invece, in grafia analitica (scissa) (cosa, infatti, è di genere femminile): qualche cosa è stata fattaqualche cosa non è andata per il verso giusto. In una parola sola (univerbata) gli alterati, che sono di genere femminile: qualcosinaqualcosettaqualcoserellaqualcosellinaqualcosuccia.


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Sapete perché...

... la pietanza si chiama così?
Perché è un piatto che - nei secoli passati - si dava ai poveri per... pietà.

... la persona che cambia facilmente pensieri e propositi si dice volubile?
Perché – in senso figurato – può ruotare, girare, quindi cambiare (parere). Volubile è, infatti, il latino volubile(m), derivato di volvere (girare intorno, volgere) e, per tanto, mutevole, incostante.
Lo stesso volume inteso come libro, in origine, non era anch’esso un rotolo (di papiro) che si... avvolgeva? E una cosa che si avvolge, che ruota non... cambia?

... la scarsella, cioè la borsa in cui un tempo si riponeva il denaro, ha questo nome?
Perché viene proprio da scarso. È facile capire il significato ironico dato a quella piccola borsa che conteneva pochissimo denaro o addirittura nulla se il possessore era un mendicante.


 

(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)

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