Alcune considerazioni sul prefissoide "auto-" perché, a nostro modestissimo modo di vedere,
non sempre è adoperato correttamente. Prima, però, vediamo che cosa è questo
prefissoide.
Leggiamo dal Garzanti: «Primo elemento di una parola
composta che svolge la stessa funzione di un prefisso, ma deriva da una parola greca o latina che
aveva un suo significato autonomo (p.e. orto-, dal greco orth¨s ‘diritto,
corretto’, nella parola ortografia ‘scrittura corretta’)».
Ci capita
sovente, dunque, di leggere sulla stampa frasi come «i cittadini si sono
autotassati per...»; oppure «l’autore nella sua autobiografia mette in
evidenza...». Questo genere di frasi, dal nostro punto di vista, sono errate.
Perché? Perché il prefissoide "auto-" (in parole composte) significa "da sé, di
sé stesso". Dire o scrivere, quindi, «si sono autotassati» è un errore (o
per lo meno un uso improprio) perché la particella "si"
è compresa, è insita nel prefissoide " auto-": i cittadini hanno
tassato sé stessi. Si dirà, propriamente, «i cittadini si sono tassati per...»
oppure, anche se non molto elegante stilisticamente, «i cittadini autotassati
per...».
Lo stesso discorso, ovviamente, per «la sua autobiografia»; correttamente: «l’autore
nella sua biografia...» oppure «nell’autobiografia l’autore...». Secondo
l'estensore di queste noterelle, insomma, espressioni tipo "Tizio si è
autoaccusato", "Pinco si è autodenunciato", "Pomponio si è autodefinito" e simili sono da
evitare perché, ripetiamo, "auto" significa (già) sé stesso. Provate
a scrivere o a dire, cortesi amici, per controllare la bontà della nostra tesi,
«mi sono autoregalato una cravatta»: se la frase vi suona bene, tutte le nostre
scuse per avervi confuso le idee.
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