L'idioma del vicino è sempre piú bello, parafrasando il
detto "l'erba del vicino è sempre piú verde". L'idioma, nello
specifico, è quello dei cugini d'Oltralpe. Sí, molta gente, anche quella cosiddetta
di cultura, ama "abbeverarsi " alla lingua degli altri
"scimmiottandola" come nel caso dei verbi andare e venire adoperati
"alla francese". E ci spieghiamo. I nostri cugini francesi usano i
verbi andare ("aller") e venire ("venir", seguito dalla
preposizione "de") per designare un'azione prossima futura e una passata di recente; adoperano i suddetti verbi, insomma, nel significato di "essere in procinto
di", "sul punto di", "stare per": je vais partir (sto
per partire) e in quello di una "azione svolta che è appena terminata": je viens de
rentrer (sono appena rientrato).
Adoperano i verbi andare (aller) e finire
(finir) seguiti da un infinito per indicare, dicevamo, una azione che sta per
cominciare e una che è appena finita. Un docente universitario, se non
ricordiamo male, rivolto ai suoi studenti disse "ragazzi, attenzione, la
mia lezione va a cominciare" volendo dire, per l'appunto, che "la
lezione sta per cominciare". Un nostro conoscente, credendo ─ secondo lui ─ di adoperare un linguaggio
raffinato ci ha salutato dicendoci "vengo dal fare una bella
scampagnata" (tradotto: sono appena tornato da una bella
scampagnata). Il docente universitario e il conoscente si sono espressi
"alla francese".
La lingua di Dante non ammette simili espressioni
"francesizzanti". Per indicare un'azione "prossima futura"
(sto per...) si adoperano altre espressioni: "sto per", "mi
accingo a" e simili; per quella appena terminata (passato recente): "ho appena", "sono appena". Voi, amici, amanti del bel parlare e del
bello scrivere, regolatevi secondo la vostra "coscienza linguistica".
***
La parola proposta da questo portale e non lemmatizzata nei
vocabolari dell'uso: caldío.
Sostantivo maschile, indica un luogo riparato e tiepido anche durante
l'inverno. Si trova nella lessicografia della Crusca.
1 commento:
Mi danno fastidio, soprattutto, i "grandi cuochi" nostrani che, presentando ricette tradizionali italiane 'rivisitate', non fanno altro che dire "andiamo a mescolare", "andiamo a cuocere", "andiamo a sfumare", "andiamo a impiattare", e chi più ne ha più ne metta.
Quasi volessero implicitamente affermare la supremazia della cucina francese su quella italiana.
P.P. Falcone
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